”CAMPAGNA ELETTORALE DI PROMESSE VANE”, TRASATTI, ”E IL LAVORO PER LE AREE INTERNE?”

di Roberto Santilli

20 Febbraio 2018 07:00

L'Aquila -

L'AQUILA – “Non si sta facendo nulla per evitare lo spolamento delle aree interne abruzzesi. In questa campagna elettorale, purtroppo, si guarda alla scadenza del 4 marzo e non al futuro, ma nel frattempo si continua a perdere il lavoro che c'è e non si riesce a creane di nuovo”.

Elezioni o no, Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil dell'Aquila, batte sempre sullo stesso tasto, quello su cui c'è scritto “lavoro”.

Le elezioni però questa volta ci sono ed è inevitabile parlarne. 





“Mi sembra che da più parti si facciano proposte che rappresentano una specie di lista della spesa – commenta Trasatti ad AbruzzoWeb – Il punto vero, forse, è che manca una visione complessiova. Lo scontro elettorale guarda a domani, cioè al 4 marzo, non alla prospettiva dei territori. E dentro questa discussione, purtroppo, i temi del lavoro, che è il primo problema per la gente, per le famiglie, non vengono trattati con serietà. C'è in corso una gara a chi dice che le cose vanno bene e che devono andare meglio e chi promette 'film' già vissuti, segno dello scarto grandissimo e quasi incolmabile tra la realtà che viene raccontata e la situazione reale”.

“Poi, però, cosa succede? Che un pezzo sempre più ampio di elettorato rischia di disertare le urne”, il giudizio dell'esponente Cgil, per cui “sarebbe invece molto meglio per il Paese che si parlasse di temi veri, prendere atto delle cose che non vanno, che non funzionano, o che non hanno funzionato, e fare davvero una discussione con delle proposte che guardino in prospettiva”.

Sul suo territorio, quello aquilano, l'ultima ferita in ordine di tempo è quella della chiusura della Intecs, “vicenda paradossale: nella città della sperimentazione del 5g, dove vengono annunciati investimenti che io considero  importanti e significativi, si chiudono i centri di ricerca. Ma a quei lavoratori la collettività deve dare delle risposte”.

“I dati forniti sullo spopolamento delle aree interne dovrebbero interrogare tutti, classe politica in primis. Qui invece si parla solo di immigrazione, di orme di populismo, ma non mi sembra che ci si stia interrogando sul fatto che in Italia e anche nel nostro territorio non si riesce a dare una prospettiva alle nuove generazioni. Purtroppo, a difendere il lavoro che c'è, per tanti motivi non ci siamo riusciti”, dice poi con amarezza Trasatti. 





“I territori perdono forza lavoro ogni giorno e a lasciare l'Italia, non solo l'Abruzzo, sono soprattutto persone ad alta specializzazione. Allora mi chiedo come si faccia a vincere la sfida del futuro sulla tecnologia? Ecco, mi piacerebbe che si parlasse di progetti che guardano lontano e non sulla scadenza elettorale. Anche perché, molte volte le promesse se le porta il vento”, precisa quindi.

Infine, sulla recente approvazione in via definitiva da parte della Regione Abruzzo della ridefinizione e riorganizzazione delle prestazioni erogabili nei piani delle quattro Asl regionali, con 525 nuovi posti letto, Trasatti non usa mezzi termini: “Il grosso è andato a Pescara e alla costa. Se questo è il trend, se si tagliano sanità e trasporti e se mancano le infrastrutture, come facciamo a fermare lo spopolamento delle aree interne?”.

“Tutti riconoscono che un problema c'è, ma poi di strategie politiche non ne vedo”, conclude. 

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