CASO RISOLTO CON ''LA MORTE DELL'UNICO COLPEVOLE'', CHE HA UCCISO ANCHE LA FIGLIA. DOMANI ESEQUIE. FAMILIARI MARINA ANGRILLI, ''FUNERALI SEPARATI''

”FACCIAMOCI UN SELFIE SUL BALCONE”, COSI’ IL SUICIDA FILIPPONE HA UCCISO SUA MOGLIE

24 Maggio 2018 10:46

Chieti - Cronaca

CHIETI – Il padre omicida, Fausto Filippone, avrebbe convinto la moglie Marina Angrilli a salire sul balcone con una scusa: “Facciamoci un selfie”. 

Il particolare, emerso dalle indagini, è stato in parte confermato anche dagli inquirenti: “Non sappiamo se l’abbia convinta a farsi un selfie, ma il fatto che stessero scattando delle foto lo ha riferito lui mentre era aggrappato alla recinzione del viadotto ed emerge dalle prime dichiarazioni rese a chi soccorreva la moglie”, riporta Il Messaggero.

Il caso è risolto “con la morte dell'unico colpevole” per la Procura, ma sono ancora tanti gli interrogativi sugli omicidi di moglie e figlia di 10 anni, Ludovica, compiuti da Filippone, dirigente della Brioni 49enne, che si è poi suicidato gettandosi dal viadotto Alento sulla A14 a Francavilla (Chieti). 

Un testimone ha confermato che l'uomo era in quel cortile della palazzina di Chieti Scalo accanto alla moglie spinta giù dal secondo piano, fino all'arrivo di 118 e polizia. Nessuno lo ha fermato? “Evidentemente”, ha ripetuto il testimone. 

“Vorrei sperare che non sia così. Spero che la pattuglia sia arrivata dopo che lui si è allontanato”, ha detto Francesco Angrilli, fratello della moglie dell’omicida, Marina Angrilli, 51 anni, morta poi in ospedale. 

“Ho pieno rispetto e fiducia per le forze dell' ordine con cui ho avuto un rapporto encomiabile di attenzione e sensibilità – ha spiegato – Attendo le versioni ufficiali delle fonti istituzionali preposte. Non ho intenzione di procedere contro qualcuno”. “Faremo chiarezza”, ha assicurato il procuratore capo di Chieti, Francesco Testa





“In virtù dell'impatto sociale che ha avuto questa vicenda, anche se nessuno finirà sotto processo, in Corte d'Assise, perché il caso purtroppo è risolto con la morte dell' unico colpevole, il marito, è intenzione della Procura andare fino in fondo a tutti gli aspetti della vicenda per fare luce su quanto accaduto”, ha affermato Testa. 

A tre giorni dai tragici eventi di domenica 20 maggio, è ancora commosso Giuliano Salvio, il medico che abita nella palazzina di Chieti Scalo che per primo ha soccorso la donna. 

“Sono rimasto diversi minuti da solo con la signora e dopo aver assicurato l'intervento del 118 ho notato una persona. Non si è subito avvicinata. Pensavo fosse uno dei curiosi”. “Gli ho chiesto se conosceva la signora, lui mi ha risposto: è mia moglie”. 

Poi, prosegue il testimone, “sono arrivate due ambulanze del 118 insieme a una Volante della Polizia, e a questo punto mi sono disinteressato di Filippone, ma lui continuava a vedere la signora e ad assistere ai soccorsi”. 

“Escludo che la bambina sia stata sedata”, ha affermato lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, il mediatore che è intervenuto nelle drammatiche ore del viadotto. Dalle testimonianze dei primi agenti giunti sul posto, riferisce l'esperto “è andata giù dal viadotto senza nessuna espressione, come un sasso. Era annichilita dal terrore. Era immobilizzata, ma non dai farmaci”. 

Sul movente: “Se cerchiamo un movente razionale non capiamo la patologia psichiatrica grave. Il fuoco – dice Di Giannantonio – covava sotto la cenere”. 

Dalle indagini, poi, è emerso che pochi mesi fa, Fausto Filippone aveva fatto richiesta di porto d’armi per il tiro a volo. Ma nell'incertezza dell'eventuale rilascio, e dei tempi necessari per ottenerlo, avrebbe deciso di cambiare il suo piano. 





Filippone “non aveva problemi psichici”, come sottolineato, il 21 maggio scorso in una conferenza stampa, dal questore di Chieti Raffaele Palumbo, che ha ascoltato le testimonianze di conoscenti e colleghi che lo hanno descritto come persona estremamente “riservata e silenziosa”. 

Il dirigente della Brioni ha messo in atto il suo disegno criminale con estrema lucidità: domenica mattina avrebbe detto alla moglie, insegnante di lettere al liceo Leonardo da Vinci di Pescara, di voler andare a comprare una lavatrice per l'appartamento che i due avevano a Chieti Scalo. Lungo il tragitto si sono fermati davanti l’appartamento, poi la scaletta sul balcone da dove l'uomo avrebbe fatto cadere la moglie, come ha stabilito Cristian D'Ovidio, il medico legale che ha eseguito l'autopsia sul corpo della donna, interpretando la dinamica della caduta.

L’ultimo saluto a madre e figlia si terrà domani, anche se il fratello della donna non ha voluto rivelare il luogo delle esequie. Inoltre, i familiari della moglie di Filippone hanno scelto di svolgere “funerali separati”.

Quelli di Fausto Filippone si sono svolti oggi a Pescara alla Chiesa dello Spirito Santo Gli unici fiori quelli degli “Amici di sempre”, fiori semplici e bianchi, non vistosi.  “Dio – ha detto nell'omelia il parroco don Giorgio Campilii – ci raggiunge nella profondità del baratro della nostra esistenza per riprenderci e, certamente, potrà farlo anche con il nostro fratello Fausto”. 

Prima che il feretro uscisse, Antonio Filippone, sorretto dalla figlia Antonella, ha raggiunto la bara di Fausto: insieme l'hanno accarezzata; poi il papà l'ha baciata.

 

 

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