”GHIACCIAIO DEL CALDERONE E’ VIVO E VEGETO” ALPINISTA, ”FINO A 21 METRI DI SPESSORE”

di Marco Signori

22 Agosto 2017 07:00

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Un'escursione in quota per dimostrate che “il ghiacciaio del Calderone è vivo e vegeto, sotto uno strato di breccia ci sono fino a 21 metri di ghiaccio fossile”. L'ha effettuata Davide Peluzzi, alpinista teramano protagonista di spedizioni sulle vette più alte e impegnative del mondo.

Posto in una conca esposta direttamente a nord, sul versante teramano del Gran Sasso, ad una quota compresa tra i 2650 e i 2850 metri sul livello del mare, il ghiacciaio del Calderone, con la sua latitudine, è il più meridionale d'Europa.

Peluzzi ha realizzato un breve report fotografico sullo stato attuale del ghiacciaio e dei nuovi nevai perenni limitrofi dai 1800 fino ai 2680 metri. “Lo spessore glaciale è ancora consistente su tutta l'area del bacino glaciale”, spiega, con l'obiettivo di “placare le false informazioni degli ultimi giorni”.





“Sono sceso dentro, visto che molti hanno detto che non ci fosse più ghiaccio – dice ad AbruzzoWeb – ma si sono limitati ad osservarlo da lontano. La parte superiore è coperta da ghiaia, ma al di sotto ci sono tra i 15 e i 21 metri di spessore di ghiaccio fossile, che caratterizza i ghiacciai. Molti hanno confuso credendo che dovesse esserci la neve, ma in questo caso sarebbe un nevaio”. 

Peluzzi spiega anche che, nonostante l'eccezionale evento del 18 gennaio scorso, “questo non è stato l'anno più nevoso, come dicono molti, quindi il manto nevoso sul ghiacciaio si è sciolto, ma nel 2012, ad esempio, è caduta molta più neve”.

Le immagini che hanno fatto il giro del web nei giorni scorsi, insomma, da dove si vedono solo tre minuscole chiazze bianche, non devono trarre in inganno, perché il ghiaccio è al sicuro, sotto un manto di pietre.





Eppure i gestori del rifugio Franchetti, posto proprio sotto il Calderone e i due Corni del Gran Sasso, hanno denunciato come il 14 agosto la sorgente d'acqua alimentata dal ghiacciaio si è esaurita, lasciando la struttura a secco in piena stagione turistica.

E l'alpinista aquilano Paolo Boccabella ha parlato di “situazione quest'anno è drammatica: il ghiacciaio è sparito non alla fine dell'estate, ma già a metà agosto”.

Gli stessi meteorologi, però, danno ragione a Peluzzi: “Il nevaio superficiale si consuma completamente d'estate in media una volta ogni cinque anni – ha spiegato il meteorologo Marco Scozzafava dell'associazione L'Aquila Caput Frigoris – Lo ha fatto nel 2001, nel 2007 e nel 2012. La sparizione del ghiacciaio non è un evento eccezionale, ma la situazione va tenuta sotto controllo. Sarebbe allarmante se la cosa si ripetesse tutti gli anni”.

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