DOPO IL DECRETO DEL GOVERNO, I RISPARMI DEGLI AQUILANI IN FUMO: ''GLI ISTITUTI SONO STATI SALVATI CON I NOSTRI SOLDI, NON E' GIUSTO''

1500 AZIONISTI E OBBLIGAZIONISTI BEFFATI DA BANCA ETRURIA, ESPOSTO IN PROCURA

di Marianna Galeota

27 Novembre 2015 08:08

Regione - Economia

L'AQUILA – “Le banche sono state salvate anche con i soldi dei 1500 piccoli risparmiatori aquilani. La verità è che nessuna banca è più sicura”. 

L'imprenditore aquilano Domenico Ioannucci è uno degli oltre 5 mila abruzzesi, secondo una primissima stima, che hanno visto diventare carta straccia i risparmi depositati nella Banca dell'Etruria, una dei 4 Istituti di credito, tra i quali CarichietiCariFerrara e Banca Marche, ​salvati dal governo.

Ioannucci esce allo scoperto alla testa dei 1500 obbligazionisti e azionisti del capoluogo, clienti delle due sedi della banca Etruria, con una denuncia molto forte: annuncia infatti un esposto alla procura della Repubblica e la promozione di una class action di livello nazionale.

I risparmiatori della filiale di viale Corrado IV e di quella storica di Pizzoli sono infatti rimasti a bocca asciutta all'indomani del decreto legge “Disposizioni urgenti per il settore creditizio” del Consiglio dei ministri che lo scorso 22 novembre, in un'insolita quanto coincitata riunione domenicale, ha attuato il salvataggio delle 4 banche.

“Hanno detto di aver salvato le banche senza mettere le mani sui soldi pubblici – afferma – Certo, ma le hanno messe sui risparmi di tutti gli obbligazionisti e azionisti!”.

Ionannucci è sottoscrittore di obbligazioni subordinate presso Banca Etruria, ma lunedì come molti, si è visto azzerare i propri titoli.

“Faremo una denuncia alla procura per stabilire le responsabilità penali in questa vicenda – afferma – Siamo stati noi i veri salvatori di questi istituti di credito e ora rischiamo di vedere andare in fumo tutti i nostri risparmi, mentre le banche che hanno fornito i prestiti ponte per i salvataggi rivedranno tutti loro soldi”.

Azionisti e obbligazionisti aquilani chiamano a raccolta i clienti di tutte le filiali italiane dei quattro istituti salvati dall'esecutivo, per costituire una class action nazionale con l'obiettivo di avere “il rimborso totale del valore di azioni e obbligazioni”.





“Tanti investitori e risparmiatori si fidavano di queste banche e hanno affidato loro i propri risparmi, quegli stessi soldi con i quali avrebbero voluto mandare all'università i propri figli o fare altri progetti di vita – prosegue Ioannucci – Nel caso di Banca Etruria, ci siamo fidati ciecamente perché è quotata in borsa e per questo controllata nei bilanci ogni 3 mesi dalla Banca d'Italia e dalla Consob: organi che, nonostante questo, non hanno attuato misure per scongiurare il commissariamento”.

“Nessuno può essere al sicuro da interventi delo Stato come questi, qualsiasi sia la banca – ammonisce poi – Interventi che di fatto espropriano i risparmiatori dei propri soldi”.

In vista della conversione del dl in legge, che deve avvenire entro 60 giorni, gli obbligazionisti rimasti a bocca asciutta chiedono ora alla senatrice aquilana del Partito democratico Stefania Pezzopane “di prendere a cuore le sorti di noi piccoli risparmiatori con un emendamento al provvedimento del Consiglio dei ministri che possa tutelare le obbligazioni subordinate e fare in modo che si proceda al recupero delle somme”, precisa Ioannucci, che sollecita, inoltre, un intervento del presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, e del vice, Giovanni Lolli.

“In un periodo di forte crisi come questo, quei soldi sono i risparmi che servono alla gente anche per mangiare – conclude – Sono soldi che forse non rivedremo e che contribuiranno a deprimere ancora di più l'economia abruzzese e aquilana già fin troppo depresse”.

I DATI NAZIONALI

Sono oltre 100 mila i risparmiatori di CariChieti, CariFerrara, Banca Marche, Banca Popolare Etruria, secondo i dati riportati Adusbef e Federconsumatori finiti nel meccanismo del “bail-in”, cioè il salvataggio dall'interno delle banche, grazie al convolgimento degli investitori privati.

Adusbef e Federconsumatori hanno definito il bail in “un un vero e proprio esproprio criminale del risparmio, in aperta violazione dell'articolo 47 della Costituzione”.

Secondo alcune stime riportate dalle due associazioni, sono 130 mila i piccoli azionisti e 20 mila i bond holders sottoscrittori di obbligazionisti subordinate dei 4 istituti di credito che potrebbero aver perso oltre 1,2 miliardi di euro dal decreto salvabanche, “con pochissime possibilità di recuperare qualche briciola”.

“I sottoscrittori di bond subordinati delle quattro banche hanno perso quasi 800 milioni di euro contribuendo così al 30% della copertura dei 2,6 miliardi di perdite totali, mentre gli azionisti 133 mila azionisti (60 mila di Banca Etruria; 44 mila di Banca Marche, 22 mila quelli di CariFerrara, 6.000 di CariChieti), hanno subito un brusco risveglio con i loro titoli trasformati in carta straccia”, precisano.





“Anche le Fondazioni bancarie hanno subito un azzeramento superiore a 400 milioni di euro, con la classifica guidata da Banca Marche (262 milioni di euro bruciati), 95 milioni attribuite alla Fondazioni Cassa Risparmio di Pesaro; 82 alla Cassa di Risparmio di Macerata; 63 milioni alla CariJesi; 22 alla Cassa di Risparmio di Fano – concludono – mentre CariChieti ha visto azzerare 78 milioni di euro di patrimonio; la Cassa di Risparmio di Ferrara 74 milioni”.

LE REAZIONI

“Sono pronta ad intraprendere ogni iniziativa possibile, compresa l'ipotesi di un emendamento, per tutelare i risparmiatori della banca Etruria o di altre banche salvate dal governo, che tuttavia si sono visti azzerare i loro risparmi e i loro investimenti in titoli o azioni”.

Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane, che risponde all'appello di Domenico Ioannucci e degli altri risparmiatori.

“In queste ore sono stata contattata anche da altre persone e da alcuni amministratori, tra cui Gianni Anastasio, sindaco di Pizzoli, che hanno lanciato l'allarme su questa vicenda assurda e tragica. Non è pensabile che chi ha investito i propri risparmi, facendo progetti per il futuro, veda svanire tutto, pagando di tasca propria responsabilità altrui”.

“Sono già in contatto con il collega Gianluca Rossi, componente della Commissione Finanze e tesoro del Senato, per concertare un'azione comune, che metta al riparo questi risparmiatori, a cui sono vicina, e dia loro la possibilità di recuperare i risparmi persi”.

Domani alle ore 16, intanto, presso la sala consiliare del Comune di Pizzoli si terrà una riunione tra gli obbligazionisti e gli azionisti della Banca Etruria per costituire un comitato e per affrontare la problematica delle obbligazioni e azioni illiquide emesse dalla Banca Etruria.

Sono invitati a partecipare anche i risparmiatori di Carichieti e Banca delle Marche delle filiali della provincia di L’Aquila colpiti dal decreto legge 183 del 22 novembre 2015.

All’incontro parteciperanno l'avvocato Vanna Pizzi, esperta di diritto dei consumatori e finanziario, Massimo Cerniglia, professore ordinario dell’Università di Cassino esperto in diritto bancario e finanziario, Federconsumatori e l’amministrazione comunale di Pizzoli.

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