ACQUA CANISTRO: NORDA AVVIA PROCEDURA AL VIA, E CONSEGNA PROGETTO STABILIMENTO

5 Febbraio 2018 12:22

L'Aquila - Politica

CANISTRO – La Norda Spa, società concessionaria provvisoria delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro (L’Aquila), ha presentato sabato scorso il progetto del nuovo insediamento industriale da 25 mila metri quadrati, su un terreno a cavallo tra i comuni di Canistro e Civitella Roveto (L'Aquila).

Un’operazione da circa 20 milioni di euro a totale carico del player nazionale del comparto 'benedetto' dal vice presidente della Giunta abruzzese Giovanni Lolli: per esempio, per l'acquisto dei terreni e la realizzazione della complessa struttura.

E non solo: il 31 gennaio scorso il gruppo, che fa capo ai fratelli Pessina, editori del quotidiano l’Unità, e già titolari dell'acqua Gaudianello e Sangemini, ha consegnato alla Regione Abruzzo i documenti necessari alla procedura di Valutazione di impatto ambientale, che finora la Norda, ricorrendo anche la Tar contro la Regione, riteneva non necessaria.

Le due nuove mosse arrivano decisamente a sorpresa e in sensibile ritardo visto che lo scorso 15 marzo la Norda si è aggiudicata provvisoriamente il bando regionale emsso il 15 dicembre 2016, quindi poco meno di un anno fa.

Ma i dubbi e le perplessità rimangono, considerando che anche se la Norda, finora mai intervenuta con comunicazioni dirette, dovesse esperire con convinzione i prossimi passaggi burocratici e centrare l'obiettivo, i tempi sarebbero molto lunghi e la procedura molto difficoltosa.

Questo, nonostante a Canistro e Civitella Roveto gli amministratori, in testa i due sindaci, rispettivamente Angelo Di Paolo e Sandro De Filippi, si faccia festa per lo sblocco di un'impasse, che destava sempre più preoccupazione in primis tra gli oltre 70 lavoratori a cui stanno scadendo man mano gli ammortizzatori sociali.





Oltre ai tempi del Via, tra le incognite ci sono anche le tempistiche e le modalità degli annunciati espropri, da parte del Comune di Canistro, che avrebbe dichiarato la pubblica utilità, dei terreni privati da trasformare da agricoli in industriali: in tal senso, la procedura è a rischio impugnazione per il passaggio di proprietà a una società privata.

Sulla vicenda pesano anche i ricorsi già inoltrati e quelli che ci saranno da parte della Santa Croce. Il personale è stato licenziato dalla Santa Croce dell'imprenditore molisano Camillo Colella, in seguito alla revoca della concessione delle sorgenti Antonio Sponga, da parte della Regione con la quale è in atto un duro contenzioso.

Dopo la vittoria provvisoria del bando, il progetto industriale della Norda è rimasto, tuttavia, in questi mesi, al palo, con la preziosa acqua minerale che si riversa nel fiume da 2 anni, proprio per la divergenza di vedute sulla necessità della Via, tra società e Regione, e per la difficoltà di realizzare in tempi stretti un nuovo stabilimento, senza un terreno già pronto.

Questo tenuto conto che lo stabilimento esistente è di proprietà della Santa Croce che non ha nessuna intenzione di affittare o vendere.

Queste, comunque le tempistiche: ora ci saranno 30 giorni di tempo per tutti gli enti coinvolti, associazioni e cittadini per chiedere integrazioni, proposte di modifica, sollevare obiezioni, ma anche per depositare leautorizzazioni necessarie al progetto, ad esempio da parte dei comuni interessati.

Poi si avvierà il procedimento di Via, che ora formalmente non può ancora cominciare, perché la documentazione, a oggi, è incompleta. Il comitato avrà 60 giorni per esprimersi, in caso di integrazioni il tempo massimo sarà di 150 giorni.

Per la conferenza dei servizi, relativa alla realizzazione dello stabilimento, la tempistica è invece di 120 giorni. Questo è l'iter senza intoppi: un epilogo che avrebbe del clamoroso, visti i tempi, fortemente imprevedibili del Via.





Il progetto del nuovo stabilimento è stato illustrato nei giorni scorsi dai rappresentanti della Norda ai sindaci Di Paolo e De Filippis, e a una rappresentanza dei lavoratori, ai quali stanno scadendo gli ammortizzatori sociali. Il piano prevede la riassunzione come minimo di 50 dei 75 licenziati dalla ex titolata a imbottigliare a Canistro, la citata Santa Croce di Colella.

Anche se a parlare e fare il punto è proprio il comune di Canistro e mai i vertici della Norda con note ufficiali.

Nella sua forte battaglia legale, la Santa Croce ha chiesto anche che la concessione provvisoria venga revocata alla Norda, proprio perché la Via di fatto non è stata presentata entro i termini di legge.

Norda ha infatti contestato la perentoria richiesta da parte della Regione di presentare la Via, ritenendo sufficiente la più circostanziata Verifica di assoggettabilità (Va), già presentata. Su questo punto la società ha presentato ricorso al Tar ad ottobre.

Con un ulteriore ricorso, a gennaio 2018, Norda ha risposto poi a una determina del 7 dicembre precedente a firma di Iris Flacco, dirigente del servizio Risorse del territorio e attività estrattive della Regione, in cui la società veniva intimata a sottoporre il progetto definitivo dello stabilimento e dell’attività industriale alla Valutazione di impatto ambientale (Via), entro 60 giorni, ovvero entro nei giorni scorsi.

Nel ricorso si evidenzia che questo ultimatum è illegittimo e irragionevole, e si ricorda che la società non è stata messa nelle condizioni di realizzare il nuovo stabilimento, perché il Comune di Canistro non gli ha ancora messo a disposizione i terreni, visto perché hanno scritto i legali, “pur essendo stata dichiarata idonea, l’area in realtà oltre a ricadere in parte nel comune di Canistro, in parte in quello di Civitella Roveto, aveva destinazione agricola e frazionata in vari lotti, rispetto ai quali non era sempre possibile risalire ai proprietari effettivi. Inoltre – si rimarca – alcuni lotti erano proprietà provenienti da successioni ereditarie non sempre formalizzate”. (f.t.)

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