AGRICOLTURA: ”GRADUATORIA BANDO PSR IN CASSETTO”, DUBBI SUI VINCITORI

6 Aprile 2018 13:46

Regione - Politica

PESCARA – “Presenterò una specifica interpellanza per capire le motivazioni per le quali le graduatorie del primo bando delle Misure strutturali (4.1 e 4.2), a due anni circa della loro pubblicazione e a quasi un anno della loro chiusura, non sono ancora pubblicate e quali sono i veri ostacoli per cui le aziende agricole non possono ricevere i fondi del Psr. Non vorrei che le aziende vincitrici siano esattamente proprio quelle che mesi fa furono oggetto di individuazioni facilmente desumibili tra le righe dei bandi e dalla conoscenza del settore”.

Il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, ex assessore all’Agricoltura, torna a puntare l’indice sul Programma di sviluppo rurale.

“Un Psr scritto male e gestito in maniera altrettanto pessima attraverso una struttura ridotta ai minimi termini e con poco personale – dice Febbo – Infatti adesso attendiamo di vedere l’esito finale della graduatoria soprattutto quella inerente i progetti superiori ai 250 mila euro dove, non mettendo il limite massimo e aggiungendo una premialità di 15 punti ad un investimento superiore ai 5 milioni di euro, si finanzierà al massimo solo 5/6 progetti”.





“Infatti con i requisiti di accesso ai benefici si sono avvantaggiate le grandi aziende, magari quelle agroindustriale a svantaggio delle piccole e medie che sono la stragrande maggioranza del tessuto produttivo”, ribadisce il consigliere azzurro.

“Ricordo come la dotazione finanziaria della Misura 4.1 è di 25 milioni di euro da destinare la metà (circa 12 milioni di euro) ai progetti sotto i 250 mila euro e l’altra metà a quelli con un investimento superiore”.

“Come ho avuto modo già di denunciare – continua Febbo – per le misure investimenti (4.1 e 4.2), dovevano essere impiegate molte più risorse economiche poiché quelle messe a bando sono insufficienti soprattutto per i progetti di grandi dimensioni che comunque dreneranno tutte le poche risorse a svantaggio delle piccole e medie aziende portatrici di alta qualità e territorialità. Ecco perché questo Psr rischia di finanziare le solite poche grandi aziende agricole sfavorendo un settore primario che soffre da troppo tempo”.





“Per non parlare del pacchetto giovani, anche qui dopo due anni i nuovi imprenditori agricoli ancora non riescono ad essere finanziamenti. Infatti su 750 domande solo 250 hanno visto accoglimento a causa della messa a disposizione delle poche risorse e della richiesta di fidejussioni bancarie inopportune e fuori dalla logiche economiche finanziaria. Bloccati anche i bandi relativi al funzionamento e avvio dei Gal (Gruppo di azione locale)”.

“Ancora più assurdo è vedere le poche azioni messe in campo da questo esecutivo regionale per rendersi conto come in capo agricolo la Regione Abruzzo vive un mondo parallelo e lontano anni luci dai gravi e persistenti problemi quotidiani che vivono oggi il mondo rurale. Pertanto è del tutto evidente come abbiamo un comparto agricolo stanco, indebolito e soprattutto molto demoralizzato visto i tempi biblici che la Regione impiega nel spendere i finanziamenti del Psr”.

“Non è un caso che la Rete rurale nazionale-Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole) colloca da tre anni l’Abruzzo tra le ultime regioni in termini di capacità di avanzamento della spesa pubblica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. Una performance pessima che vede adesso l’Abruzzo sempre più vicina al rischio disimpegno, ossia alla restituzione dei fondi alla Comunità europea. La Regione Abruzzo – conclude Febbo – ha perso una grande occasione e non ha saputo cogliere quel salto di qualità di innovazione e competitività che questo Psr poteva e doveva dare alle aziende agricole abruzzesi”.

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