L'AQUILA – A tre anni dal suo avvio, segnato da molto clamore, si ridimensiona l'inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila nei confronti di dirigenti regionali ed imprenditori finiti nei guai con l'accusa di avere, fra il 2009 e il 2013, gestito in modo illecito fondi comunitari e pilotato appalti pubblici della Finanziaria regionale (Fira).
Sono stati infatti prosciolti in sede di udienza preliminare, dall'ipotesi di reato più pesante, quello di associazione a delinquere finalizzata alla commissione del delitto di turbata libertà degli incanti, le quattro persone finite con grande clamore sotto inchiesta: si tratta di Antonio Sorgi, originario di Giulianova (Teramo), super direttore ai tempi della Giunta di centrodestra guidata da Gianni Chiodi, oggi dirigente regionale alla guida dell'Azienda per il diritto allo studio universitario (Adsu) di Teramo; Iris Flacco, di Giuliano Teatino (Chieti), dirigente regionale del Servizio Risorse del territorio e Attività Estrattive nell'ambito del Dipartimento Opere Pubbliche; Ercole Cauti, di Torano Nuovo (Teramo), imprenditore nel settore dei progetti comunitari, amministratore della società Metron Srl con sede a Mosciano Sant'Angelo (Teramo) e Rocco Micucci, di Rapino (Chieti), già presidente del Consiglio d'amministrazione della Fira, oggi sindaco della cittadina teatina.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell'Aquila ha invece rinviato a giudizio i quattro relativamente all’unico fascicolo rimasto in piedi, quello relativo al progetto europeo Effect del 2011, gestito dalla Fira la cui realizzazione è stata affidata con una gara sottosoglia alla società Metron srl.
Il processo per l'affidamento del progetto Effect si aprirà a gennaio.
Ad incombere c'è però la prescrizione che, per il reato contestato, arriverà a giugno del 2019: ma uno degli imputati, Ercole Cauti, tramite il suo avvocato Lino Nisi, del foro di Teramo, ha fatto sapere che rinuncerà alla prescrizione volendo dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati anche su quest'ultima accusa.
L'ex direttore regionale Sorgi, dal canto suo, sta valutando con il suo legale Guglielmo Marconi la possibilità di rinunciare anch'egli alla prescrizione.
“Ringrazio Dio, e non gli uomini, ad esclusione dei miei avvocati, per aver fatto cadere l'accusa di associazione a delinquere, ridicola, ma la più infamante che ci possa essere per una persona come me, che ha sempre inteso il ruolo di amministratore come servizio alla comunità. E non credo di dover dimostrare nulla. La mia storia, la mia persona, la mia famiglia andrà avanti oltre tutto e a testa alta”, ha scritto in un post su Facebook Micucci.
Il pm dell'Aquila Antonietta Picardi, dal settembre scorso procuratore generale in Cassazione, e Simonetta Ciccarelli nel 2015, partendo dall'inchiesta “Re Sole” che vedeva indagato Sorgi, hanno dato vita ad un filone a parte, relativo a presunti illeciti nell'affidamento di servizi e forniture per la gestione e l'assistenza tecnica di progetti finanziati con fondi europei gestiti dalla Regione Abruzzo.
Gli spunti investigativi sono scattati facendo fede su una voluminosa mole di intercettazioni telefoniche.
Secondo l'accusa dei pm, Sorgi, in concorso con Flacco, avrebbe approfittato del suo ruolo dirigenziale per favorire l'imprenditore Cauti, titolare della Metron (società specializzata nella gestione procedurale e finanziaria di programmi europei) alla quale sarebbero state affidate ben cinque commesse pubbliche con gare turbate, secondo i pm, per un valore di centinaia di migliaia di euro.
In due casi la società che si è formalmente aggiudicata la gara è stata la Fira (da qui il coinvolgimento dell'ex presidente del Cda Micucci), fra queste quella del progetto Effect.
Finita a processo perché ci sarebbe stata una sorta di subappalto: l'aggiudicazione formale alla Fira sarebbe servita solo per far gestire poi l'attività vera e propria alla Metron che non ne avrebbe avuto i requisiti necessari.
Download in PDF©