AVEZZANO – Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avezzano (L'Aquila), Francesca Proietti, ha rigettato le richieste di revoca delle misure cautelari avanzate dai 7 dei 12 indagati nell'ambito dell'inchiesta “master list” su presunti appalti truccati finiti agli arresti domiciliari.
Secondo il gip le indagini proseguono e quindi permangono le esigenze di custodia.
Ai domiciliari restano dunque l’amministratore delegato del Consorzio acquedottistico marsicano (Cam), Giuseppe Venturini, che si è dimesso, l'ex vice sindaco con delega ai Lavori pubblici di Canistro (L'Aquila), oggi consigliere di maggioranza Paolo Di Pietro, il sindaco di Casacanditella (Chieti), Giuseppe D’Angelo, l’imprenditore di Montorio al Vomano (Teramo), Emiliano Pompa, l’imprenditore Antonio Ruggeri di Avezzano, Antonio Ranieri dell’Aquila, responsabile unico del procedimento al Comune di Campotosto (L'Aquila), e l’imprenditore Sergio Giancaterino di Penne (Pescara).
L'accusa è, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, corruzione, falso e rivelazione di segreto d'ufficio.
Gli avvocati degli indagati, riferisce Il Messaggero, hanno annunciato ricorso al tribunale del riesame dell'Aquila.
Oltre ai 7 finiti ai domiciliari, sono indagati i fratelli Florideo e Silvano Primavera, Luciano Giammarino, Domenico Primante e Vincenzo Zangrilli.
Giancaterino, infine, considerato personaggio chiave dell'inchiesta assieme a Ruggeri, ieri è stato nuovamente interrogato: ha risposto alle domande dei magistrati per circa 4 ore.
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