APPALTO ASL: CHIESTI 11 ANNI PER MILETI, D’ALESIO E MANCINELLI

22 Febbraio 2016 17:34

Pescara - Cronaca

PESCARA – Quattro anni di reclusione a testa per l'ex assessore regionale Italo Mileti e per l'ex amministratore della Fira Claudio D'Alesio, e tre anni di reclusione per l'ex funzionario regionale Enzo Mancinelli. Sono le richieste formulate dal pm Gennaro Varone, davanti al tribunale collegiale di Pescara, nell'ambito del processo sull' operazione di affidamento del brokeraggio delle Asl abruzzesi, per fatti che risalgono al 2009, frutto della prima inchiesta sugli appalti post-ricostruzione a L'Aquila.

Mileti e D'Alesio sono accusati di millantato credito, Mancinelli é imputato per corruzione.





Nel corso dell'udienza di oggi si è tenuto l'esame dell' imputato Italo Mileti. Subito dopo c'è stata la requisitoria del pm Varone, seguita dall'arringa dell'avvocato Pietro Maria Di Giovanni, legale di parte civile per conto della società Ati Marsh Spa, il quale ha presentato una richiesta di risarcimento danni, nei confronti di Mancinelli, pari a 260 mila euro.

Sono iniziate anche le arringhe delle difese, con gli avvocati Massimo Galasso e Luca Francano che hanno chiesto l'assoluzione “perché il fatto non sussiste” per il loro assistito D'Alesio.

Il presidente del tribunale collegiale Rossana Villani ha aggiornato l'udienza al 28 giugno: in quell'occasione parleranno i legali di Mileti e Mancinelli e sarà emessa la sentenza.





Secondo l'accusa, Mancinelli avrebbe avuto un ruolo centrale nell'operazione per l'affidamento del brokeraggio delle Asl abruzzesi: si sarebbe attivato affinché l'appalto fosse aggiudicato alla Mediass Spa, che aveva presentato ricorso contro l'aggiudicazione provvisoria all'Ati Marsh Spa, vincitrice della gara.D'Alesio e Mileti, come contropartita per l'aggiudicazione dell'appalto, avrebbero fatto assumere la figlia di Mancinelli, per un anno, nello studio dell'avvocato Giuseppe Cichella a Roma.

Inoltre, in base alla ricostruzione del pm, D'Alesio e Mileti si sarebbero adoperati, presso esponenti della pubblica amministrazione, affinché andasse in porto l'affare legato all'acquisto di un terreno da 7 mila quadrati, mediante l'impiego di una parte dei 47 milioni di euro ricevuti dalla Asl a titolo di risarcimento assicurativo per i danni del terremoto.

Su quel terreno la Asl avrebbe dovuto trasferire i nuovi uffici amministrativi, dopo che i vecchi erano stati distrutti dal sisma. L'attività di pressione era mirata a favorire il proprietario del terreno in cambio di una percentuale sulla compravendita e sarebbe stata condotta anche profilando soluzioni al di fuori delle regole.

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