ARTE SACRA: SUCCESSO PER MOSTRA FONDAZIONE CARISPAQ, ULTIMI GIORNI

31 Gennaio 2017 13:00

L'Aquila - Cultura

L'AQUILA – Sono gli ultimi giorni utili per poter visitare la mostra “Memoria e appartenenza – Arte sacra all’Aquila tra il XV e il XIX secolo nella collezione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila – Bper Banca” che resterà aperta ancora questa settimana presso l’Auditorium “E. Sericchi” in via Pescara, 4 all’Aquila.

L’iniziativa è stata un vero successo a giudicare dai numerosissimi visitatori che, soprattutto durante il periodo festivo, hanno voluto lasciare una testimonianza della loro presenza firmando il registro e sposso tornando più volte ad ammirare le opere esposte della collezione ex Carispaq e che per la prima volta sono state presentate insieme.

Oltre un migliaio solo le presenze registrate, tante scolaresche e tantissime associazioni non hanno voluto perdere l’occasione di questa iniziativa che domani alle 18,00 avrà anche la visita dell’Arcivescovo dell’Aquila monsignor Giuseppe Petrocchi.





Il prelato sarà ricevuto dal presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani e dai vertici della Direzione Territoriale Adriatica della Bper Banca e sarà guidato alla visita dalla stessa curatrice della mostra la giornalista e storica dell’arte Angela Ciano.

“Sono gli ultimi giorni per questa iniziativa organizzata dalla Fondazione Carispaq – spiega il presidente Marco Fanfani – e siamo molto soddisfatti dell’apprezzamento che registriamo attraverso i numerosissimi sottoscrittori; tantissimi aquilani ma anche  provenienti da altre città, tanti giovani, tante scolaresche e associazioni, tante personalità ed esperti del nostro territorio. Un consenso che non è mai mancato a questa mostra nonostante i giorni e i momenti difficili che la nostra città e la nostra comunità si trova ada affrontare ancora una volta”.
 
La mostra promossa dalla Fondazione Carispaq, in collaborazione con Bper Banca, è un’accurata selezione delle opere della collezione Cassa di Risparmio che, per la prima volta, vengono esposte al pubblico con l’intento di far conoscere il ricco patrimonio d’arte e cultura raccolto nei suoi centocinquanta anni di storia. Un patrimonio che la Fondazione intende valorizzare promuovendo anche altre importanti iniziative come questa appena presentata.

Essa propone quattordici opere (dodici dipinti, un disegno ed una scultura) che ripercorrono quattro secoli di storia dell’Aquila e del suo territorio. Nella selezione di capolavori esposti si ricompone la vicenda di una città in un percorso cronologico che ricuce fatti e personaggi di una storia lunga e preziosa che, attraverso le stesse opere d’arte esposte, diventa memoria condivisa. Tra gli artisti presenti in mostra ci sono nomi di primo piano: Saturnino Gatti, Giovanni da Lucoli, Maestro dei Polittici Crivelleschi, Cola dell’Amatrice che, con le loro opere, hanno contribuito alla grande stagione di potere e splendore dell’Aquila.

Gli anni tra la seconda metà del XIV secolo e i primi decenni  del XV infatti sono quelli in cui si sviluppò la cosiddetta “scuola aquilana”, uno dei momenti più alti del Rinascimento Abruzzese. Ne sono una testimonianza alcuni capolavori come la Madonna col Bambino di Saturnino Gatti, che rappresenta il periodo fiorentino passato presso la bottega del Verrocchio oppure il grande Polittico del Maestro dei Polittici Crivelleschi.





L’immagine guida dell’esposizione è rappresentata dalla “Madonna in trono con Bambino tra i santi Pietro, Gennaro e Francesco d’Assisi”, dipinto su tavola di Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice ma in mostra si incontrano anche Luca Giordano, Mattia Preti, Francesco Solimena, Francesco De Mura, Vincenzo Damini e Teofilo Patini che ci raccontano una storia fatta di dominazione e impoverimento, di terremoti e rinascite durante la quale le famiglie gentilizie aquilane hanno dato impulso al fenomeno del collezionismo che ha portato nel tempo in città nomi di risonanza internazionale.

La mostra, infine, espone un bozzetto di Teofilo Patini riguardante la grande pala d’Altare, San Carlo Borromeo che visita gli appestati; situato originariamente nella Cattedrale dell’Aquila e distrutto dal terremoto del 2009. Una testimonianza questa che funge da incitamento alla rinascita di questa città e di tutte le altre che hanno vissuto le stessa tragica esperienza.

 

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