ASSENZE DA ENTI PUBBLICI PER SISMA E NEVE, CONSIGLIO DISPONE RECUPERI FINO AL 2018, LA GIUNTA CI PENSA SU

6 Marzo 2017 12:45

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – È ancora aperta, in Regione Abruzzo, la vicenda che si è originata dalla chiusura forzata degli uffici tra il 18 e 20 gennaio scorso quando si sono assommate le emergenze neve e terremoto in gran parte della provincia, con alcuni dipendenti pubblici che rischiano di dover restituire parte dello stipendio o svolgere delle ore di straordinario per compensare assenze ritenute da alcuni giustificate e da altri no.

Una differenza di vedute che coinvolge anche le due diverse articolazioni in cui è suddiviso l'ente regionale, Giunta e Consiglio.

Per quanto concerne quest'ultimo, organo legislativo, il destino dei lavoratori è già deciso: il direttore, Paolo Costanzi, ha emesso una direttiva in cui dispone che il personale recuperi le 15 ore complessive stimate di lavoro pagato e non svolto e possa farlo di qui fino a febbraio 2018.





Entro quel termine l'arretrato verrebbe diviso in tanti piccoli recuperi da 20 minuti a settimana stimati che dovrebbero rendere la cosa quasi indolore per i dipendenti.

Decisioni ancora da prendere, invece, nella Giunta regionale, organo esecutivo, come conferma ad AbruzzoWeb il direttore generale, Cristina Gerardis.

“Stiamo in realtà facendo un approfondimento dopo il parere dell'Aran per verificare se sia giuridicamente corretta una interpretazione estensiva della norma del contratto collettivo degli statali anche al nostro personale”, annuncia.





Un ulteriore approfondimento prima di adeguarsi al parere dell'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) che in un proprio parere ha considerato la chiusura dei pubblici uffici non imputabile “né al datore né ai lavoratori, con la conseguenza che il datore non è tenuto a corrispondere retribuzione per le ore di mancata prestazione oppure può chiedere di recuperare tali ore attraverso ferie, permessi e aspettativa non retribuita”.

Conseguenza, in caso di rigida interpretazione, il recupero, come disposto dal Consiglio regionale, dal Comune dell'Aquila, dal Parco Gran Sasso-Laga e altri enti, oppure la restituzione di parte dello stipendio.

Altre istituzioni, come Comune di Avezzano e Università del capoluogo, hanno invece interpretato in modo morbido l'assenza. (alb.or.)

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