E' L'IMPRENDITORE IOANNUCCI, ''RICONOSCIUTO UN DIRITTO SACROSANTO'' L'AVVOCATO PIZZI, ''POCHE DECISIONI COME QUESTE IN ITALIA''

BANCA ETRURIA: AQUILANO RISARCITO, PRIMO CASO IN ABRUZZO DOPO ARBITRATO ANAC

23 Maggio 2018 21:09

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Primo caso in Abruzzo di risarcimento totale delle somme perse nel crac di Banca Etruria da parte di uno delle migliaia di sottoscrittori di obbligazioni subordinate che si sono visti azzerare i loro risparmi in seguito al decreto “Salva Banche” che ha riguardato oltre all'istituto bancario che ha sede ad Arezzo, e anche le altre tre “bad bank” Carichieti, Banca Marche e Cariferrara.

Il lodo arbitrale dell’Anac, con la sottoscrizione del giudice arbitro, il presidente Ferruccio Auletta, ha riconosciuto l'intera somma investita ed andata in fumo all'imprenditore aquilano Domenico Ioannucci,  presidente del Comitato “Difesa dei risparmiatori della Banca Etruria di Pizzoli”, comune a pochi chilometri dall'Aquila, dove la filiale della banca aveva centinaia di clienti.

Si tratta del primo comitato sorto in Italia dopo il crac delle quattro banche, al quale hanno aderito circa 1.500 obbligazionisti ed azionisti, tra cui pensionati, piccoli imprenditori, dipendenti pubblici,  che si sono visti azzerare le somme faticosamente messe da parte.

In Abruzzo, secondo una stima, sono circa 5.000 gli azionisti ed obbligazionisti che hanno perso tutto per via del crac delle quattro bad bank acquisite da Ubi Banca.





Ioannucci è stato tra i pochissimi a non aderire alla formula del rimborso forfettario automatico dell'80 per cento di quanto andato perduto.

Secondo quanto si è appreso, verrà risarcito di circa 30 mila euro.

“E' una bella soddisfazione vedersi riconosciuto un diritto sacrosanto – spiega Ioannucci -. Ho sempre sostenuto che nell'investire le somme, ci è stata nascosta dolosamente la vera situazione della banca che a Pizzoli aveva acquisito la fiducia di molti risparmiatori. Ci hanno venduto obbligazioni con rendimento simili ai titoli di stato che quindi non determinavano grandi incassi, con un rischio altissimo che non ci è stato fatto percepire ma che dirigenti e funzionari conoscevano. Di banca Etruria noi a Pizzoli ci fidavamo. Mi sono sempre battuto per il riconoscimento della intera somma”.

Sono circa 10 i risparmiatori che hanno seguito l'iter di Ioannucci.





“E' una sentenza che si somma alle poche sinora simili in Italia”, spiega l'avvocato Vanna Pizzi che ha curato il ricorso e che è legale del comitato di Pizzoli, oltre che impegnata nel processo penale che si sta celebrando ad Arezzo.

“Una bella soddisfazione professionale, questa sentenza, che in realtà è un vero e proprio lodo, un provvedimento del giudice, ha efficacia esecutiva: se non viene eseguita spontaneamente da parte del Fondo Interbancario, potrebbe essere posto a esecuzione forzata”, chiarisce il legale, esperta di diritto finanziario e dei consumatori, che segue sin dai primi momenti la vicenda di Banca Etruria.

Un risultato, quello raggiunto per Ioannucci, molto simile a quello di altri: il presidente del comitato dei risparmiatori di Pizzoli non aveva un profilo di rischio basso, ma un portafoglio più strutturato.

“Le violazioni nella negoziazione del titolo subordinato di Banca Etruria erano, dunque, particolarmente gravi e avendole individuate con precisione dall’impianto difensivo, il lodo non ha potuto fare altro che prenderne atto – continua il legale -. E’ dunque applicabile anche a casi simili, naturalmente dopo un’analisi approfondita di tutta la documentazione contrattuale – conclude Pizzi-. Questo mi fa ben sperare perché almeno un paio di altri casi simili tra quelli che ho trattato e che ho depositato all’Anac ci sono”.

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