PM PROCURA DI TERAMO AVEVA CHIESTO PENA DI 6 ANNI AL DIRETTORE ANTONIO DI MATTEO E AL RESPONSABILE AREA FINANZA LUCIO PENSILLI

BANCA TERCAS: TUTTI ASSOLTI I 28 IMPUTATI ACCUSATI DI TRUFFA AI RISPARMIATORI

18 Giugno 2018 20:23

Regione - Cronaca

TERAMO  – Sono stati tutti assolti dal giudice del Tribunale di Teramo Flavio Conciatori, i 28 imputati accusati di truffa in concorso con le azioni della Tercas, tra cui l'ex direttore generale della banca, Antonio Di Matteo e diversi dirigenti, direttori di filiali e anche semplici impiegati, ai quali l'accusa contestava di aver venduto delle azioni facendole passare invece per cosiddetti “pronto contro termine”.

In altre parole, secondo l'accusa, ai clienti sarebbero state vendute azioni spacciandole per investimenti a un anno con un rendimento garantito.

L’investimento riguardava infatti l’acquisto di azioni proprie di Banca Tercas, che su una scala da 1 a 5 hanno un rischio pari a 5. Mentre gli investitori, sosteneva l'accusa, hanno percepito di sottoscrivere un prodotto diverso, che è quello dei pronti contro termine e quindi un investimento a basso rischio, con una scadenza predeterminata e un tasso di interesse prestabilito.

In particolare, secondo il consulente della Procura, la maggior parte dei clienti con le relative risposte avrebbe infatti evidenziato una maggiore propensione al risparmio: “Molti clienti che avevano acquistato i prelativi pacchetti erano pensionati e dipendenti in due casi pensionati ultraottantenni, con una propensione soprattutto all’accumulo patrimoniale, con una netta incompatibilità tra il profilo dell’investitore e il suo profilo di rischio”.





I fatti contestati agli imputati risalgono al 2011, con l'inchiesta partita dalle denunce di alcuni risparmiatori.

Nella requisitoria del 28 aprile scorso, il pm Enrica Medori aveva chiesto una pena di sei anni a testa per l'ex direttore generale Di Matteo e per l'ex responsabile pro-tempore dell'area finanza della Tercas, Lucio Pensilli, e quattro anni per l'allora responsabile pro-tempore dell'area commerciale Alessio Trivelli.

L'istituto di credito, oggi acquisito dalla Banca Popolare di Bari, si è costituito parte civile nei confronti di Di Matteo e Pensilli.

Oltre a quelle per i tre vertici il pm Enrica Medori aveva chiesto anche la condanna a due anni ciascuno per Piero Lattanzi e Franco Maiorani, che all'epoca ricoprivano i ruoli rispettivamente di responsabile del servizio privati della Tercas e responsabile pro tempore del settore finanza della banca, a sei mesi ciascuno per Fabrizio Di Bonaventura, Franca Marozzi, Mariagabriella Calista, Pietro Sciarretta, Nicola Celli, Rosanna Arcieri, Valentina Angelozzi, Enrico Robbuffo, Luisa Ferri e a nove mesi per Silvana De Sanctis che all'epoca, in base alle diverse posizioni, ricoprivano ruoli che andavano da quelli di direttori a vicedirettori di filiale fino ad addetti alla riprofilatura dei clienti.

Per sei degli imputati per i quali è stata chiesta la condanna è stata comunque chiesta l'assoluzione per alcuni capi di imputazione.





Chiesta invece l'assoluzione per altri 13 dipendenti finiti a processo: Marco Nardinocchi, Maria Lucia De Laurentiis, Monica Di Luciano, Luca Ettorre per non aver commesso il fatto, Christian Torreggianti, Elena Malatesta, Carlo Pavone, Giancarlo Stacchiotti, Lidia Mazzocchitti , Rosanna Rastelli , Maria Carmela Valentini, Danilo Ranalli e Marinella Petrini perché il fatto non sussiste.

“La sentenza assolutoria è l'epilogo del mirabile operato del Tribunale – ha commentato l'avvocato Gianni Falconi, legale di Di Matteo insieme alla collega Claudia Di Matteo – la magistratura ha restituito onorabilità e prestigio al dottore Di Matteo. L'accertata insussistenza dei fatti dimostra che la Tercas, nel periodo in cui è stata diretta da Di Matteo, non ha mai negato agli investitori il riacquisto delle proprie quote né più né meno di quanto è accaduto nell'operazione del 2010, perché la Banca le collocava nella certezza che avrebbe potuto riacquistarle in quanto aveva la necessaria solidità finanziaria e perché ha sempre anteposto gli interessi dei suoi clienti ai propri”.

 

 

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