BANCHE: IL 60 PER CENTO DEI RISPARMIATORI DI PIZZOLI ”RESTA FUORI DAL DECRETO”

di Marianna Galeota

1 Maggio 2016 12:22

L'Aquila -

L'AQUILA – “È un decreto non risolutivo che lascia fuori circa il 60 per cento dei risparmiatori di Pizzoli”. 

L'avvocato del comitato Banca Etruria di Pizzoli (L'Aquila) Vanna Pizzi si dice soddisfatta “solo in parte” dal decreto banche approvato venerdì dal Consiglio dei ministri che stabilisce le norme sui rimborsi per i risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti, che a novembre scorso hanno perso tutto con il decreto salva banche.  





Il decreto, secondo la Pizzi “pur avendo aumentato la platea dei risparmiatori che avranno un rimborso automatico, infatti, ne lascia fuori una grossa fetta”.

Otterrà un rimborso forfettario fino all’80 per cento della cifra investita, senza bisogno dell’arbitrato presso l’Autorità nazionale anticorruzione, chi ha un reddito lordo quantificato in meno di 35mila euro ai fini Irpef, o un patrimonio mobiliare di valore inferiore a 100mila euro. 

Il decreto è stato approvato proprio nel giorno della clamorosa protesta dei risparmiatori di Pizzoli che hanno occupato la filiale di Banca Etruria, prima di iniziare la corsa allo sportello, il cosiddetto Bank run per ritirare tutti i soldi e “trasferirli all'estero”. 





“Si tratta di due parametri alternativi – sottolinea – L'uno cioè esclude l'altro, e se da una parte il decreto garantisce un ampliamento della platea interessata ai rimborsi, dall'altra tuttavia lascia fuori tantissimi risparmiatori. Si tratta di tutte quelle persone che magari detengono azioni e obbligazioni e che hanno un patrimonio maggiore dei 100 mila euro o che hanno un reddito di poco superiore ai 35 mila euro fissati”. 

“Il governo sostiene che resteranno fuori in pochi, ma non è così – conclude – a Pizzoli infatti la maggior parte degli investitori dovrà affrontare i tempi lunghi dell'arbitrato, cause penali, aspettare gli eventuali rimborsi e le cause civili qualora ci siano omissioni di informazioni. A questo punto si sarebbe potuto fare uno sforzo maggiore perché c'è stata rassicurazione sugli importi disponibili nel fondo che sarà utilizzato per gli indennizzi automatici. La dotazione del fondo da quello che è trapelato, infatti, è aperta: credo sia stato stabilito un importo iniziale che non è il massimale, ma verrà di volta in volta ricostituito per permettere a tutti quelli che rientreranno nei due parametri alternativi il ristoro delle somme”. 

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