SCONTRO POLITICO TRA PAOLUCCI E FEBBO INTORNO AI NUMERI DEL RAPPORTO

BANKITALIA: IN ABRUZZO CRESCE ECONOMIA E OCCUPAZIONE, MA MENO DELLA MEDIA NAZIONALE

21 Giugno 2018 21:16

Regione - Economia

L’AQUILA. L'economia abruzzese, nel 2017, è cresciuta, sia pure di un punto percentuale, meno di quella nazionale: incrementi si registrano nel comparto industriale e nei servizi, flessione nelle costruzioni.

E'quanto emerge dal rapporto sull’Economia dell’Abruzzo presentato oggi all’Aquila dalla Banca d’Italia.

L'occupazione è aumentata, favorendo una diminuzione del tasso di disoccupazione in particolare tra i più giovani. Il reddito disponibile delle famiglie e i consumi sono stimati in aumento per il terzo anno consecutivo. In merito all'accesso al credito sono cresciuti sia i prestiti alle imprese, trainati dai finanziamenti alle aziende di medio-grandi dimensioni, sia quelli alle famiglie, sebbene il numero degli sportelli bancari si sia ulteriormente ridotto.

La lettura dei dati ha provocato uno scontro in seno alla politica regionale: l'assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci (Pd), in una nota ha commentato che si è “in presenza di dati positivi, abbiamo risollevato la Regione”. “Il quadro che ci consegna il rapporto della Banca d’Italia sull’economia abruzzese nel 2017, presentato oggi a L’Aquila, è positivo. Nella sintesi diffusa in mattinata si legge che 'l'attività economica è moderatamente cresciuta' e che, secondo le stime di Prometeia, 'l'incremento del Pil è stato di circa l'1 per cento'”.

Il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo ha replicato: “sul rapporto Bankitalia, Paolucci gioisce del nulla, i dati confermano un Abruzzo in controtendenza rispetto alla 'ripresina' nazionale”.

 IL QUADRO DI INSIEME

Imprese. Si è consolidata la crescita del fatturato delle imprese industriali, più diffusa tra quelle più grandi e maggiormente orientate verso i mercati esteri. Le esportazioni sono ancora significativamente aumentate, consentendo alla regione di consolidare il recupero della quota di commercio mondiale persa nel corso della crisi. L'attività produttiva ha sostanzialmente ristagnato nell'edilizia, dove si è registrato un pronunciato calo dei bandi per la realizzazione di opere pubbliche e un rallentamento delle erogazioni di contributi per la ricostruzione post-sisma.





Mercato del lavoro. Nel 2017, è proseguita in Abruzzo la graduale ripresa dei livelli occupazionali, sospinta dall'espansione registrata nell'industria e nei servizi; il numero di addetti si è invece ridotto nelle costruzioni e nell'agricoltura. Tra le assunzioni effettuate nell'anno sono aumentate le forme contrattuali a termine. Alla crescita dell'occupazione si sono associati un aumento del numero di ore lavorate e un minor ricorso alla Cassa integrazione guadagni. L'impiego di lavoro altamente qualificato rimane meno diffuso tra le imprese della regione rispetto alla media nazionale.

Finanza pubblica. Nel triennio 2014-16, la spesa delle amministrazioni locali è lievemente diminuita. A tale andamento ha contribuito la riduzione della spesa corrente, anche per effetto delle politiche di contenimento del personale; sono invece aumentate le spese in conto capitale. Le entrate correnti degli enti territoriali sono aumentate per la Regione, mentre sono diminuite per Province e Comuni. È proseguito il calo del debito delle amministrazioni locali della regione, la cui incidenza sul Pil rimane tuttavia superiore alla media nazionale.

PAOLUCCI, ‘’DATI POSITIVI, ABRUZZO SI RISOLLEVA”

“Il quadro che ci consegna il rapporto della Banca d’Italia sull’economia abruzzese nel 2017, presentato oggi a L’Aquila, è positivo. Nella sintesi diffusa in mattinata si legge che 'l'attività economica è moderatamente cresciuta'e che, secondo le stime di Prometeia, 'l'incremento del Pil è stato di circa l'1 per cento'”.

Lo afferma in una nota l'assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci.

“La notizia fondamentale è che 'è proseguita in Abruzzo la graduale ripresa dei livelli occupazionali' e 'il tasso di disoccupazione è calato'. Ancora più incoraggiante il dato secondo cui 'il miglioramento ha interessato, per il secondo anno consecutivo, anche i più giovani, tra i quali è ugualmente diminuita la quota di coloro che non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione o istruzione, scesa sotto la media nazionale'”, continua l'assessore.

“I numeri sono chiari: dal 2016 al 2017 l’occupazione è aumentata dell’1,1% e la disoccupazione è diminuita dello 0,4%. Ancora più netta la differenza rispetto al 2014, anno di insediamento dell’amministrazione D’Alfonso: da allora l’occupazione ha avuto un incremento del 2.9% mentre la disoccupazione si è ridotta dello 0.9%. Sappiamo bene che parte di questa occupazione è a termine e ci batteremo affinché venga stabilizzata, ma è oggettivo ed incontrovertibile che si sia registrato un aumento della forza lavoro in attività”.

“In crescita anche la redditività delle imprese, che 'si è riportata sui livelli precedenti la crisi'. Inoltre 'si è consolidata la crescita del fatturato delle imprese industriali' e, dato ragguardevole, 'le esportazioni sono ancora significativamente aumentate, consentendo alla regione di consolidare il recupero della quota di commercio mondiale persa nel corso della crisi'. Inoltre 'il reddito disponibile delle famiglie e i consumi sono stimati in aumento per il terzo anno consecutivo'”.





“Dopo l’Istat, ora anche la Banca d’Italia certifica il risanamento dell’economia abruzzese. È il segno”, conclude Paolucci, “che l’azione di governo della nostra amministrazione ha inciso positivamente sul quadro produttivo regionale, risollevandolo ai livelli pre-crisi”.

FEBBO, “PAOLUCCI GIOISCE DEL NULLA”

 “Non c’è nulla di cui gioire, anzi i dati comunicati dal rapporto di Bankitalia dimostrano come l’Abruzzo viaggi in controtendenza rispetto ai dati nazionali”.

Questa la risposta di Febbo alle  affermazioni dell’assessore Silvio Paolucci nel commentare il rapporto di Bankitalia per il 2017.

“Già i dati Istat che Paolucci giudicava positivi gli sono stati contestati e spiegati prima dalla Cgil e poi dalle altre organizzazioni sindacali e imprenditoriali, ma anche oggi, entrando nel dettaglio dei dati comunicati, si capisce come l’Abruzzo viaggi con dati preoccupanti rispetto ad una ripresa nazionale anch’essa molto bassa e flebile rispetto a quella europea. Il dato positivo sull’ occupazione – prosegue Febbo – come ribadito da Bankitalia, deriva dalla considerazione di posti, purtroppo, solo a tempo determinato; la leggera crescita del Pil, un terzo di quella nazionale, è dovuta esclusivamente dalle esportazioni e quindi dal settore automotive e farmaceutico. D’altronde basta esaminare i dati comunicati dalle Camere di Commercio sull’enorme prevalenza delle cessazioni rispetto alle aperture delle attività delle Pmi, ovvero la struttura portante dell’economia abruzzese e nazionale, per capire come l’Abruzzo sia in forte regressione”.

“Non aiutano certamente le inconsistenti politiche di questo governo regionale che nulla ha fatto per il lavoro, per il credito e per gli investimenti. Come hanno ribadito a più riprese le organizzazioni sindacali e imprenditoriali – conclude Febbo – è il tempo di passare dalla politica degli slogan a quella dei fatti. Come se non bastasse, Paolucci deve spiegare agli abruzzesi perché li ha condannati a pagare per vent’anni una tassa sugli ospedali, una vera e propria mattanza”.

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