BIOMASSE COLONNELLA: SAGITTA CHIEDE A REGIONE ABRUZZO ACCORDO SU DANNI

di Filippo Tronca

15 Maggio 2017 19:03

Regione - Politica

TERAMO – La Sagitta Immobiliare di Tortoreto (Teramo) propone un accordo con la Regione Abruzzo, a cui aveva chiesto la bellezza di 56 milioni di euro di danni, per la mancata realizzazione di un impianto a biomasse da 6 megawatt a Colonnella, in provincia di Pescara.

Questo l’ultimo colpo di cena di una vicenda che si trascina oramai dal 2012, nata ai tempi del governo regionale di centrodestra di Gianni Chiodi.

La Sagitta nel 2011 aveva avviato uno studio di fattibilità per realizzare sei impianti a biomasse, da 996 chilowatt ciascuno.

In tutto quasi 6 mega, con l'ottenimento dell’autorizzazione dalla Regione Abruzzo nel luglio 2012.

Subito però si è scatenata la popolazione locale che, con i comitati civici, ha dato battaglia contro un intervento considerato devastante.





Il Comune di Colonnella, con il sindaco Leandro Pollastrelli, si è schierato per il no, rispetto ad un iniziale condivisione del progetto, e facendo ricorso al Tar ha chiesto la revoca dell’autorizzazione concessa dalla Regione Abruzzo, “per eccesso di potere”, “difetti nell’istruttoria” e “irrazionalità manifesta”, con contestuale pressione politica sulla Regione stessa al fine di far revocare l’autorizzazione a prescindere dall’esito del ricorso.

In una lettera recentemente inviata dall’avvocato Pierangelo Guidobaldi all’Avvocatura regionale, nel ricostruire la vicenda, si ricorda ora che la Sagitta, forte dell’autorizzazione, aveva già cominciato a svolgere i lavori, e pure che “nei sopralluoghi effettuati dai tecnici del Comune è stata confermata l’effettiva esecuzione dei lavori e che nessuna violazione era stata rilevata”.

Lo stop è arrivato però nell'ottobre del 2014, quando la Regione ha dichiarato con un provvedimento dirigenziale la decadenza del titolo autorizzativo concesso alla Sagitta.

Argomentando che il cantiere dell'impianto a biomassa doveva essere avviato entro un anno, cosa per gli uffici regionali non era avvenuto. La Sagitta ha fatto ricorso al Tar contro tale versione dei fatti, chiedento il ripristino dell'autorizzazione.

I giudici amministrativi, sccogliendo però il ricorso del 2012 del Comune di Colonnella, che chiedeva la revoca dell’autorizzazione concessa Regione, hanno fatto decadere come logica conseguenza l’ultimo ricorso della Sagitta.

Il Tar nel dare l’ok alla revoca della concessione ha evidenziato “il comportamento illegittimo” della Regione nel dare l’autorizzazione, parlando anche di “negligenza e inerzia” nel modo in cui si è svolta la conferenza dei servizi.





La Sagitta ha quindi impugnato la decadenza del suo ricorso, mentre, tiene ad evidenziare l’avvocato Guidobaldi, la Regione non ha fatto ricorso alla sentenza che ha dichiarato illegittima l’autorizzazione rilasciata.

La Sagitta, oramai quasi rassegnata a non poter realizzare l’impianto, nel dicembre 2015 ha dunque chiesto al Tar di condannare la Regione a 56 milioni di euro di danni, visto che la società aveva già cominciato a realizzare l’impianto, con regolare autorizzazione, prima della dichiarazione di decadenza.

Del resto la Regione non opponendosi al ricorso che ha annullato l’autorizzazione, ha confermato “la sua responsabilità per il danno cagionato alla Sagitta immobiliare”.

Per l’esattezza i legali della Sagitta chiedono 49 milioni per perdita di chance, ovvero di mancata produzione e vendita di energia, 3,5 milioni per danno emergente e 4 milioni per danno d’immagine.

La Sagitta però tende una mano alla Regione e comunica all’avvocatura regionale l’intenzione di proporre una conciliazione, ovvero di accordarsi per un risarcimento di minore entità.

E chiede un incontro risolutore, ,ma il come intenderanno muoversi i legali della Regione è una questione che riguarda anche le tasche dei cittadini e contribuenti abruzzesi.

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