IL SINDACO RIELETTO NE HA PER TUTTI E ATTACCA ANCHE LA REGIONE, IL RISANAMENTO DELLE AREE INQUINATE E' ANCORA AL CENTRO DELLE PRIORITA'

BONIFICA BUSSI: SINDACO VS MINISTERO, ”ORA BASTA ALIBI, ANCHE SE EDISON SI OPPONE”

di Marco Signori

18 Giugno 2018 06:30

Regione - Cronaca

BUSSI SUL TIRINO – “Spero di poter incontrare presto i dirigenti del Ministero dell'Ambiente che non sento da mesi, da quando è andata via la dirigente Laura D'Aprile non ho avuto più l'opportunità di incontrare nessuno. Ma ora non ci sono più alibi per rinviare la bonifica delle aree inquinate 2A e 2B e della discarica Tre Monti”.

Nonostante la rielezione non sia stata una passeggiata di salute, il sindaco di Bussi sul Tirino (Pescara), Salvatore Lagatta, ha la stessa determinazione di prima.

Il riferimento è anche al primo ed unico intervento di bonifica, finanziato con circa 50 milioni di euro messi a disposizione dall’allora sottosegretario all'Economia Giovanni Legnini, mai attivato nonostante la contestata gara europea bandita dal compianto commissario Adriano Goio, da tempo sia stata aggiudicata all'associazione temporanea d'imprese guidata dal colosso belga Dec Deme. La gestione della vicenda Bussi, dopo che la D'Aprile, all'inizio di quest'anno è stata chiamata a dirigere il settore Rifiuti del Comune di Roma, è passata al direttore generale del Ministero Gaia Checcucci.

Commissariato dal prefetto a venti giorni dal voto per la mancata approvazione del bilancio, Lagatta è oggi di nuovo sindaco di Bussi, che domenica scorsa ha scelto la continuità rispetto agli ultimi cinque anni in cui l'amministrazione ha impresso una accelerazione alla reindustrializzazione dell'ex polo chimico, che per mezzo secolo ha dato lavoro al paese fino al 2007, quando la Forestale scoprì quella che è stata definita la discarica più grande d'Europa, oggetto anche di un processo ora in Cassazione

È proprio con Donato Todisco e Alberto Filippi, i due imprenditori del Nord che stanno investendo a Bussi, che Lagatta avrà incontri già nei prossimi giorni per riprendere i discorsi lasciati in sospeso, ma le attenzioni sono tutte concentrate sul risanamento delle aree inquinate da 130mila metri cubi di sostanze contaminate, “eredità” di mezzo secolo di industria, croce e delizia della Val Pescara.





“Non ho vendette da consumare, il risultato elettorale dice che i bussesi hanno creduto al progetto complessivo dell'amministrazione scegliendo la continuità – fa osservare Lagatta – Abbiamo fatto una delle scuole più sicure della regione, abbiamo fatto la piazza nuova, abbiamo dato la legna gratuita ai meno abbienti e abbiamo fatto tutta un'altra serie di cose utili alla collettività. Ora abbiamo due grandi scommesse da vincere: fare le bonifica delle aree 2A e 2B e della Tre Monti, e denuncio in modo forte il fatto che questo percorso si è fermato e non si capisce per quale motivo”.

“L'assegnazione dei lavori da quasi 50 milioni di euro alla ditta che ha vinto è stata fatta a gennaio, ho avuto la sensazione che si volesse aspettare la nuova amministrazione”, ribadisce il sindaco, che già nei mesi scorsi aveva espresso dubbi sull'attendismo del Ministero.

E nonostante sulla bonifica della discarica Tre Monti penda ancora un ricorso al Tar presentato dalla Edison, che contesta le imposizioni del Ministero dell'Ambiente, “da tempo la conferenza dei servizi, all'unanimità, aveva indicato che bisognava asportare il terreno anziché effettuare il desorbimento termico proposto da Edison. Non si capisce cosa stiamo aspettando” continua il sindaco, che ricorda come la bonifica di entrambi i siti inquinati “deve essere pagata dalla Edison”, anche se nel caso della Tre Monti il colosso dell'energia deve intervenire direttamente, mentre per le aree 2A e 2B si agisce a danno, cioè interviene il Ministero che poi si rifà sul privato.

“In entrambi i casi parliamo di somme non indifferenti. Cinquanta milioni nel primo caso e forse altrettanti nel secondo – dice Lagatta – Edison a mio parere farà di tutto per fermare la bonifica, è legittimo dal suo punto di vista, quello che non capisco è l'atteggiamento del Ministero. Prima si è detto che non c'erano certificazioni Arta e poi sono uscite, hanno chiesto la procedura di valutazione d'impatto ambientale e poi la commissione regionale Via ha invece affermato che non servisse, com'era prevedibile essendo un Sito d'interesse nazionale con un piano di caratterizzazione approvato”.

I prossimi appuntamenti sono, dunque, il 20 giugno a Pescara con Filippi, l'imprenditore vicentino della farmaceutica che da un anno annuncia un investimento da 50 milioni di euro e 180 nuove assunzioni, “per una nuova riunione con le società che si stanno occupando del progetto e del piano economico-finanziario”, e il giorno seguente a Roma dove lo stesso Filippi incontra i rappresentanti di Invitalia a cui presenta il progetto esecutivo per chiedere Il finanziamento.





Con Filippi, a cui il Comune ha già ceduto delle aree risanate, la Regione e lo stesso Comune hanno già sottoscritto un protocollo d'intesa per l'insediamento a Bussi ma resta da sciogliere il nodo dello sfruttamento dell'acqua del fiume Tirino a fini energetici: in tal senso, Lagatta si leva un sassolino dalla scarpa nei confronti della Regione: “È ancora disatteso l'impegno di mettere parte dell'acqua a disposizione del Comune per costruire una nuova centrale idroelettrica, per mettere Filippi così come tutti gli altri investitori nelle stesse condizioni di Todisco, che avendo rilevato lo stabilimento di Solvay beneficia della sua centrale”.

“Agli avversari? Non dico nulla – chiosa Lagatta – se non il fatto che possiamo dividerci su tutto, ma per quanto riguarda il lavoro occorre collaborare”.

Espressione di Rifondazione comunista, Lagatta è stato confermato alla guida del Comune con una maggioranza civica vincendo una sfida tutta interna al centrosinistra, sconfiggendo l'ex presidente della Provincia Giuseppe De Dominicis del Partito democratico, molto legato al vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli.

Della nuova amministrazione fanno parte due rappresentanti del Movimento cinque stelle, ma esclude che questo possa fargli avere un canale privilegiato con il nuovo ministro, Sergio Costa, espressione dei pentastellati: “Sarei andato a discutere con chiunque ci fosse stato. Adesso però non ci sono più scuse”.

CINQUE STELLE, NON ABBIAMO ELETTI A BUSSI

Dall'ufficio stampa regionale del Movimento cinque stelle fanno sapere che nessun pentastellato è stato eletto al Comune di Bussi, dove d'altra parte non era presente la lista del Movimento e quindi non potrebbe essere altrimenti. Il riferimento del sindaco, infatti, è ad alcuni rappresentanti che si riconoscono e militano nei Cinque stelle, ma ufficialmente non sono portavoci dei pentastellati.

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