BUCCI, CAVALIERE AQUILANO CAMPIONE IN OLANDA ”IL RISPETTO DEL CAVALLO? CI VUOLE GENTILEZZA”

di Marianna Galeota

30 Giugno 2013 08:00

L'Aquila -

L’AQUILA – “Il rispetto del cavallo si conquista con la gentilezza, non con la forza. Questo non è uno sport individuale, ma di squadra”.

È una sinfonia che si suona in due, l’equitazione, secondo Piergiorgio Bucci, il cavaliere aquilano campione italiano nel 2008, vice campione d’Europa a squadre nel 2009 e vincitore nello stesso anno della finale di TopLeague di livello mondiale.

Reduce dal recente successo nel gran premio del 4 stelle di Poznan, in Polonia, tornerà a gareggiare nel concorso di Topleague di Falsterbo, in Svezia, tra una ventina di giorni con ‘Casallo Z, un giovane stallone, “il migliore che abbia mai montato”, commenta.

Un rapporto speciale, quello tra cavaliere e cavallo, e un binomio tanto imprescindibile quanto delicato e difficile da costruire.





“Deve esserci rispetto e stima reciproca perché si corre insieme – spiega Bucci – In questo sport non c’è un dominante tra i due, ma si è esattamente alla pari. Il cavallo è un animale che mi ha sempre appassionato, ma richiede un approccio diverso. Non si affeziona come può fare un cane, perché è molto indipendente e, se lo si lascia, scappa via”.

Anche il cavallo ha le sue giornate no, proprio come gli umani e un carattere spesso difficile, da prendere con le “molle”.

“Con alcuni ci metto pochissimo a instaurare il giusto feeling – prosegue il cavaliere – con altri un po’ di più. Tutto dipende dall’affiatamento e, soprattutto, dalla capacità di saper insegnare. Sono il suo trainer, oltre che il suo compagno. Ogni animale va allenato, montato e assecondato in modo diverso, in base alle caratteristiche fisiche proprie: il bravo cavaliere è quello che sa più velocemente conoscere e affiatarsi al suo cavallo”.
 
Originario della frazione aquilana di Paganica, Bucci monta per la prima volta a soli dieci anni e da allora non scende più da cavallo. Un amore e una passione che coltiva all’Aquila fino ai 20 anni, prima di trasferirsi a Roma, Brescia e infine a Eindhoven, in Olanda, dove attualmente vive.

“Quando mi allenavo all’Aquila, nel centro ippico Aterno, ho avuto i miei primi successi a livello nazionale – racconta – Nel 2006 ho vinto il Csio (Concour de saut obstacle international, ndr) di piazza di Siena. Poi, però, sono stato costretto ad andare via, molto a malincuore, perché il capoluogo è una città scomoda per l’equitazione: bisogna muoversi con i camion per trasportare i cavalli e non ci sono strutture per imparare a un certo livello”.





A Eindhoven, culla del mondo equestre di livello internazionale, Bucci ha creato una società di compravendita di cavalli, che gestisce autonomamente.

“Compro cavalli giovani, li porto avanti e poi li vendo – spiega – Un lavoro e un’esigenza, anche perché non tutti hanno alle spalle sponsor che possano acquistare gli stalloni. Per qualche anno, quando ero a Roma, stato aiutato dalla contessa Maura Zara. Oggi, però, non ho sponsor alle spalle”.

Il cavaliere aquilano, oggi 38 anni, non ha alcuna intenzione di smettere per ora, nonostante si dica “un po’ avanti con l’età per questo sport”.

“In realtà, si può andare avanti fin quando il fisico lo consente – conclude – alle ultime Olimpiadi di Pechino, ha partecipato il cavaliere più anziano della storia di questo sport che ha vinto una medaglia a 62 anni”.

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