SULMONA – Stagione di caccia al Parco nazionale della Majella. Quella, ovviamente, per la poltrona da presidente, che vale circa 13 mila euro l'anno netti, ad appannaggio di chi dovrà prendere il posto dell’uscente Franco Iezzi.
Un predestinato in pectore, in realtà, già c’è, indicato, come vuole la prassi, dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, su indicazione del presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso.
Trattasi di Michele Ianniello, di Gissi (Chieti), nome sconosciuto nel mondo dell’ecologia e delle aree protette, ma che ha a suo indubbio vantaggio quello di essere lo stretto collaboratore parlamentare del sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, ricandidata alle prossime elezioni politiche del 4 marzo con Civica popolare, la lista lanciata dal ministro uscente della Sanità Beatrice Lorenzin, alleata con il Partito democratico.
Una nomina squisitamente politica, insomma, come vuole una consolidata tradizione in uso per la gestione delle aree protette.
Nomina, per ora, tuttavia messa nel freezer, prima di avere il via libera definitivo. Una cosa è, però, già certa: il nome di Ianniello difficilmente sarà acclamato da folle plaudenti, in particolare a Sulmona e nella Valle Peligna. Una ragione in più per riparlarne dopo le elezioni, che vedranno per inciso quasi certo candidato del Pd anche il governatore.
L’ultima parola non è stata, insomma, ancora detta, ma l’indicazione ministeriale di Ianniello sembra far tramontare le chance di candidature alternative da tempo ventilate.
In primis quella dell’imprenditore sulmonese dell’agroalimentare Fabio Spinosa Pingue, ex presidente di Confindustria L'Aquila, e presidente della Destination management company (Dmc) Terre d'Amore, che ha lanciato dal 2011 al 2015 Premio Abruzzo Green di Confindustria.
Un manager senza dubbio d’esperienza, ma che agli occhi di buona parte del mondo ambientalista, che opera a vario titolo in sinergia con il Parco, non è considerato certo persona con particolari “affinità elettive”, per usare un eufemismo.
Non ha nessuna intenzione di diventare presidente, invece, il sindaco di Palena Claudio D'Emilio, vice presidente uscente del Parco della Majella.
C’era poi chi aveva scommesso in una riconferma di Iezzi, sulmonese, che è diventato presidente 5 anni fa anche con l’appoggio del centrodestra locale e in particolare dell’onorevole Paola Pelino di Forza Italia, ma che comunque ha sempre coltivato una discreta trasversalità politica.
Iezzi in occasione della conferenza stampa di commiato a novembre 2017 ha squadernato il bilancio del suo mandato, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.
“Se mi proponessero il bis – ha esclamato – non riaccetterei, perché nessun sulmonese ha speso una parola per me”.
Ne ha avuto anche per D'Alfonso, che lo avrebbe “ostacolato con il suo modo di fare e con un atteggiamento minaccioso”.
Si è, infine, congedato con un oscuro presagio. “Dopo la scadenza del mio mandato e il pensionamento a fine anno del direttore Oremo Di Nino, il Parco sarà destinato a restare senza guida per molto tempo, coi 13 milioni di euro del Masterplan che attendono di essere spesi e il Comune di Sulmona che non ha mosso un dito, nonostante sia soggetto attuatore”.
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