CALCIO: ATALANTA E TALENTI, ‘INVESTIMENTO SUL FUTURO’, ”POLITICA CHE PAGA”

9 Ottobre 2019 12:14

Italia - Sport

ZINGONIA – Un tour del Centro Sportivo Bortolotti per creare subito il feeling con un partner recente, aprendo l'Academy Mino Favini a un convegno sulla formazione dei giocatori nei vivai.





L'Atalanta ha accolto Sgb Humangest di proprietà dell’imprenditore pescarese Gianluca Zelli, di origini laziali ma pescarese di adozione, che negli anni scorsi ha anche lanciato il movimento civico “Azione politica”, che ha partecipato tra le altre cose anche alle ultime elezioni regionali.

Humansolution (consulenza di gestione, management e logistica in outsourcing) è entrata da questa stagione agonistica nell'universo nerazzurro: “Ci troviamo nella palazzina dedicata a chi ha fatto crescere tantissimi ragazzi. Anche quelli che non giocano in serie A sono stati formati come persone e hanno appreso i nostri valori – ha spiegato Luca Percassi, amministratore delegato atalantino -. Da qui si vedono tutti i campi, è un plesso a disposizione del vivaio come dei nostri 230 partner. In Italia siamo solo noi ad accogliere l'intera filiera presso la sede societaria. E domenica abbiamo inaugurato la nuova Curva Nord, opera di imprese bergamasche: la qualità del personale per formare i ragazzi si accompagna alla qualità delle strutture e a quella del territorio”.





L'ospite d'onore è il presidente del Gruppo Sgb Humangest Holding, Roberto Maroni, ex ministro ed ex presidente della Regione Lombardia, in realtà organizzatore dell'evento: “Qui a Zingonia vige la triade passione, talento e formazione. La differenza con le altre squadre è l'investimento sui valori, sul futuro, sui giovani e non sull'immediata resa economica – ha rimarcato -. Altrove, come nel Milan che tifo, vige una filosofia diversa, fondata sulla spesa corrente, sul 'cotto e mangiato'. Qui si lavora per riconoscere i talenti e valorizzarli: tutte le aziende crescono persone, non solo ruoli, e l'Atalanta ne è un esempio”.

Al convegno è intervenuto anche Maurizio Costanzi, responsabile del settore giovanile atalantino: “Il radicamento sul territorio si sposa a un progetto di lungo termine: prendere i giocatori a 6-8 anni fino ai 20 significa accompagnarne la fase più importante – osserva -. Lo scouting è il primo settore su cui investiamo. Il calcio di oggi è globalizzato, è finita la presunzione tutta italiana di avere il più bello del mondo: le doti tecniche non bastano, se non se ne hanno di tipo fisico-atletiche di base. Il calciatore deve essere pensante: massimo controllo alla massima velocità. Le statistiche dicono che sui soggetti selezionati nei vivai professionistici l'1,2 per cento finisce in serie A, l'1,6 in B e 3,6 in C. Le società sono di fatto agenzie educative. Ai giovani va data una prospettiva anche per trattenerli”.

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