CASA A LUCI ROSSE GESTITA DA CINESE SCOPERTA A GIULIANOVA

1 Dicembre 2017 12:39

Teramo - Cronaca

GIULIANOVA – Attraverso un sito internet di incontri pubblicizzava in maniera esplicita le meravigliose performance hard delle “ragazze orientali”, di cui forniva un’esaltante descrizione fisica ed un numero di telefono da contattare per gli appuntamenti.

Gli incontri, naturalmente a pagamento, avvenivano poi in un appartamento, clamorosamente vicino alla caserma dei carabinieri di Giulianova (Teramo).

Per questo proprio i militari, al termine di indagini avviate nel maggio scorso, hanno notificato una misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Giulianova, emessa dal gip del tribunale di Teramo, a carico di una 47enne cinese, K.Y., che gestiva l'intera attività.

Dopo aver notato strani andirivieni dall'appartamento, i carabinieri hanno iniziato ad appostarsi e hanno verificato come uomini di diverse età accedevano con singolare frequenza all’interno dell'abitazione, occupata da donne di nazionalità cinese.





I carabinieri hanno fermato e sentito numerosi clienti, provenienti anche da centri limitrofi, i quali, vista l’evidenza dei fatti, hanno confermato di aver usufruito di favori sessuali dietro pagamento di denaro.

Secondo i militari la 47enne, con frequenza mensile, “rinnovava” le ragazze da far prostituire.

Le giovani sfruttate erano costrette ad avere rapporti con i clienti ad ogni ora del giorno e della notte, non potevano mai uscire dall’abitazione neanche per acquistare alimenti di prima necessità, per i quali provvedeva la sfruttatrice, al fine di evitare sospetti anche nel vicinato.

Ieri i carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento utilizzato dalle donne dove hanno trovato la “tenutaria” K.Y. nonché una connazionale 54 enne in piena attività con un cliente.

L’appartamento versava in condizioni igienico sanitarie scadenti. I rapporti sessuali venivano consumati su due materassi poggiati sul pavimento.





Durante la perquisizione i carabinieri hanno sequestrato 500 euro, trovati nella disponibilità della sfruttatrice, numerosi profilattici nuovi ed altri usati, abbandonati alcuni accanto al letto, altri in una vecchia bottiglia di latte occultata sotto il lavello della cucina, cinque telefoni cellulari, tra cui quello con il numero pubblicizzato dall’annuncio su internet in possesso di K.Y..

La donna sfruttata, priva di qualsiasi documento di soggiorno, dopo un primo momento di palese timore e smarrimento, ha raccontato nel dettaglio ai carabinieri di essere giunta in Italia con la prospettiva di lavorare come badante, ma una volta giunta a Giulianova è stata costretta a prostituirsi per pagare le spese sostenute per il viaggio.

I militari andranno avanti nelle indagini per verificare l’esistenza o meno di una vera e propria organizzazione criminale cinese dedita allo sfruttamento della prostituzione di giovani connazionali.

Dopo tutte le incombenze di rito i carabinieri coordinati dal maggiore Domenico Calore hanno provveduto ad affidare la donna ad un centro di prima accoglienza che si occupa di vittime della prostituzione.

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