CEMENTIFICIO CAGNANO, AVVIATA MOBILITA’ A SOLI DUE MESI DA CHIUSURA VERTENZA

di Marco Signori

12 Ottobre 2016 12:17

L'Aquila -

CAGNANO AMITERNO – È stato un fulmine a ciel sereno la lettera con la quale la Cementir Sacci del gruppo Caltagirone ha annunciato ieri l'avvio della procedura di mobilità per una serie di dipendenti in tutta Italia, tra cui 17 dei circa cento del cementificio di Cagnano Amiterno (L'Aquila).

Una comunicazione che ha subito fatto proclamare ai sindacati 24 ore di sciopero.

“È inaccettabile”, tuona il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti, che ricorda come per lo stabilimento dell'Aquilano si fosse chiusa alla fine di luglio la vertenza che ha portato al rinnovo della concessione mineraria per l'attività estrattiva da parte della Regione Abruzzo.





“La cosa è gravissima perché al di là dei tempi e dei metodi – spiega – all'interno del processo di cessione del ramo d'azienda che ha portato all'acquisizione da parte del gruppo Caltagirone, si è arrivati a chiudere la partita con un provvedimento di concessione che aveva delle prescrizioni ben precise tra cui la garanzia dei livelli occupazionali”.

“La procedura di mobilità riguarda tutto il gruppo – precisa – ma per il cementificio di Cagnano è particolarmente grave”.

Nella lettera inviata alle rappresentanze sindacali, l'azienda afferma poi che la miniera verrà esternalizzata.

Altra scelta che, secondo Trasatti, sarebbe preclusa dai contenuti dell'accordo alla base del rinnovo trentennale della concessione.





La notizia della cessione, a fine luglio, aveva fatto esultare: sembravano definitivamente salvi i quasi cento posti di lavoro, che triplicano se si considera l'indotto.

Con quella operazione il Gruppo Cementir Holding iniziava dunque ad operare in Italia attraverso due società: Cementir Italia e CementirSacci, raddoppiando all'incirca la sua capacità produttiva, la sua forza commerciale e la sua rete di distribuzione.

Al perimetro industriale si aggiungevano 5 impianti produttivi di cemento, tra cui quello aquilano di Cagnano, 3 terminali distributivi e 28 centrali di calcestruzzo: la capacità produttiva installata in Italia sarà di 6,8 milioni di tonnellate annue, con una presenza sul territorio che passa da 6 a 11 regioni.

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