CEMENTIFICIO CAGNANO: CINQUE STELLE, ”NO A UTILIZZO COMBUSTIBILE”

7 Dicembre 2017 11:01

Regione - Cronaca

CAGNANO AMITERNO – “Abbiamo raccolto gli allarmi e le preoccupazioni espresse in questi giorni e durante la manifestazione del 25 novembre scorso, della popolazione di Cagnano Amiterno e dei comuni vicini al cementificio Cementir Sacci, a seguito della autorizzazione ad usare il Css (Combustibile solido secondario) per la produzione di cemento e vogliamo sottoporli a chi ha la responsabilità primaria sia della salute dei cittadini che della tutela ambientale”.

È quanto dichiarano in una nota gli attivisti del MeetUp aquilano del Movimento cinque stelle.

“Il Movimento 5 Stelle è contrario all'incenerimento dei combustibili fossili e da sempre si batte per l'economia circolare e per l'applicazione dell'intelligenza al ciclo dei rifiuti. Con questa scelta il Governo regionale abruzzese sceglie di non essere intelligente”.





“M5S – proseguono gli attivisti – è contro l’incenerimento dei rifiuti e all’uso del Css come combustibile nei cementifici. Incenerire i rifiuti è una scelta politica e sbagliata oltre che un grossolano errore che può portare conseguenze gravi sia per l’ambiente che per la salute, quindi autorizzare a bruciare CSS nel cementificio di Cagnano insieme al Pet Coke rischia di aggiungere all’inquinamento da carbone già esistente, anche quello del CSS influendo in modo negativo su tutta la zona dell’alta valle Aterno e sottoporre la cittadinanza a rischi elevatissimi anche delle prossime generazioni”.

“Le rassicurazioni e le deboli preoccupazioni degli esponenti del Pd abruzzese sono servite solo a far passare indisturbata quella che si potrebbe tranquillamente definire una linea politica propagandistica, agli abitanti e ai lavoratori del cementificio, scelta che tra l’altro è anche economicamente deleteria per la collettività. Infatti, se bruciare Css può essere redditizio per le aziende e le società titolari dei cementifici, per la collettività invece è assolutamente svantaggioso oltre che dannoso, poiché si perdono le risulte dei rifiuti che vengono bruciate invece di essere riutilizzate come materia, vengono tralasciate fondamentali ricchezze ambientali che se compromesse non sono più recuperabili e si rischia di perdere la risorsa più importante, ossia la salute degli abitanti del luogo che qualora venisse destabilizzata, il cittadino, lo Stato e la Regione Abruzzo si ritroverebbero ad affrontare un esborso economico per l’assistenza sanitaria, assolutamente molto gravoso”.

“Gli enti, unitamente alla politica locale e nazionale – aggiungono – potrebbero invece affrontare il problema, mantenendo i posti di lavoro senza il rischio di far ammalare seriamente molte persone”.

“Sovviene a questo punto il dubbio secondo cui appare evidente che l’utilizzo del Css non sia altro che un ricatto occupazionale prescindendo dalla volontà degli abitanti di Cagnano Amiterno e delle frazioni limitrofe”.





“Il Movimento 5 Stelle di L’Aquila non può tollerare che un’area come quella dell’Alta Valle Aterno venga compromessa definitivamente con una simile mossa politica alquanto sciagurata e che i lavoratori del cementificio subiscano questo ricatto occupazionale”.

“Esortiamo dunque i sindaci di tutti i comuni interessati ad interagire con il governo regionale per far sì che venga ripensata e rielaborata la scelta dell’utilizzo del Css come combustibile, pretendendo controllo e monitoraggio sul suolo e sull’aria da parte degli enti competenti purché esterni alla gestione del cementificio e scevri da ingerenze politiche e prendendo esempio da altre regioni italiane come l’Emilia Romagna”.

“È necessario inoltre che i sindaci dell’Alta Valle Aterno pretendano un continuo monitoraggio sulla salute dei cittadini del territorio circostante al cementificio e degli stessi lavoratori interni ad esso al fine di iniziare a trarre le prime conseguenze dell’utilizzo del Css come combustibile”.

“M5S L’Aquila è determinato a perseguire questa battaglia per l’ambiente e la salute pubblica pur di difendere i diritti inderogabili dei cittadini e dei lavoratori fin quando non saranno eseguite le giuste scelte che tutelino le popolazioni e non siano dettate dal ricatto politico ed economico”, concludono gli attivisti.

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