CHRISTINE PLAYS VIOLA: LA BAND, ”SCACCIAMO PAURE CON MUSICA”

di Elisa Marulli

22 Febbraio 2012 08:05

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Il loro nome si ispira al “Christine” protagonista di un pezzo del gruppo inglese Siouxsie and the Banshees, pieno di sonorità tetre e angoscianti, a cui nel loro nome fanno suonare uno strumento dolce e soave come la viola, determinando un contrasto tra oscurità e luce, che è poi il senso della loro musica.

I “Christine plays viola” sono una band dark-new wave abruzzese composta da Massimo Ciampani (voce), unico teramano del gruppo, Fabrizio Giampietro (chitarra) di Sulmona (L’Aquila), Desio Presutti (basso) e Daniele Palombizio (Batteria) entrambi di Pratola Peligna (L’Aquila).

Il loro sound è caratterizzato da atmosfere misteriose, cariche di suspence, che poi all’improvviso catapultano l’ascoltatore in ambientazioni poetiche e suggestive, in un eterno contrasto che per loro è il simbolo dell’impossibilità di liberarsi dai limiti e gli schemi mentali che ci imprigionano.

“Siamo pessimisti, ma attraverso la musica riusciamo a esorcizzare le paure e le ansie quotidiane”, spiega Massimo, portavoce della band in questa intervista.

Nonostante siano un gruppo relativamente giovane (la vecchia formazione, che aveva un altro cantante, è nata nel 2008) hanno all’attivo già molti riconoscimenti, come il primo posto nella selezione regionale dell’Italia Wave e la vittoria del concorso “Orquestra 6 – alternative rock contest”, con il quale si sono guadagnati un mini tour e la partecipazione all’edizione 2010 del Mei (Meeting degli indipendenti) di Faenza.

La band si è formata nel 2008, mentre tu sei entrato a sostituire il precedente cantante, Cristian, solo nel 2009. Da chi è nata l’idea del gruppo?

Sono stati Fabrizio e Daniele a pensare di formare la band. Quando sono entrato io, rispetto alle iniziali influenze indie rock, il sound ha preso una piega più dark.

Quali sono le vostre influenze?

Posso citare, tra i tanti, The Cure e i Joy Division. Tra gli italiani, direi i primissimi Litfiba e i Diaframma.





Nel maggio 2011 avete pubblicato il vostro primo album ufficiale dal titolo “Innocent awareness”. Quali sono i temi affrontati?

Il titolo significa “innocente consapevolezza”, che è quella che ognuno ha di essere imprigionato negli schemi della vita.

E accanto a questa di consapevolezza, c’è anche quella dell’impossibilità di liberarsi da queste gabbie mentali.

Siete legati a un certo pessimismo…

Sì, anche se cerchiamo di esorcizzare paure e ansie con la musica. Ci purifichiamo attraverso i nostri brani.

Cantate in inglese. Come mai questa scelta?

Siamo legati alla scena dark-new wave nata in Inghilterra.

Difficilmente si riesce a dare lo stesso spessore a un brano usando la lingua italiana. Non parlo solo della musicalità, ma anche per quella specie di feeling che l’inglese crea.

Durante le vostre esibizioni live, così come nel vostro primo video ufficiale della canzone Witch of silence, vi presentate con il volto coperto da maschere. Qual è il messaggio che volete trasmettere?

Il richiamo è alle maschere pirandelliane, all’impossibilità di mostrare quello che siamo realmente. Quest’aura di mistero si lega alle nostre sonorità, ipnotiche e oscure.





Da qualche tempo, comunque, abbiamo abbandonato le maschere durante i live. Stiamo pensando a qualcosa di nuovo.

A una band dal sapore “internazionale” come la vostra, quanto sta stretto l’Abruzzo?

Purtroppo la nostra regione ha delle belle realtà che però non hanno molte possibilità di emergere.

Per quanto riguarda il nostro genere, non è facile emergere in Italia, il pubblico davanti al dark è poco ricettivo. All’estero siamo molto più apprezzati. Pere esempio, siamo stati eletti band del mese dal sito tedesco Static magazine germany e l’album è andato molto bene in zone come l’Austria e la stessa Germania.

E dei talent show musicali che vanno tanto di moda in questo periodo, cosa ne pensate?

Sono un insulto a tutti quei musicisti e a quelle band che per anni provano rinchiusi nelle cantine. Da questi talent escono proposte tutte uguali,  si tratta di gente raccomandata che si piega alle leggi del mercato. Sono assolutamente contrario.

L’ultima domanda riguarda il vostro futuro. Che progetti avete? C’è in cantiere un nuovo disco?

Per aprile vorremmo iniziare a registrare un nuovo Ep. Successivamente vorremmo mettere in atto un progetto molto più ambizioso…

Puoi anticipare qualcosa?

Posso dire che sia l’album che le esibizioni da vivo si ispireranno a un ciclo di pitture di un noto artista spagnolo…

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