CINEMATIK: BENVENUTO PRESIDENTE, IL QUIRINALE SUL GRANDE SCHERMO

di Daphne Leonardi

29 Aprile 2013 08:07

Regione -

L’AQUILA – Una commedia leggera che ci offre divertimento assicurato, sebbene senza troppe sfumature, conquistandosi un buon piazzamento al botteghino perché, quasi prevedendo l’attualità, porta al paradosso l’ostruzionismo, con fantasiosi scenari e una gustosa ricetta comica sull’attuale incertezza del valore della politica.

Proprio come è accaduto nei giorni appena trascorsi nel nostro Parlamento, i partiti, non riuscendo a trovare un accordo per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, giocano con i nomi, pensando così di annullare la votazione in corso, quando inaspettatamente si annuncia che il quorum è stato raggiunto da Giuseppe Garibaldi.

Di Giuseppe Garibaldi viventi ne esistono ben quattro e, tra questi, con ancora più sorpresa di tutte le parti, rendendosi conto del superficiale errore commesso, un semplice, genuino ed ignaro cittadino risulta costituzionalmente atto al ruolo che gli è stato appena affidato: ha più di 50 anni, è incensurato, è italiano.

Così Peppino (Claudio Bisio), bibliotecario, abitante in un paesino di montagna, appassionato di pesca, viene prelevato con le auto blu da tre politici (Giuseppe Fiorello, Massimo Popolizio, Cesare Bocci), rappresentanti dei diversi schieramenti, che unanimemente si prodigano, e lo convincono, a dare subito le dimissioni ma, proprio quando, una volta raggiunto il Quirinale, arriva il momento del discorso ufficiale, questo cittadino comune, con un animo spiccatamente puro, che soprattutto non vuole stare al gioco della politica, sceglie di “rinunciare alla rinuncia”.

Uno spirito di giustizia, solidarietà e correttezza anima il mandato di Peppino, il quale, seppur scevro da formalismi e formalità che danno vita a classiche, imbarazzanti gag, grazie a gesti di prodiga umanità e trasparenza, conquista ben presto il consenso pubblico e internazionale e supera la diffidenza dei suoi più stretti collaboratori (Omero Antonutti, Remo Girone), tra cui vi è l’affascinante, scrupolosa e apparentemente inacessibile Janis Clementi, vice segretario generale della presidenza della Repubblica (Kasia Smutniak).





D’altra parte, per il modo così anticonformista di essere capo dello Stato, Peppino entra in forte collisione con i politici e i cosidetti “poteri forti” interpretati dal breve e simbolico cameo di Pupi Avati, Lina Wertmuller, Gianni Rondolino e Steve Della Casa, che contattano un veterano agente dei “servizi deviati”, Fausto (Gianni Cavina), per screditarlo.

Tra gli attori merita di essere citata anche la spassosa interpretazione di Piera Degli Esposti che veste i panni della mamma hippy dell’inizialmente algida Janis.

La regia di Riccardo Milani e la sceneggiatura di Fabio Bonifacci ritraggono senza grande pretenziosità, con giusta leggerezza, la politica cinica che avrebbe l’opportunità ma che volutamente non cerca di risolvere i problemi del Paese, che si fa forte grazie a strumenti quali la burocrazia e la non chiarezza delle leggi, mentre i cittadini, spettatori esterefatti davanti alla televisione, distratti da abbondanti piatti di pastasciutta, con lo stesso gaudio e spirito di condivisione, si ravvivano davanti alla spontaneo bisogno di verità del nuovo presidente della Repubblica.

Un tentativo che ci riporta per forza di cose a certe scene autentiche, fatte sì persino di gesti troppo confidenziali e inappropriati come in questo caso, del grande cinema neorealista che allora però erano raccontate con molta più sensibilità e accortezza, facendo veramente onore alla tradizione popolare e breccia nel nostro cuore.

Neanche convince infine la presenza, sul finale, della classica ramanzina che, a prescindere dalla validità del contenuto, poteva essere sottesa all’interno del discorso cinematografico.





TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=f5g4R0rJoOc

USCITA CINEMA: 21/03/2013 GENERE: Commedia REGIA: Riccardo Milani SCENEGGIATURA: Fabio Bonifacci ATTORI: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello, Omero Antonutti, Remo Girone, Massimo Popolizio, Michele Alhaique, Cesare Bocci, Franco Ravera, Gianni Cavina, Stefania Sandrelli FOTOGRAFIA: Saverio Guarna MONTAGGIO: Giogiò Franchini MUSICHE: Andrea Guerra PRODUZIONE: Indigo Film con Rai Cinema DISTRIBUZIONE: 01 Distribution PAESE: Italia 2013 DURATA: 100 Min FORMATO: Colore

IL CINEBISCOTTINO

da Napoli milionaria (1950) di Eduardo De Filippo

http://www.youtube.com/watch?v=uYlDv5hJZWE

Gennaro: “Pasqualino dimmi la verità ma proprio come se ti confessassi: tu sei contento?”
Pasquale: “Adesso sì. La guerra mi aveva rovinato e a chi non l’aveva rovinato? Però da un pezzo a questa parte io sono contento. Ho ripreso il mio lavoro nell’azienda tranquillo e se mi riesce una cosa che ho in testa, entro effettivo alle ferrovie dello Stato”.
Gennaro: “Insomma sei contento?”
Pasquale: “Contentissimo!”
Gennaro: “E’ questo è il marcio. Questo è lo schifo vero”.
Pasquale: “E perché?”
Gennaro: “Noi non ce ne accorgiamo Pasqualino ma noi dobbiamo stare male, noi stiamo male, noi stiamo inguaiati, noi non possiamo vivere”.
Pasquale: “Dite?”
Gennaro: “Perché guarda Pasquale, quando uno porta il tram come me tutto la giornata o pulisce le rotaie come te, a certe cose non ci può pensare. Allora ci sono altre persone intelligenti, istruite, buone che pensano a noi. Non fanno altro tutta la giornata che pensare a noi”.
Pasquale: “Per esempio?”
Gennaro: “Per esempio dicono: Pasqualino pulisce le rotaie, quanto guadagna? Non guadagna tanto, ha i figli, deve guadagnare di più”.
Pasquale: “Ma questa gente buona c’è sempre stata?”
Gennaro: “E ci sarà sempre”.
“E’ ma se erano buoni non ci facevano fare questa guerra”.
Gennaro: “Questo è il fatto. Non ne potevano fare a meno. Perché quello che succede qui, succede dappertutto. I buoni ci sono in tutti i paesi e allora che cosa accade? Che quando i buoni di un paese non si mettono d’accordo con i buoni di un altro paese scoppia la guerra. Ma tu ti ricordi quel giorno che stavamo qui.. da un momento all’altro… uno scempio, una catastrofe!”
Pasquale: “…una catastrofe, eccome no”.
Gennaro: “E non si parla di guerra un’altra volta? Armi nuove, bombe atomiche… se scoppia?”
Pasquale: “Don Gennaro, io non ci credo. Ho la mia convinzione, la guerra non scoppia”.
Gennaro: “Io pure credo…”

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