COLOSSO EDILIZIA IN CONCORDATO PREVENTIVO; A SOSTENERE SUO PROGETTO ALTERNATIVO A PROJECT MALTAURO E NOCIVELLI, FEBBO DI FORZA ITALIA

CMC DI RAVENNA, DAL ”PIANO B” PER NUOVO OSPEDALE CHIETI AL RISCHIO DI BANCAROTTA

21 Dicembre 2018 16:09

Regione - Cronaca

CHIETI – Sic transit gloria mundi: solo un anno fa, la Cmc, acronimo che sta per Cooperativa muratori e cementisti, colosso delle costruzioni di Ravvenna, assieme alla Coopservice di Reggio Emilia, aveva proposto alla Asl teatina il piano B per il consolidamento dell'ospedale di Chieti. Project finacing alternativo a quello di Maltauro e Nocivelli, che invece prevede una struttura nuova di zecca con abbattimento e ricostruzione, e che dopo l’ottenimento della dichiarazione di pubblica utilità dell’estate scorsa, doovrebbe andare a bando europeo. 

Il piano B è stato respinto al mittente dall’azienda sanitaria. La filosofia dell'intervento sulle palazzine esistenti, attraverso un project financing ridotto, circa 35-40 milioni di euro, è stata sostenuta con forza dal consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, acerrimo nemico del più costoso progetto di finanza presentato da Maltauro.

Ora si scopre che la Cmc è sull'orlo del baratro, con il Cda che ad inizio dicembre ha approvato il deposito in Tribunale della richiesta di concordato preventivo “con riserva”. 

Una situazione che avrebbe fatto saltare la istanza avanzata  per l'ospedale di Chieti, qualora la stessa fosse stata accettata ed avesse cominciato l’iter. Come accaduto all’Aquila, con il project anche qui per nuovo ospedale, presentato dalla Guerrato spa, un colosso dell’imprenditoria italiana, con sede nel Polesine e presente sul mercato fin dal 1935, salvato dall’imprenditore abruzzese Isaia di Carlo, con la regia del manager Giancarlo Masciarelli

Dell’esigenza di un intervento urgente nell’ospedale di Chieti si è saputo dopo che è emerso che la struttura non è sicura staticamente e sismicamente tra le altre cose per difetti di costruzione ed utilizzo di materiali scadenti: l’allarme, datato ormai oltre quattro anni, è stato lanciato dall’allora presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ora senatore del Pd a seguito di una preoccupante serie di perizie sia dei Vigili del fuoco che di professionisti incaricati dalla Asl stessa. Quindi il project financing nasce da una necessità determinata da una gravissima situazione di cui esiste ampia ed ufficiale documentazione. 





Da allora, si è arrivati alla sola dichiarazione di pubblica utilità e solo dopo che la Regione, tra le polemiche e l’opposizione del Movimento Cinque Stelle e Forza Italia, ha avocato a sé la complessa e delicata pratica che è stata ferma per almeno tre anni. Ora la palla è ripassata alla Asl teatina. 

A proposito di Piano B, tra gli altri motivi, la bocciatura è dovuta al fatto che tutti i corpi avrebbero indici di sicurezza sismica preoccupanti, indici saliti agli onori delle cronache a proposito dei viadotti autostradali, non solo nelle laziali ed abruzzesi A24 e A25: secondo i tecnici pubblici, il piano B sostanzialmente è una ristrutturazione parziale che non avrebbe risolto gli evidenziati problemi di tutta la struttura .

Tornando alla Cmc, nel corso dell’anno sono state presentate sei richieste di fallimento a carico della cooperativa, che rappresenta il gruppo delle costruzioni numero tre in Italia, con 1,1 miliardi di fatturato nel 2017, e ben 7 mila dipendenti.

Il “piano B” di Cmc e Coopservice, auspicato proprio da Febbo, e presentato a ottobre 2017, prevedeva un intervento di consolidamento sulla struttura esistente di 70 milioni di euro, in particolare sui corpi di fabbrica più problematici del policlinico, quelli “C” e “F”, evacuati perché costruiti con cemento “impoverito”, nonché il miglioramento energetico e adeguamenti funzionali degli spazi dell’intero nosocomio.

La Asl Di Lanciano-Vasto-Chieti ha però rigettato il nuovo project financing con la motivazione che si trattava di “una proposta di inizativa privata pervenuta successivamente ad altra caratterizzazione, la cui valutazione è in corso di competamento, non potrà essere sottoposta ad esame e valutazione”, in riferimento al project in corso di valutazione, quello di Maltauro e Nocivelli, che dopo anni di impasse era tornata a muovere passi, dopo che la Regione aveva avocato a sé la pratica esautorando la Asl. Durissima la reazione di Febbo, che ha giudicato la decisione “di una gravità clamorosa e inaudita”.

Motivo della crisi della Cmc, spiega sulle pagine del Fatto quotidiano Gianni Consorte, a capo della Unipol, la banca del sistema cooperativo, fino al 2015, risiede principalmente in un maxi contenzioso da 1,2 miliardi di euro con l'Anas, relativo a varianti e opere aggiuntive in importanti appalti in Sicilia. E più in generale, alla difficoltà delle cooperative in edilizia a reggere botta nei momenti di magra per l'impossibilità di ricorrere oltre certi livelli ad aumenti di capitali.





Intanto in queste settimane il rup Giulietta Capocasa, sta lavorando all'indizione del bando della Asl chietina, in cui la proponente avrà, come previsto dalla legge, un diritto di prelazione. 

Il nuovo ospedale di Chieti avrà una dotazione di 498 posti letto, che troveranno posto in 6 padiglioni: 2 di nuova costruzione (denominati P e N) e 4 ristrutturati (G, H, M, K), per un totale di 75.500 metri quadrati di superficie. Le demolizioni, invece, riguarderanno 9 dei padiglioni attualmente esistenti.

L'opera avrà un costo di 118 milioni e 800 mila euro. Il privato ci metterà i soldi per la realizzazione, e incasserà per 25 anni e mezzo un canone di locazione (il cosiddetto canone di disponibilità) fissato a base d'asta in 12 milioni e 270 mila euro e un canone per la concessione di servizi la cui base d'asta è invece fissata a 9 milioni 580 mila euro.

Sommando i canoni, il costo complessivo finale del nuovo presidio teatino arriva a 285 milioni di euro, soggetto in ogni caso a una percentuale di ribasso d'asta che lo comprimerà ulteriormente. La prima proposta del raggruppamento di imprese, invece, prevedeva un costo finale di 526 milioni.

Il presidio disporrà di 1.309 posti auto, a fronte dei 1071 della prima elaborazione progettuale, andando a risolvere uno dei disagi maggiormente segnalati dall'utenza che utilizza i servizi ospedalieri. Il costo dell'edificio ammonterà a 118 milioni e 800mila euro, contro i 143 del primo progetto. Come spiegano i tecnici a favore, lo strumento del project – a differenza della gara tradizionale – e’ l’unico che garantisce una data certa di consegna dei lavori senza che sia pagato un solo centesimo fino alla consegna dell’opera e che garantisce lo stesso livello di efficienza della struttura per tutta la durata della concessione .

Febbo, nonostante, come emerge da ambienti della Asl,  la pubblica utilità sia un atto ufficiale che di fatto conferisce piena competenza ad adire la gara, ha però diffidato pochi giorni fa il rup a bloccare la procedura, in quanto il governo si appresta di aumentare di ben 4 miliardi il fondo per l’edilizia sanitaria, che potrà essere utilizzato, ragiona dunque Febbo, “per la costruzione dei nuovi ospedali evitando il ricorso a progetti di finanza attraverso le imprese private”. E questo vale per Febbo anche per altri ospedali che la Regione vuole ammodernare con lo strumento del project financing, come quelli di Vasto, Lanciano, Avezzano Teramo e per la ristrutturazione del presidio ospedaliero di Penne.

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