CONSIGLIO: M5S E CENTRODESTRA, ”MAGGIORANZA AIUTA SEQUESTRO ENTE’’

25 Maggio 2018 20:16

Regione - Politica

L'AQUILA  – “Oggi siamo sempre stati consapevoli di essere destinati a perdere sul voto alla mozione di sfiducia al Governatore D’Alfonso, ma sappiamo anche che stiamo vincendo fuori dall’aula, perché l’opinione pubblica, gli abruzzesi, sono scandalizzati, quanto noi dell’arroganza del potere sfoderata dal Pd e dal suo Presidente D’Alfonso, l’unico che pretende di continuare a fare sia il Presidente di Regione che il Senatore, violando spudoratamente la Costituzione e ogni legge e regola”.

Così il capogruppo di Forza Italia o in consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, commentando la bocciatura da parte dell’assemblea regionale con i voti della maggioranza di centrosinistra della mozione
di sfiducia nei confronti del governatore senatore, Luciano D’Alfonso, presentata dallo stesso nella scorse settimane.





“E saranno i consiglieri di maggioranza che hanno votato contro la mozione a coprirsi di quell’ignominia che li accompagnerà per sempre, anche quando non avranno più un ruolo politico, e si accorgeranno che l’unico ad averla fatta franca sarà sempre e solo Luciano D’Alfonso – conclude.

Per il Movimento cinque stelle, altro gruppo di opposizione che ha firmato la mozione di sfiducia, “la maggioranza di centrosinistra è connivente al sequestro istituzionale della Regione”.





“Abbiamo votato la sfiducia ad un Presidente di Regione che ha violato le norme costituzionali pur di raggiungere i suoi scopi politici. Cinque anni di governo inconcludente macchiati indelebilmente da un atto forzoso di arroganza istituzionale ai danni di tutto l’Abruzzo – spiegano i portavoce regionali del M5S Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Gianluca Ranieri e Pietro Smargiassi al termine della
votazione sulla sfiducia presentata dalle opposizioni”.

“Questa Regione è paralizzata da mesi con la connivenza di una maggioranza che ha anteposto la carriera politica del suo Presidente al benessere dei cittadini abruzzesi” continuano “e una maggioranza
altalenante ma che nel momento del richiamo del potere ha sempre porto il braccio per permettere al Presidente di continuare a camminare e lo ha fatto derogando la costituzione, il regolamento della regione e le più elementari norme di buon senso che non dovrebbero mai mancare a chi si propone di amministrare. Ora auspichiamo che dove non è arrivato il consiglio regionale, in cui l’appartenenza partitica è stata predominante sulla legalità, arrivi il tribunale de L’Aquila, all'udienza del 5 luglio prossimo, fissata a seguito del ricorso presentato da noi 5 e da altri cittadini abruzzesi”.

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