CONTESTAZIONI A BERLUSCONI E CICCHETTI NEL 2010: ASSOLTI I 14 IMPUTATI

20 Febbraio 2017 16:49

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Tutti assolti i 14 aquilani che, il 9 novembre 2010, nel giorno dell’ultima visita in città dell'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, organizzarono una contestazione fuori dalla Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza a Coppito, in cui venne danneggiata anche l'auto dell’allora vice commissario per la ricostruzione, Antonio Cicchetti

A comunicarlo sulla propria pagina Facebook è il Comitato 3e32, di cui molti degli imputati facevano parte.

“Assolti! 14 imputati e imputate nell’ennesimo processo per le manifestazioni post-sisma all’Aquila sono stati appena assolti perché il fatto non sussiste (per il reato di violenza privata) e per non aver commesso il reato (manifestazione non autorizzata)”, si legge.

“È l’ultimo dei numerosi processi che abbiamo dovuto affrontare in questi anni: 53 assoluzioni su 57 denunce, con 4 condannati che, siamo sicuri, verranno assolti in Appello – prosegue lo status – Risultati che ci portano a ringraziare infinitamente i nostri avvocati, che ci hanno difeso per anni gratuitamente; risultati che ci danno ragione su quello che abbiamo sempre affermato”.

Secondo il 3e32, “in quella stagione di grande mobilitazione popolare è stato messo in scena dallo Stato un meccanismo fortemente repressivo, con l’obiettivo di indebolire un forte movimento popolare e di farci perdere decine e decine di giornate in tribunale”.

“Ma noi andiamo avanti, con le battaglie che ci contraddistinguono da sempre: la riqualificazione dei grandi opere come il metanodotto Snam, la richiesta di messa in sicurezza di territori che nella nostra regione cadono a pezzi, la de-marginalizzazione delle aree interne, l’inclusione sociale delle fasce della popolazione quartieri come Collemaggio, la redistribuzione delle ricchezze in una ricostruzione più giusta, il no alle rese più deboli da questo sistema affaristico-economico infame! Adelante!”, concludono.





L’INCHIESTA

La procura della Repubblica dell’Aquila aveva disposto la citazione diretta in giudizio per esponenti dei comitati e del movimentismo cittadino post-terremoto che, secondo gli inquirenti, non avevano comunicato la manifestazione pubblica violando per questo il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, contestazione smentita dalla sentenza.

Inoltre, per 6 di loro era stata contestata anche la violenza privata, in relazione ai danneggiamenti avvenuti nella stessa giornata dell’automobile di Cicchetti.

Due tipi di reato per i quali appunto non è previsto il “filtro” dell’udienza preliminare, ma finiti direttamente al vaglio del giudice monocratico.

Giudice che, nel corso del procedimento, è anche cambiato: nel 2014, infatti, il presidente del tribunale dell'Aquila, Ciro Riviezzo, ha accettato la dichiarazione di astensione del precedente giudice onorario, Quirino Cervellini, nata da un'istanza di alcuni avvocati difensori, Gregorio Equizi e Luca Maria Ferrucci, affidando il fascicolo al magistrato Angelo Caporale.

I due legali contestavano Cervellini perché, in quanto ex dirigente del settore economico e finanziario del Comune a attuale funzionario del ministero dell'Economia, a loro dire aveva rapporti con Cicchetti, parte lesa nel procedimento.

Gli imputati con entrambe le accuse erano Annalucia Bonanni, Berardino D’Angelo, Luigia De Biasi, Mattia Fonzi, Mattia Lolli, Giuseppina Pitari.

La sola violazione del Tulps era contestata invece a Anna Maria Barile, Claudia Colacchi, Antonio Congeduti, Paolo Della Ventura, Antonio Gasbarrini, Alessandro Gioia, Giuseppina Lauria e Gianluca Taralli. Tutti i 14 indagati sono stati assolti.





Quella del 9 novembre fu l’ultima vista all’Aquila delle oltre 30 fatte dal 6 aprile 2009 in poi da Berlusconi, quando era già caduto in disgrazia verso una parte della cittadinanza. In quell’occasione, tra l’altro, donò 200 mila euro all’Aquila Rugby.

L’occasione era la consegna dei riconoscimenti di Protezione civile a 18 responsabili e 83 strutture per il servizio svolto nel post-terremoto, programmata da tempo.

Tra questi anche il sismologo Enzo Boschi, poi condannato in primo grado e assolto in Appello e Cassazione nell’ambito del processo alla commissione Grandi rischi.

Già dai giorni prima arrivarono le voci di dissenso da parte di alcune anime cittadine. “È uno sciacallo, rifiutiamo la sua visita”, dissero i comitati. “Si preannunciano probabili iniziative di protesta”, avvisarono i sindacati delle forze dell’ordine.

E così andò. L’auto dell’allora presidente del Consiglio dribblò sit in e manifestanti passando per strade e ingressi laterali.

Peggio andò a Cicchetti, la cui auto venne bloccata, ammaccata con calcioni e impiastrata con coriandoli divenuti poltiglia per via della fitta pioggia.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI:


    Abruzzo Web