IL PRIMARIO DI MALATTIE INFETTIVE OSPEDALE L’AQUILA: RIMANERE A CASA E NON ABBASSARE LA GUARDIA NONOSTANTE TREND CONTAGI MANTENGA SU LIVELLI BASSI. MARSICA E SULMONA SOTTO OSSERVAZIONE

CORONAVIRUS: GRIMALDI, AQUILANI VIRTUOSI MA ATTENZIONE A POSSIBILI FOCOLAI

2 Aprile 2020 08:00

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Sebbene i casi positivi all’Aquila restino ancora molto contenuti – gli ultimi due sono un uomo e una ragazza che è originaria di un’altra regione – non si può ancora parlare di pericolo scampato.

La curva dei contagi nel capoluogo conferma il suo trend al ribasso: ad oggi sono 22 le positività acclarate, che comprendono anche due pazienti originari della Campania della Lombardia, ormai guariti. Ci sono , però, ancora alcuni possibili focolai che potrebbero rappresentare dei rischi.

Lo dice, in un’intervista al Messaggero, il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, Alessandro Grimaldi.

I problemi maggiori potrebbero ancora arrivare dalla provincia, dalla Marsica e da Sulmona.





L’afflusso dei pazienti in ospedale è in leggero calo, ma è ancora presto per parlare di discesa.

“Mediamente dimettiamo dai due ai quattro pazienti al giorno e ne riprendiamo tre o quattro. Selezioniamo tra quelli che hanno sintomi più importanti e gravi, il più delle volte polmoniti o insufficienze respiratorie serie. La tendenza degli ultimi giorni è per un lieve minore afflusso dall’esterno, ma siamo anche in una fase in cui stiamo osservando alcuni potenziali focolai, anche importanti.E’ per queste ragioni che dobbiamo assolutamente conservare un atteggiamento prudente”.

Grimaldi non si abbandona all’ottimismo, anzi. Si mantiene cauto e assolutamente concentrato su quanto in questi giorni.

“Direi che siamo in una fase stabile – spiega il primario – ma basta poco per poter accendere focolai e riaprire problematiche anche serie. Anche in questi giorni osserviamo con molta attenzione alcune situazioni da cui possono arrivare casi importanti. La prudenza è massima ed è questo il momento in cui impegnarsi ancora di più nel rispetto delle misure di precauzione”.

Grimaldi cita direttamente il caso della clinica di Sulmona, la “San Raffaele”, da cui già sono arrivati alcuni contagi e anche la Marsica.





“All’inizio – spiega – la Valle Peligna sembrava quasi una zona Covid-free. Poi è bastato un focolaio per accendere nuovamente l’attenzione. In più stiamo servando qualcosa che è arrivato stamattina (ieri per chi legge, n.d.r.) “.

Ci sono novità anche per quanto riguarda i profili terapeutici.

“Si nota una cosa importante: le persone anziane sono quelle che rischiano di più di arrivare a un’insufficienza respiratoria severa, anche perché hanno spesso comorbilità. E poi ci sono i bambini, per i quali non abbiamo ancora nessun riscontro certo, ma che sembrano essere portatori asintomatici, quasi occulti. Sul fronte dei farmaci ci sembra di capire che gli antivirali somministrati precocemente possono rallentare la malattia, in particolare l’idrossiclorochina. È verosimile che si debbano usare prima alcuni farmaci che bloccano la tempesta citochinica, prima che i polmoni possano essere danneggiati in modo irreparabile. In generale prima si riesce ad arrivare la diagnosi è migliore sembra essere l’evoluzione della patologia”.

Grimaldi interviene anche sulle polemiche di questi giorni sugli spazi che sono stati reperiti all’interno del San Salvatore e su cui il partito democratico ha polemizzato, ventilando il rischio di scippi.

“È stata proclamata – dice Grimaldi – una fase quattro, ovvero quella di massima emergenza, ma al momento, vista la stabilità, probabilmente questi spazi privati potrebbero rilevarsi più che sufficienti. Bisognerà valutare nel corso del tempo. Di certo ci sta dando una grossa mano il famigerato e tanto contestato hotel Cristallo. È stata fatta una cosa lodevolissima: le quarantene più efficaci, come hanno accertato i cinesi, sono quelle che si fanno in strutture controllate. È meglio mandare a casa i pazienti solo quando si negativizzano. Ci possono infatti essere anziani che magari non si rendono conto ed escono. Non si possono correre questi rischi”.

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