TANTI ''BUCHI'' NELLA SANITA' ABRUZZESE IN PIENA EMERGENZA. DG ASL TERAMO E PESCARA CERCASI, A CAPO DIPARTIMENTO REGIONALE NON SI SA QUANDO ARRIVERA’ D’AMARIO DA ROMA, MANCANO 10 DIRIGENTI. PAOLUCCI: GIUNTA LENTA

CORONAVIRUS: MEDICI E INFERMIERI IN TRINCEA GOVERNANCE DIRIGENZIALE MONCA

4 Aprile 2020 07:41

Regione -

L’AQUILA – È indubbio che davanti alla drammatica emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia del coronavirus, ora l’attenzione deve concentrarsi sul numero di posti letto, e soprattutto delle terapie intensive disponibili nei nosonosocomi abruzzesi, che se il contagio non si arresta rischiano di essere insufficienti per salvare vite umane.

Resta però il fatto che il comparto sanitario abruzzese si è presentato davanti alla più dura delle prove a ranghi di vertice in parte importante scoperti.

A causa, senza troppo girarci intorno, dello spoil system, ovvero alla tradizionale rissa tra le varie forze di maggioranza in Regione, questa volta quella del centrodestra di Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, per accaparrarsi poltrone e relative ricche prebende, che presidiano soprattutto un settore da cui passa l’80 per cento dei denari pubblici, e gli appalti più appetitosi.

In sostanza, per ritardi nelle nomine di vertici e dirigenti ma anche per il colpevole, prima che la pandemia bloccasse tutto, rimandare le decsioni sulla macchina amministrativa alla liuce della riforma ormai varata sulla carta in estate, la governance complessiva della sanità appare monca di figure imoportanti: scoperte restano innanzitutto le postazioni di direttore generale della Asl di Pescara e di Teramo, rette dai facenti funzione rispettivamente, da Antonio Caponetti e Maurizio Di Giosia.

Su queste due nomine ci sono bandi chiusi in merito ai quali, secondo le regole pre-corinavirus, si dovrebbero fare i colloqui dei candidati. Un fatto ora difficile: anche se nei giorni scorsi, l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, della Lega, ha spiegato che le nomine devono essere fatte. Ma non si sa in che modo.

Certo, prima della pandemia, a bloccarle sono state le spaccature interne, soprattutto tra la Lega e il resto della coalizione, FdI e FI.

E in quelle fatte ci sono state risse politiche prima e dopo: vedi nomine dei dg di Chieti, Thomas Schael, e dell’Aquila, Roberto Testa.  





Ma non è finita qui: restano vacanti le postazioni del direttore Sanitario sempre alla Asl di Pescara e del direttore amministrativo della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

Considerando che il dg della Asl provinciale di Chieti, Thomas Schael, ha portato a termine la procedura dettata dalla Giunta regionale, constestata da più parti, nominado il direttore sanitario Angelo Muraglia.

Prima di questa nomina, sulla partita si è registrato lo scontro, fomentato dal capogruppo del Pd in Regione, Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità, dalle forze sindacali, sulla legittimità della procedura di bando avviata dalla Regione a gennaio, visto che le nomine “potevano essere già fatte dai direttori generali anche mesi prima attingendo negli elenchi specifici esistenti in altre Regioni italiane come prevede il decreto legge 171 del 2016”.

Per questa ragione Paolucci, rimasto in silenzio sulla nomina di Muraglia, direttore regionale del settore Sanità, durante il suo mandato, aveva invocato l’intervento degli ispettori ministeriali.

Per non farci mancare nulla, alla governance ristretta del comparto sanità, allo stremo delle forze perché da settimane nel contrasto del coronavirus, aggiungiamoci pure che il neo direttore del dipartimento Sanità, l’abruzzese Claudio D'Amario, nominato a gennaio per sostituire il compianto Roberto Fagnano, prenderà servizio chissà quando, essendo impegnato sul fronte dell’emergenza coronavirus, come capo del settore prevenzione sanitaria del ministero della Salute.

L’ex direttore generale della Asl di Pescara sta collaborando con la sua terra nei ritagli di tempo anche se sta dicendo la sua indicando la linea e dando un contributo già importante, ma non è certo quando e se tornerà in Abruzzo.

Il governatore, Marco Marsilio, ad inizio emergenza, in una seduta del consiglio regionale di qualche settimana fa, aveva annunciato che era chiesta una proroga di due mesi. Si vedrà.





Intanto, c’è un’altra falla: la responsabillità dirigenziale del settore è mantenuta dal facente funzione Angelo Bucciarelli, candidato bocciato nella corsa alla nomina di capo Dipartimento, per questo non in buoni rapporti con i vertici politici ed amministrativi di centrodestra.

E, dulcis in fundo, da mesi il Dipartimento è a corto di dirigenti, sembra una decina, e neppure con la emergenza coronavirus, la sitazione sembra migliorata.  

Insomma, parte significativa della sanità abruzzese è un esercito senza generali e colonnelli, che per fortuna però si sta battendo giorno e notte in queste settimane eroicamente nella guerra contro l’invisibile nemico, potendo per fortuna contare su soldati all’altezza.

Tanto che paradossalmente, in termini di operatività, l'ultima delle priorità è occupare quelle danarose poltrone.

Ma politicamente resta un grosso problema.

Paolucci designa un quadro impietoso: “Non è il momento di fare polemiche – spiega il dem su Fb -, però alcune cose vanno dette: la Giunta lenta, in 14 mesi ha lasciato una sanità senza catena di comando. Mentre gli operatori sanitari sono soli nella lotta al coronavirus. Quasi tutti i servizi dell’assessorato senza dirigenti, senza direttore generale a Teramo e Pescara, senza il direttore amministrativo all’Aquila, per 12 mesi senza direttore sanitario a Chieti e con il direttore Schael con guida improvvisata e instabile. Ancora oggi si perde tempo e soldi sulla comunicazione dopo aver aumentato lo stipendio ai manager, quando la priorità dovrebbe essere quella di individuare immediatamente figure capaci di gestire la sanità abruzzese”.    

Ultima nota: il centrodestra non è riuscito neppure a risolvere la faccenda della guida dell’Agenzia sanitaria regionale guidata dall’ex senatore Idv, Alfonso Mascitelli, nominato dal centrosinistra, che ha fatto ricorso contro la sua sostituzione, anche qui dopo questa coda giudiziaria, tutto fermo.   

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