APPELLO IMPRENDITORE DA OLTRE 20 ANNI A L'AQUILA: ''NON ABBIATE PAURA DI NOI, TRASMISSIONE NON AVVIENE ATTRAVERSO IL CIBO; SITUAZIONE SIMILE VISSUTA NEL 2003 CON L'ALLARME SARS''

CORONAVIRUS: SI SVUOTANO RISTORANTI CINESI PSICOSI FA CROLLARE FATTURATO IN ABRUZZO

di Alessia Centi Pizzutilli

1 Febbraio 2020 07:00

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “Non abbiate paura di noi, tutti i virologi che in questi momenti di tensione stanno studiando il Coronavirus hanno sottolineato più volte che non si trasmette attraverso il cibo, inoltre, i prodotti che utilizziamo provengono da fornitori che operano in Italia”.

È l'accorato appello di Xinxi Lu, imprenditore di origine cinese che vive da oltre vent'anni all'Aquila, titolare di due ristoranti in città, Sushi Sushi e Mandarin, e che, a nome di tutti i suoi connazionali che hanno delle attività commerciali nel capoluogo abruzzese, racconta ad AbruzzoWeb come la psicosi del Coronavirus abbia avuto gravi ripercussioni in tutte le regioni.

Risalgono a metà dicembre i primi casi di trasmissione del coronavirus 2019-nCoV e sono quindi precedenti alla notifica dei primi casi dell'infezione, ma in Europa la paura del contagio e i primi casi si sono registrati nelle ultime settimane.





Dopo la dichiarazione del Consiglio dei ministri dello stato di emergenza, l'allarme internazionale per il diffondersi del Coronavirus e la paura del contagio, spesso immotivata, anche in Abruzzo è scattata la psicosi: ristoranti e negozi cinesi “boicottati” dagli italiani.

“Stiamo subendo un forte contraccolpo per colpa del panico che sta svuotando i nostri locali, in questi ultimi giorni abbiamo visto pochi clienti rispetto al solito – spiega – abbiamo avuto un crollo che ormai supera il 50 per cento. Purtoppo girano molte notizie false su questo virus, ma voglio tranquillizzare i cittadini, perché tutti gli esperti hanno assicurato che la trasmissione avviene da uomo a uomo e non attraverso la cucina cinese e che il coronavirus sopravvive solo pochi secondi al di fuori dell’essere umano”.

La ristorazione è sicuramente il settore in Italia che sta risentendo di più degli effetti negativi del virus partito da Wuhan, città industriale che conta ad oggi circa 11 milioni di persone in quarantena.

Non è la prima volta che Lu, molto conosciuto e apprezzato in città, ormai aquilano d'adozione, si trova a dover affrontare una situazione del genere: “Nel 2003 i nostri locali si sono svuotati per la paura della Sars, che in quel momento aveva gettato nel terrore la popolazione per il timore immotivato del contagio – aggiunge – Una psicosi che ci ha colpiti duramente. Noi siamo qui – conclude Lu – nessuno di noi è andato in Cina negli ultimi tempi, non abbiate paura”.





La psicosi ha colpito anche il pronto soccorso di Sant’Omero, in provincia di Teramo, dove ieri sono state attivate le procedure di emergenza, previste dai protocolli, per due cittadini cinesi che si sono presentati al pronto soccorso, muniti di mascherine.

“Ci comportiamo con grande attenzione per evitare ogni forma di procurato allarme: i due pazienti cinesi si sono presentati con forme lievi che normalmente neanche sarebbero state messe in screening, e in più in questo momento in Abruzzo ci sono 20 casi di influenza classica ogni 1000 abitanti – ha precisato ieri in una nota il dottor Giustino Parruti, direttore dell'unità operativa regionale per l'emergenza da Coronavirus e primario di Malattie infettive all'ospedale di Pescara i due pazienti di Sant'Omero si stanno sottoponendo ai protocolli normali presso l'ospedale di Teramo, il tutto compatibilmente con le malattie stagionali”.

Rassicurazioni, poi, sono arrivate anche dall direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, che ha spiegato: “I pazienti asintomatici, secondo il centro europeo per il controllo delle malattie – ha ribadito – non hanno un ruolo vero e rilevante nella trasmissione del virus e se i casi importati sono identificati in stadio precoce e vengono messe in pratica tutte le misure, il rischio di avere ulteriori casi di trasmissione uomo-uomo in Ue è da basso a molto basso”.

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