CRISI ATR COLONNELLA: SINDACATI, ”LA REGIONE E’ ANCORA ASSENTE”

1 Luglio 2019 18:03

Teramo -

TERAMO – “Il 24 giugno scorso è stata inviata, su mandato dell’assembla dei lavoratori dell’ATR di Colonnella, l’ennesima richiesta all’Assessorato al Lavoro della Regione Abruzzo Piero Fioretti, per la convocazione di un tavolo sindacale.  Senza riscontri. La complicata situazione finanziaria da un lato e le voci sempre più insistenti di possibili investitori interessati all’acquisto dell’azienda teramana dall’altro, necessitano, infatti, di un impegno della politica locale per la salvaguardia dei 150 posti di lavoro”.





Ad affermarlo le segreterie provinciali di Teramo Fim, Fiom e Uilm, in riferimento alla crisi della storica azienda di Colonnella, in Val Vibrata, risorta dalle ceneri del fallimento, che opera nelle lavorazioni in fibra di carbonio.

 Per questi motivi, qualora non si riuscisse ad avere celermente la data dell’incontro, i lavoratori hanno già espresso la volontà di organizzare nuove iniziative di denuncia e di lotta, compreso un presidio davanti gli uffici dell’Assessorato al Lavoro da tenersi venerdì 5 luglio.





“Oltre alla richiesta inviata la scorsa settimana, tra l’altro, all’ultimo ed unico incontro sindacale tenutosi in regione, lo scorso 16 maggio, a causa dell’assenza dell’Assessore Fioretti la segreteria si era impegnata ad aggiornare il tavolo in pochi giorni: è passato un mese e mezzo ma al momento non si è vista nessuna convocazione. È importante che la Regione convochi, oltre l’attuale proprietà, anche i soggetti interessati all’acquisto così da poter avere un confronto in sede Istituzionale sui rispettivi piani industriali e finanziari. L’ATR è un patrimonio della provincia teramana non solo per gli stipendi che consentono a 150 famiglie di vivere, ma anche per competenze e professionalità che negli anni sono stati il vero valore aggiunto. Un patrimonio che va difeso e rilanciato: è impensabile che tramite i finanziamenti dell’Area di Crisi complessa si cerchino nuove aziende che vengano ad investire in Val Vibrata e non si faccia di tutto affinché rimangano quelle che ci sono già”.

“È necessario che ai lavoratori ed al territorio vengano date certezze sia sul futuro industriale dell’azienda che riguardo il pagamento degli stipendi arretrati: non è possibile continuare a chiedere sacrifici senza avere davanti una prospettiva credibile.

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