CROLLO C.A.S.E.: PELINI, ”FAMIGLIA SFOLLATA A PAGLIARE DI SASSA”

2 Settembre 2014 18:43

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Non mi risulta che la palazzina sia inagibile, solo l'appartamento del crollo è inagibile, ma il Comune ha già provveduto a trovare un altro alloggio alla famiglia sfollata, al Progetto C.a.s.e. di Pagliare di Sassa. Comunque, è arrivato il momento di rivalersi sulle imprese che hanno creato questo schifo”.

Lo dichiara l’assessore all’Assistenza alla popolazione del Comune dell’Aquila, Fabio Pelini, dopo il crollo di un balcone di una delle palazzine del Progetto C.a.s.e. di Cese di Preturo, balcone che si è schiantato su un altro al piano di sotto, quando per fortuna nessuno era presente.

“Il compito di valutare l’agibilità spetta comunque all’assessorato al Patrimonio, di cui è assessore Alfredo Moroni – precisa Pelini – l’importante è che nessuno sia fatto male, anche se ormai si comprendono i rischi legati a palazzine costruite in breve tempo”.





“Bisognerà discutere della possibilità di rifarsi sulle ditte che hanno costruito strutture crollate dopo cinque anni”, afferma quindi l'assessore. 

L'insediamento del progetto C.a.s.e. di Cese di Preturo è una delle 19 cosiddette new town costruite dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e costituito da circa 4.500 alloggi – circa 1.500 i Moduli abitativi provvisori, i cosiddetti Map – alloggi per dare un tetto a circa 15 mila aquilani rimasti senza casa.  

A dare l’indicazione progettuale, l'allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Gli insediamento sono stati realizzati attraverso un bando coperto da un finanziamento dell'Unione Europea di circa 500 milioni di euro.





“Faccio una valutazione puramente politica – polemizza Pelini – e penso a quanti in questa città osannavano Berlusconi e l’allora capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, alla consegna di abitazioni con bottiglie di champagne e quant’altro. Da parte di Rifondazione comunista e di alcuni comitati cittadini c'era la contrarietà alla costruzione di questi insediamenti, era meglio puntare su alloggi provvisori in stile ‘student housing' di Amsterdam, moduli provvisori che sarebbero costati parecchi soldi in meno. Qui, invece, sono stati tirati fuori 2600 euro al metro quadrato”.

Pelini chiarisce poi che dal governo sono arrivati, per la manutenzione, 500 mila euro in cinque anni, lo scorso anno grazie alla delibera Cipe del 2012.

“Una cifra inappropriata per garantire la manutenzione di quella che è come una Ferrari per chi non ha soldi”, il pensiero dell’assessore a tal proposito, che conclude: “Non erano alloggi temporanei, come qualcuno sta facendo notare commentando sui social network”.

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