DAL FASCISMO ALLA REPUBBLICA, ”TRANSIZIONE FINITA” CAMMARANO A PESCARA, ”ATTENZIONE AD AUTORITARISMI”

17 Dicembre 2016 17:20

Pescara - Cultura

PESCARA – “La transizione, quella storica, dal fascismo alla Repubblica in Italia oggi è finita: ma niente ci garantisce che non possa tornare il pericolo, sotto altra forma, di un bisogno di autoritarismo, perché in qualche modo c'è sempre quel modello alle spalle”. 

Lo ha detto lo storico Fulvio Cammarano, presidente della Società italiana per lo Studio della Storia contemporanea al termine del convegno “La Repubblica, il fascismo: quanta continuità?” che si è svolto per due giorni presso la Fondazione PescaraAbruzzo e la collaborazione della Fondazione Brigata Maiella. 





Il convegno, a cui hanno partecipato storici da molte università italiane, è stato organizzato per “iniziare a dare i veri numeri della continuità dallo stato fascista a quello repubblicano”, e ha percorso tutti gli aspetti della pubblica amministrazione e della società civile “perché se è vero che ormai sappiamo che questa continuità c'è stata, molto c'è ancora da fare nei vari ambiti. Gli italiani se vogliamo essere sinceri si sono autoassolti dal fascismo, hanno ritenuto che la faccenda potesse ritenersi conclusa l'epurazione di Mussolini e del re, che in effetti sono stati i due più grandi responsabili. Ma il resto è rimasto intatto o quasi per molto tempo”, ha spiegato Cammarano.

Al convegno scientifico si è parlato inoltre di prefetti, polizia, amministrazione pubblica, banche, imprese, sindacati, forze armate, giornali e tutto quello che è stato il corpo sociale nel trapasso dal regime alla democrazia. 





“L'epurazione è mancata anche perchè è mancato lo strumento tecnico, cioè la magistratura – ha detto il capo degli storici italiani – i primi ad essersi assolti sono stati proprio i giudici, con un filo impressionante di continuità con le istituzioni repubblicane. È mancato lo strumento sanzionatorio, ma anche la volontà politica: è emerso che una delle eredità fasciste rimaste nella Repubblica è stata la mentalità della burocrazia, ora è stata smantellata: Ma per quanti anni ci siano tenuti le leggi di polizia, la censura, i limiti alla stampa, e una certa autoreferenzialità centrale non trasparente della pubblica amministrazione? Almeno fino agli anni '70, tutto frutto di una cultura dirigista e autoritaria”. 

Impressionanti i dati raccolti dal professor Guido Neppi Modona di Torino, che ha raccontato come ci siano stati casi di presidenti del tribunale della razza che siano finiti poi a guidare la Corte di Cassazione, e una conclusione che ha accumunato tutti gli storici: che la vera epurazione nelle alte sfere dello Stato è stata effettuata nei 45 giorni del Governo Badoglio dopo il 25 luglio 1943. E che il resto lo ha fatto in gran parte la divisione dell'Italia con la Repubblica di Salò.

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