DISSESTO: ORDINE ARCHITETTI TERAMO, ”PIU’ PIANIFICAZIONE E STOP DEROGHE”

21 Febbraio 2017 10:42

Teramo - Cronaca

TERAMO – “Una maggiore attenzione alla pianificazione, partendo dall'approvazione del nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale e del Piano paesaggistico regionale, da anni fermi negli uffici di Provincia e Regione, nonché la condivisione di strumenti di pianificazione specialistica, come i Regolamenti di polizia rurale (la Provincia, tempo fa, ne ha approvato uno tipo, utilissimo per la stesura dei regolamenti dei Comuni, purtroppo mai ufficialmente condiviso con le amministrazioni comunali), i regolamenti del verde urbano, i piani per la mobilità, ecc., che dovrebbero trovare integrazione nella pianificazione generale formando un unicum di norme e suggerimenti che, applicati senza le solite deroghe e varianti utili solo a favorire i singoli progetti, possano evitare e prevenire le tragedie che oggi, purtroppo, immemori di anni di pessimo governo del territorio, subiamo”.

La chiede l'Ordine degli architetti della provincia di Teramo.





“I drammatici eventi che hanno visto, in questi mesi, protagonista il territorio abruzzese e, in particolare, la provincia di Teramo – si legge in una nota – ripropongono il tema della pianificazione e gestione del territorio. Troppo spesso amministratori e decisori politici hanno sottovalutato o, peggio, ignorato, la pianificazione, bollandola come inutile o come freno allo sviluppo, portando avanti una logica del 'fare', subito e a tutti costi”.

“Una logica i cui effetti, adesso, sono sotto gli occhi di tutti!”.

“Ma, come sempre accade, passata l'emergenza, corriamo il rischio che la lezione venga presto dimenticata, e si torni ad agire per singoli interventi, senza pianificarne gi effetti su un territorio più vasto e le correlazioni con le necessarie tutele di un territorio sempre più fragile”, continua la nota degli architetti.





“In questo contesto è necessario riappropriarsi di strumenti di pianificazione e programmazione, già esistenti, creandone se necessario di nuovi, mettendo a sistema gli elementi di conoscenza del territorio e rendendo più incisivo il loro utilizzo per la tutela e la pianificazione di ambiti urbani e rurali, senza dimenticare le aree di pregio ambientale necessarie di particolari attenzioni”.

“Ricordiamo, quindi, ai Comuni, che i Piani regolatori generali non sono solo strumenti per la disciplina dell'edificazione, ma devono prevedere tutte le azioni per lo sviluppo armonico della città, dalla distribuzione dei servizi, alla valorizzazione del tessuto sociale ed economico, alla previsione di forme di mobilità diversificate, fino alla qualità ambientale degli ambienti urbani e rurali, non dimenticando la necessaria conoscenza del territorio, con particolare riferimento alla microzonazione sismica (obbligatoria per legge ma, spesso, sottovalutata)”.

“E va ricordato anche che la strumentazione 'sovraordinata', di area vasta, quale il Piano territoriale di coordinamento provinciale, o il Piano regionale paesaggistico, e di tutela, quale il Pai, il Psa, ecc., non sono inutili sovrapposizioni con la pianificazione comunale, ma necessari strumenti per la programmazione e la previsione di livello sovracomunale, indispensabile soprattutto per un territorio come quello teramano, che per conformazione e numero di abitanti può ricondursi ad un unico ambito che necessita di scelte strategiche che coinvolgono tutti i Comuni, e non solo le singole amministrazioni”, conclude l'Ordine degli architetti nella nota.

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