COMANDANTE POLIZIA MUNCIPALE L'AQUILA, ''IN REGIONE PRENDONO SOLO STIPENDIO''; IRA SINDACATI, 'SONO INDISPENSABILI CONTRO REATI AMBIENTALI'

E’ GUERRA TRA POLIZIA PROVINCIALE E GRIPPO, ”CI DENIGRA PUBBLICAMENTE, MAI AI COMUNI”

di Filippo Tronca

28 Luglio 2017 17:40

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Poliziotti provinciali assegnati ai Comuni? No grazie!”

E’ questa la secca e rabbiosa risposta sia di Giuseppe De Angelis che di Vincenzo Traniello, segretari generali rispettivamente della Uil e della Cisl Funzione pubblica, a quanto affermato ad Abruzzoweb dal comandante della polizia Municipale dell’Aquila Ernesto Grippo, ex capo di gabinetto del presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso.

I sindacati accusano Grippo di aver “denigrato pubblicamente gli appartenenti della Polizia provinciale in maniera indecorosa”, e si riservano di adire le vie legali a tutela del loro buon nome”.

Ma cosa aveva detto di tanto grave il comandante Grippo? A suo parere la soluzione ottimale per gli agenti della polizia provinciale, che oggi funzionalmente e organizzativamente dipendono ancora dalle Province nonostante siano pagati dalla Regione che li tiene confinati agli interni degli uffici, sia quella di assegnarli ai Comuni, ovvero alle polizie municipali sotto organico. Anche perché in Regione, dove sono finiti in buona parte dopo i trasferimenti resi possibili dalla riforma Delrio, sono per Grippo “inutili”, visto che l’ente ha già un numero altissimo di dipendenti, e dove paradossalmente non è prevista per legge una polizia regionale. Il che relega gli agenti provinciali a ruoli amministrativi, visto che, assicura Grippo, non hanno più le qualifiche di agenti pubblica sicurezza, di agenti di polizia giudiziaria e di agenti di polizia stradale. In Regione insomma, chiosa Grippo, “prendono solo lo stipendio, ma umiliando le loro potenziali professionalità, e non rendendosi utili alla collettività”.

Una presa di posizione che ha creato un mezzo putiferio tra i poliziotti provinciali, della cui rabbia si fanno ora interpreti De Angelis e Traniello. Secondo i quali, al contrario di Grippo, la polizia provinciale può continuare a fare il suo mestiere anche in Regione, rimanendo incardinata nelle Province.





“Parlar male dei poliziotti provinciali – replicano a muso duro a Grippo – di solito è uno sport da cacciatori, (una minoranza), o di altri utenti dei servizi di vigilanza da loro espletati, e questo ci sta, lo fanno anche gli automobilisti con gli agenti di polizia stradale, ma denigrare a livello di calunnia e per giunta da parte di uno che dovrebbe essere addetto ai lavori in posizione apicale è, usando un eufemismo, è deontologicamente scorretto”.

Per i sindacati dunque “le esternazioni del comandante Grippo, sono mosse solo mero calcolo numerico finalizzato a rinforzare le proprie fila”, quando però “esistono altre strade, i concorsi, la formazione del personale”. Anzi:  “è la prima volta che accade una cosa così deplorevole, ovvero che per battere cassa, in termini di agenti,  un comandante di un Corpo di polizia locale invoca addirittura l’eliminazione di un altro Corpo, del quale non ne conosce i compiti”.

Grippo aveva fatto notare che l'Abruzzo, a fronte di 1 milione e 300 mila abitanti, ha appena 754 agenti di polizia locale, e dunque in questo difficile scenario rappresenterebbero per i Comuni un importante rinforzo la quarantina di agenti di polizia provinciale, 22 in servizio nella Provincia dell’Aquila, 7 in quella di Teramo e 8 in quella di Chieti. A cui si aggiungono gli 8 agenti della Provincia di Pescara che invece sono rimasti all'ente di appartenenza, e da esso pagati.

Giudizi però più che opinabili, per i sindacati, perché ricordano, “con la legge 125 del 2015 il Parlamento ha inteso mantenere le Polizie Provinciali, in parte nelle Province e in parte nelle Regioni, per continuare a vigilare le funzioni ambientali trasferite, e si precisa inoltre, sempre per erudire chi ignora, che le Polizie Regionali esistono almeno in tre Regioni e gli operatori hanno conservato le qualità di agente di polizia giudiziaria e di polizia stradale, grazie ai chiarimenti forniti dalla circolare del Ministero dell’Interno di settembre 2016”.

Tanto è vero che nelle polizie Provinciali in avvalimento alla Regione, assicurano i sindacati,  “non esistono impiegati amministrativi bensì uomini, con qualifiche di polizia giudiziaria e stradale che vanno in servizio tutti i giorni, mal equipaggiati e con le macchine malridotte ma a testa alta proseguono il loro lavoro tutti i giorni e soprattutto di notte quando sono chiamati a proteggere i campi coltivati”, essendo autorizzati “al controllo delle specie selvatiche in soprannumero, dalle nutrie ai cinghiali”.

E a tal proposito i due sindacalisti consigliano a Grippo di farsi “una chiacchierata con gli agricoltori”, e “di uscire un pochino dal suo mondo cittadino e fatto di numeri e non di persone”.





Solo su un aspetto i sindacati concordano con Grippo: manca l’organizzazione all’interno della Regione.

Ed è per questo motivo che i sindacati premono per l’approvazione di una delibera di giunta a firma dell’assessore all’agricoltura Dino Pepe, rimasta finora lettera morta, e che renderebbe operativo un accordo sottoscritto con la Protezione civile per l’utilizzo degli agenti della polizia provinciale dell’Aquila, quelli in numero maggiore, per supportare e potenziare le direzioni di Operazioni di spegnimento degli incendi, in collaborazione con i carabinieri del Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare e con i vigili del fuoco.

Dando insomma una vocazione operativa agli agenti di Polizia provinciale.

“A maggio scorso – spiega Traniello – avevamo incontrato il capodipartimento Emidio Primavera, vari dirigenti e i comandanti delle quattro polizie provinciali, e ci eravamo accordati in tal senso. I 22 agenti di polizia provinciale dell’Aquila, quelli di gran lunga più numerosi,  sarebbero stati utilizzati anche nelle altre province, per supportare i Vigili del fuoco, nell’azione di contrasto agli incendi boschivi. Dotandoli finalmente di un coordinamento, grazie ad un dirigente deputato a questa funzione”.

Ma appunto, protesta Traniello, “l’accordo è rimasto lettera morta perché il governatore D’Alfonso non ha ritenuto di adottare una delibera che lo rendesse operativo. In attesa che la politica decide di assumersi le proprie responsabilità, centinaia di ettari di bosco della regione dei parchi vanno in fumo”.        

 

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