L'AQUILA – Il ministero del Lavoro ha firmato il decreto di autorizzazione della cassa integrazione straordinaria per i 30 dipendenti della Em969, una delle aziende del gruppo aquilano Edimo, fondato nel 1969 e specializzato nelle grandi realizzazioni edilizie civili e industriali.
La Em969 si trova attualmente in concordato preventivo, insieme alla Taddei Spa, altra società del gruppo.
La cassa integrazione era stata richiesta il 17 giugno dell'anno scorso, come spiega il segretario della Uilm Clara Ciuca, “e ora finalmente l'Inps potrà pagare tutti gli arretrati. Tuttavia trovo assurdo che ci si impieghino 8 mesi per poter far percepire a questa gente un salario. Una lentezza burocratica assurda che ha generato molti problemi alle famiglie”.
“Oltre al dramma della perdita del posto di lavoro non è possibile neppure usufruire in tempi brevi degli ammortizzatori sociali – aggiunge – Una cosa gravissima, soprattutto per le persone che non hanno una famiglia alle spalle o un coniuge che lavora. C'è anche da considerare che nella città dell'Aquila la cassa integrazione straordinaria coinvolge una grossa fetta di lavoratori. Ho invocato più volte l'intervento della politica per risolvere la lentezza dei tempi nell'erogazione della cassa”.
Intanto 10 dei 30 dipendenti della Em969 hanno scelto la mobilità volontaria.
“Se ne sono andati con la mobilità perché il pagamento è più immediato e questa è la triste realtà – sottolinea la Ciuca – Molti trovandosi in una situazione drammatica, pur facendo una scelta sofferente, hanno dovuto aderire alla mobilità”.
La Ciuca lancia l'allarme anche per i 12 dipendenti della Edimo Spa, dichiarata fallita a febbraio dell'anno scorso dal tribunale di Roma, per i quali il prossimo 19 febbraio scadrà la cassa integrazione.
“Si tratta di 12 dipendenti per i quali probabilmente arriverà il licenziamento da parte del curatore fallimentare perché purtroppo non c'è lavoro – conclude – Un problema enorme per la città perché ai 10 dipendenti della Em969 si sommano anche i 102 della Edimo spa, tutti in mobilità”. (m.gal)
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