ELEZIONI AVEZZANO: DI PANGRAZIO, ”UOMO LIBERO, RINNOVO IMPEGNO PER LA MIA CITTA”’

di Filippo Tronca

9 Maggio 2017 21:36

L'Aquila - Politica

L'AQUILA – “Cosa farò nei primi cento giorni se rieletto? Semplicemente quello che ho fatto per cinque anni, continuerò ad attuare il programma, a prendermi cura della mia città, in mezzo ai cittadini”

Una ricandidatura a sindaco di Avezzano nel segno della continuità, del “già fatto” e del “completare”, quella di Giovanni Di Pangrazio, primo cittadino uscente, che Abruzzoweb ha incontrato nel suo ufficio nel Municipio di Piazza della Repubblica.

Classe 1955, Di Pangrazio proviene dall'esperienza amministrativa, come direttore generale della Provincia dell'Aquila, nei tempi in cui le Province contavano e molto, non come oggi, a seguito del forte demasionamento della legge Delrio. Le sue fortune politiche sono parallele a quelle del fratello Giuseppe Di Pangrazio, presidente del Consiglio regionale. Si ricandida alla testa di una coalizione di centrosinistra, composta da Partito democratico, Unione di centro, in movimento Abruzzo civico, e varie liste civiche. Il quadro completo si potrà avere solo dopo le 12 di sabato prossimo, quando scatterà il termine ultimo per presentare le liste. 

Tra i suoi principali avversari  Gabriele De Angelis, a capo di una coalizione civica in cui aderisce buona parte del centrodestra di Avezzano. Che ironia della sorte è stato uno dei tanti assessori di Di Pangrazio, transitato in una giunta più volte rimpastata. 

A sfidarlo anche Francesco Eligi, candidato per il Movimento Cinque Stelle,  l’avvocato Leonardo Casciere, con la lista civica “Progetto Casciere”, l’ex assessore con l'ex sindaco comunista Mario Spallone, l'imprenditore del mondo dello sport Nazzareno Di Matteo, con la civica “Libertà è partecipazione”, Stefano D’Andrea, con Fronte sovranista italiano.

Di Pangrazio in queste prime settimane di campagna elettorale, e nell'intervista che segue, ha  ripercorso alcune delle “cose fatte”, che hanno caratterizzato il suo mandato, e indicando quello che ancora resta da fare . E ai civici manda a dire: “io sono un indipendente, che ritiene però che i partiti non vanno demoliti, ma rifondati. In realtà i tanti che si definiscono civici  provengono dai partiti, hanno frequentato i partiti, ed ora vogliono sono darsi una veste nuova”. 

Sindaco Di Pangrazio, quali sono le ragioni della sua ricandidatura?

In questi cinque anni abbiamo fatto molto, anzi moltissimo, ma ancora resta da fare. Qualsiasi amministrazione per completare le proprie azioni, e i progetti messi in campo, ha bisogno in media di dieci anni ed ecco perché abbiamo deciso di ricandidarci. Abbiamo messo in cantiere e realizzato circa l'80 per cento di quello previsto nel programma di mandato e anche  iniziative che non erano inizialmente previste nel programma. Tra gli obiettivi che ci siamo prefissati c'è innanzitutto il completamento della messa in sicurezza sismica e la riqualificazione di tutti gli edifici scolastici della città. Va poi completata la rivisitazione e il restyling di tutta la città, ristrutturando le vecchie piazze, realizzandone di nuove, proseguendo nella risistemazione di strade e marciapiedi.





Lei si definisce indipendente dai partiti,  ma è appoggiato da Partito democratico e Unione di Centro,  in cosa si differenzia la sua posizione rispetto ai candidati civici che la sfidano? 

Il civismo montante può essere giusto quando ha come obiettivo non quello di demolire i partiti ma a costruire, i partiti devono essere rifondati, perché sono fonte di democrazia. La mia candidatura è sostenuta anche dal Partito democratico, dall'Unione di centro e poi da una serie di liste civiche, ma l'obiettivo della coalizione è unico, è quello di far governare in modo indipendente la nostra città, senza pressioni esterne, per poter fare solo gli interessi  della comunità. Ripeto, bisogna lavorare per ricostruire i partiti. Il qualunquismo e il populismo non premiano, lo fanno solo a breve durata. 

A sostenere uno dei suoi principali avversari il civico Gabriele De Angelis, appoggiato tra l'altro dal campione del civismo abruzzese, l'assessore regionale di Abruzzo Civico Andrea Gerosolimo. A proposito, è vero che  per voi Gerosolimo è uno “straniero”,  un “invasore”, visto che non è di Avezzano, ma di Sulmona? 

Le persone e i personaggi che qui ad Avezzano parlano di civismo, in realtà provengono da partiti, che hanno frequentato i partiti, e che ora vogliono darsi una veste nuova, pur definendosi civici.  Un tema  importante della campagna elettorale sarà quello del tribunale di Avezzano. Abbiamo già ottenuto  un risultato importantissimo: siamo stati a Roma, ci siamo battuti,  strappando la proroga di un eventuale chiusura dal 2018 al 2020. La partita dunque non è finita, sono fiducioso ed anzi sono certo  che resterà aperto. Ma tornando alla domanda,  mi preoccupa che qualche candidato che ha come alleati personaggi non di Avezzano, provenienti anche da città territorio e che in qualche modo potrebbero essere in competizione per il tribunale. E questo mi preoccupa. Lavorare per la comunità presuppone l'essere indipendenti più che civici, avere  nel dna Avezzano.

De Angelis è stato però suo assessore, è stato bravo nel suo ruolo? 

Non è l'unico che è stato nella mia giunta e ora si candida. Per me gli avversari sono tutti uguali, e meritano rispetto. L'importante fanno una proposta alla città, con buoni programmi.

Altro tema importante non solo ad Avezzano  è quello dell'ospedale, tenuto conto che il riordino della rete ospedaliera regionale rischia di ridimensionare molti nosocomi. 

Per quanto riguarda la sanità abbiamo ottenuto molto, l'emergenza-urgenza, la stroke, l'emodinamica e neurochirurgia dalle 8 alle 20 con reperibilità 24 ore su 24, e abbiamo fatto richiesta di due posti letto. 

La Regione Abruzzo ha fatto abbastanza per questo territorio? 





Ha fatto molto, e faccio solo qualche esempio: con il Masterplan abbiamo avuto 5 milioni per piazza palazzo e parco Torlonia, una bella cosa che farà la differenza, perché ci consentirà di riqualificare un pezzo di città abbandonato da 30 anni. Abbiamo ottenuto sempre con il Masterplan  50 milioni per il sistema irriguo del Fucino, un investimento importantissimo per il nostro  comparto produttivo.  

Il tessuto economico e produttivo di Avezzano esprime un pil importante,  ma non ritiene che si possa fare di più?  

Certo che si può e si deve fare di più,  la crisi che attanaglia l'Italia dal 2009 ha creato  disoccupazione anche da noi. Per questo che mi batterò per la riduzione delle tasse, già avviata, essendo  fondamentale dare in questa fase più respiro a cittadini e imprese. Dobbiamo intercettare più finanziamenti, e poi vanno attratte aziende importanti che operano nel settore agricolo, capaci di avvisare una produzione a chilometro zero. A tal proposto abbiamo ottenuto 1,8 milioni di euro per incrementare il nuovo depuratore già realizzato, anche se sulla depurazione c'è ancora da lavorare, abbiamo impedito la realizzazione dell'impianto  a biomasse della Powercrop, incompatibile con il nostro settore agricolo ed inquinante,  abbiamo chiuso la discarica di Santa Lucia. Dobbiamo continuare a puntare sul turismo. Abbiamo fatto un Parco del Salviano eccezionale, e abbiamo una città giardino. La nostra intenzione è mettere in retei  cunicoli di Claudio con Alba Fucens e Marrivium,  tre emergenze dalle grandi potenzialità. E lo faremo in sinergia con i Gal, le Camere di commercio e gli operatori privati.

Ad Avezzano c'è emergenza criminalità?

I reati sono in calo, me lo ha confermato il comandante dei Carabinieri proprio oggi. I furti in appartamento ci sono, ma la vera emergenza è quella dello spaccio di droga, da anni particolarmente diffuso nella Marsica. Proprio un mese fa a tal proposito abbiamo fatto un importante riunione operativa, e si è deciso di dividere la città in quattro quadranti: ciascuno di essi sarà presidiato in via esclusiva da Polizia, da Carabinieri, dalla Guardia di finanza e dalla Polizia locale, in modo tale che senza sovrapposizioni si abbia un controllo più  efficace e capillare. Patiremo con questa impostazione tra poche settimane. 

In Francia trionfa l'europeista Macron, perde la destra di Le Pen che lezione trarre? 

Mi sono fatto l'idea che gli uomini ancora ragionano, non ha vinto il populismo, il razzismo e il qualunquismo di Le Pen. I francesi hanno  dato ascolto a chi fuori dai partiti ha espresso competenza, ha proposto un'azione ponderata e mirata. I populismi non salveranno i popoli e le nazioni.  

Per concludere, una domanda di rito, se sarà rieletto cosa farà nei primi fatidici cento giorni?  

I miei primi cento giorni saranno successivi ai cinque anni in cui ho amministrato. E dunque  farò quello che ho sempre fatto, stare in mezzo alla gente. I problemi sono molti, a cominciare da quello del lavoro che non c'è.  Andrò avanti con il programma, oltre alle cose ho già detto, bisogna proseguire nelle politiche culturali e sociali,  settori in cui molto si è già fatto.  

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