IL CASO CARUSI: LO MANDA CONFALONIERI; IL CASO TSA: POLPETTA AVVELENATA?

ELEZIONI: CHIODI E GATTI, ”GOLPE” DA LETTA; I PARACADUTATI DA ROMA FANNO TREMARE IL PD

di Alberto Orsini

22 Gennaio 2018 20:32

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – Il “golpe” a Roma da Gianni Letta dei teramani Gianni Chiodi e Paolo Gatti, uno dei due sarà di sicuro candidato, se gira bene anche tutti e due, scuote la politica abruzzese, e in particolare il centrodestra, intento nella composizione delle liste in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo.

Ora più che mai scenari fluidi, che potrebbero mutare da un momento all’altro, soprattutto quando tornerà Silvio Berlusconi dalla missione a Bruxelles e con le sue scelte potrà far crollare miseramente il castello di carte che fin qui con fatica si è costruito.

Nel centrosinistra, la notizia di giornata è il possibile rischio di arrivo da Roma di due “paracadutati” imposti dal Partito democratico nazionale come capilista di altrettanti collegi: un uragano che guasterebbe i piani e le strategie di tutti quanti.

Tra i dem, comunque, fonti autorevolissime danno ormai per fatta la candidatura del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, come capolista del collegio unico proporzionale per il Senato, ma si fa strada l’avanzata di alcuni degli alleati che ottengono pedine importanti.

Sarà comunque, per tutti, roba di due, massimo tre giorni: giovedì, per esempio, ricevuto il quadro completo dai livelli regionali, Matteo Salvini chiuderà le liste definitive della Lega (non ci sarà il simbolo Noi con Salvini) con il suo “regista” Giancarlo Giorgetti. Per allora i giochi dovranno essere già fatti.

Il panorama ritenuto più probabile da diverse fonti del centrodestra, oggi, prevede una novità importante: Fratelli d’Italia, data dai sondaggi poco sopra il 5% a livello regionale, non avrà posti sicuri in Abruzzo, un paio di collegi toccheranno alla Lega, data poco sopra o sotto il 10%, e per il resto Forza Italia avrà la parte del leone.

QUI CENTRODESTRA

Per quanto riguarda la Camera, all’uninominale la quadra sarebbe stata trovata in questo modo: collegio L’Aquila-Marsica ad Andrea Ruggieri, responsabile nazionale tv e nipote di Bruno Vespa; collegio Teramo al coordinatore regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma; collegio Pescara, a sorpresa, all’ex sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma; collegio Chieti all’uscente Fabrizio Di Stefano; collegio Lanciano-Vasto a Enrico Di Giuseppantonio di Noi con l’Italia, la cosiddetta quarta gamba di post-democristiani, civici e quant'altro.

Al proporzionale, ecco gli effetti del blitz dal braccio destro di Berlusconi Letta, il capolista nel collegio L’Aquila-Teramo sarebbe l’ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, reduce da 4 anni di opposizione non certo battagliera, dopo un mandato da governatore abbastanza movimentato. Ancora da stabilire il numero 1 per il collegio Chieti-Pescara.

Andando al Senato, uno scenario ipotizza all’uninominale il coordinatore regionale forzista, Nazario Pagano, nel collegio Chieti-Pescara, mentre la casella è ancora vuota nel collegio L’Aquila-Teramo.

E qui potrebbe tornare in gioco il citato Gatti, ma si ritiene difficile che siano schierati un doppio teramano e un doppio forzista, lui e Chiodi, così in pole position. L’ipotesi, comunque, non va esclusa del tutto, anche perché a Roma da Letta, che conta più di tutti a parte l’ex premier, i due si sono presentati con una lettera di plauso e consenso da parte di istituzioni e cittadini del territorio.





Si era ipotizzato il nome dell’imprenditrice dei trasporti Antonella Ballone, figlia del presidente regionale di Confindustria, Agostino, ma non ha ancora compiuto i quarant’anni minimi per candidarsi: strategie da rifare, ma il suo nome potrebbe comunque venir buono per Montecitorio dove la soglia è 25.

Sempre per palazzo Madama, una capolista donna, obbligata qualora non si trovino altre pedine femminili in altri collegi, nel gruppone unico regionale potrebbe essere l’uscente Paola Pelino, che andrebbe a correre per il quarto mandato.

Un’altra variante circolata nei giorni scorsi prevedeva invece Pagano capolista al proporzionale al Senato, Di Stefano all’uninominale al Senato nel collegio Chieti-Pescara, lasciando posto a Di Giuseppantonio al maggioritario alla Camera nel collegio chietino invece che quello frentano-vastese; oggi viene ritenuta superata.

IL CASO CARUSI

Un nome “nuovo” in seno al centrodestra è, da qualche tempo, quello del pianista celanese Nazzareno Carusi, ancora in cerca di collocazione a livello di collegi, ma su cui c’è stato anche un placet formale dei forzisti celanesi, a partire dall’ex presidente della Provincia, Antonio Del Corvo.

A chi si chiedeva da dove spuntasse questo nome che non ha comunque grande esperienza politica, oggi si può dire che, a dispetto della provenienza locale, potrebbe in realtà trattarsi di un cosiddetto “paracadutato”, ossia imposto ai territori dai vertici di partito.

L’anello di congiunzione, secondo quanto appreso da fonti interne al centrodestra, sarebbe uno degli uomini più vicini a Berlusconi: nientemeno che Fedele Confalonieri, amico di Carusi, conosciuto quando nel 2007, a 70 anni suonati, si diplomò in Conservatorio in pianoforte. È lui il “grande elettore” che potrebbe portarlo in Parlamento.

QUI CENTROSINISTRA

Nel centrosinistra irrompe una volta per tutte il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, ex direttore del Tg1, che dovrebbe essere candidato all’uninominale alla Camera nel collegio Lanciano-Vasto in quota alla lista Insieme, che comprende Partito socialista, Verdi e prodiani di Area civica.

Il consigliere regionale Camillo D’Alessandro, nonostante gli strali che si è beccato dal Pd pescarese, sarebbe capolista nel collegio proporzionale Chieti-Pescara, mentre per quello L’Aquila-Teramo è tornata in pole la senatrice uscente Stefania Pezzopane.

Tuttavia, le decisioni sul proporzionale verranno prese squisitamente da Roma. In tal senso la voce di oggi che fa tremare i polsi è quella che vede l’arrivo sul diktat del Nazzareno di non uno ma ben due imposti dal livello nazionale, i “paracadutati” al primo posto dei listini bloccati che costringeranno a stare tutti più stretti.

In tal senso, come piano di riserva non è escluso che alla Pezzopane possa essere destinato il collegio uninominale aquilano-marsicano-sangrino, scalzando così Michele Fina, dove però dovrebbe condurre una campagna old style e giocarsela alla morte per ottenere una conferma.





La fronda con Americo Di Benedetto, ex candidato sindaco sconfitto al ballottaggio, uscito allo scoperto per tentare un tandem con Fina, sembra già rientrata: l’interessato ha virato sul pessimismo e attende l’esito del voto, sperando che la volontà popolare non bocci quelli che lui ritiene i “soliti nomi” destando rimpianto per la sua linea votata al rinnovamento.

Anche nello schieramento di centrosinistra, comunque, il partito maggiore prenderà quasi tutto il “banco”, lasciando agli alleati solo le briciole.

Detto di Borrelli e di Insieme, un’altra lista amica, la Civica popolare di Beatrice Lorenzin, avrà il posto all’uninominale al Senato Chieti-Pescara con il sottosegretario uscente Federica Chiavaroli. Oltre questo basta, il resto sarà tutto di marca dem.

IL CASO TEATRO STABILE

Intanto, sempre da dentro il centrosinistra, trapela un’indicazione sfiziosa relativa al caso-Quirino Crosta, il segretario del circolo Pd di Sassa condannato in primo grado per reati legati al filone dei cosiddetti “furbetti” del post-sisma 2009, ma poi nominato consigliere d’amministrazione del Teatro stabile d’Abruzzo, facendo insorgere platealmente il centrodestra al comando della città e, sottotraccia, anche il centrosinistra all’opposizione.

Proprio oggi, peraltro, l’interessato ha comunicato la non accettazione dell’incarico in attesa di chiarire in via definitiva la sua vicenda nelle aule di tribunale.

Ebbene, da quanto appreso da fonti del Pd, essendo la nomina di Crosta in quota alla Regione Abruzzo, aver propinato il suo nome sarebbe una sorta di “polpetta avvelenata” servita ai vertici dell’ente, prima di tutto a D’Alfonso, sempre in chiave elettoralistica, per far inciampare il governatore e depotenziare la sua ascesa.

Il mandante? Impossibile averne contezza, ma tra i dem si fa il nome della stessa Pezzopane, inviperita per il trattamento non troppo riguardoso che fin qui le è stato riservato, nonché ex presidente dello Stabile sul quale a detta di tutti mantiene, comunque, una notevole capacità di influenza. Al momento, comunque, sono solo illazioni da campagna elettorale.

DUE “CATAPULTATI” IN LIBERI E UGUALI

Insofferenze infine dentro Liberi e Uguali: il “listone” guidato dal presidente del Senato Pietro Grasso, infatti, da Roma potrebbe imporre in Abruzzo due candidati strappando così gli unici due seggi considerati sicuri, come questo giornale aveva paventato già nelle scorse settimane.

Due posti di capolista che dovrebbero andare a due deputati uscenti, la calabrese Celeste Costantino, e il romano ma molisano d'origine Danilo Leva.

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