NEL CENTRODESTRA DIVISO GRANDI MANOVRE PER SCELTA CANDIDATO PRESIDENZA. LEGA TRA BELLACHIOMA, D’ERAMO E DI STEFANO. POLEMICHE MA ANCHE DIPLOMAZIA IN AZIONE. CENTROSINISTRA E M5S ANCORA FERMI

ELEZIONI: FI FA SUL SERIO, SONDAGGIO FEBBO, GATTI E PATRON PESCARA CALCIO SEBASTIANI

13 Agosto 2018 21:22

Regione - Politica

L'AQUILA – Lega e Forza Italia fanno sul serio e stanno lavorando alla corsa solitaria: dopo lo strappo sancito dai salviniani, gli azzurri hanno risposto con la stessa lingua. Ma se l'annuncio del deputato forzista Antonio Martino, poteva sembrare una scelta tattica, visto che ventiquattrore prima il coordinatore regionale e senatore, Nazario Pagano, aveva invitato gli alleati alla riflessione, la notizia di un imminente sondaggio riportata dal Corriere della Sera nell’ambito di una intervista allo stesso Martino, leva ogni dubbio.

I dirigenti azzurri, che confermano la decisione, si preparano a testare il gradimento di alcuni candidati per la corsa in solitaria alle elezioni regionali abruzzesi che saranno anticipate probabilmente a dicembre, dopo le dimissioni dalla presidenza della Regione, del senatore del Pd Luciano D’Alfonso. 

Secondo quanto si è appreso il partito che in Abruzzo alle elezioni politiche del 4 marzo scorso è arrivato primo nella coalizione, in controtendenza nazionale, per la candidatura alla presidenza, vero nodo nella lite con la Lega, sarà sondato il gradimento di politici, ma anche di esponenti della società civile: tra questi i consiglieri regionali Mauro Febbo e Paolo Gatti, che quattro anni fa si sono contesi il record di preferenze, e il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio.

Potrebbero esserci anche Mauro Angelucci, ex presidente di Confindustria regionale ed attuale presidente della Camera di Commercio Pescara – Chieti, Daniele Sebastiani, presidente del Pescara Calcio, Graziano Marcovecchio, ad e presidente di Pilkinton, Roberto Marotta, ex presidente Fondazione Carispaq, Michele Borgia, presidente della Banca di credito cooperativo Cappelle sul Tavo.

Anche la Lega, che per prima ha rotto l’unità annunciando la corsa solitaria, si sta organizzando, non attraverso sondaggi: nel dibattito più interno, comunque gli indizi portano al deputato e coordinatore regionale, Giuseppe Bellachioma, uomo vicino a Salvini, il deputato aquilano ed assessore comunale Luigi D’Eramo, l’imprenditore chietino Paolo Primavera, ex dirigente di Confindustria, e l’ex parlamentare di Pdl e Fi, Fabrizio Di Stefano, in rottura prolungata con i vertici regionali azzurri, complici della mancata ricandidatura alle politiche del 4 marzo, che può tra le altre cose contare su un legame di stima con il sottosegretario alla presidente del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Di Stefano che non è ancora uscito da Forza Italia e in tal senso nell’intervista esclusiva ad AbruzzoWeb ha mostrato un po’ di confusione, è stato proposto nel tavolo della pace del 28 luglio scorso. 

Nulla, comunque, è ancora detto, visto che in molti credono che si tratti solo di colpi di caldo tipici della politica ferragostana. Tanto più che anche questi giorni sono in azione, dopo che il caso è diventato nazionale perché in Abruzzo c’è il termometro della tenuta del centrodestra, sono in campo le diplomazie dei due partiti per evitare la rotatoria definitiva. In fondo, anche Martino nella intervista al Corriere della sera ha lasciato la porta aperta. 





E se la Lega, che rivendica scelte e maggiore dignità alla luce del 30 per cento dei sondaggi, appare granitica sulla volontà di correre da sola, con la benedizione dei vertici nazionali a partire dal plenipotenziario Giorgetti, lo stesso non sembra potersi dire di Forza Italia. Una decisione che ha coinvolto, secondo quanto si è appreso anche il leader, Matteo Salvini. 

Se nel giro di ventiquattrore, infatti, sono state espresse due posizioni differenti, quella del coordinatore regionale, Nazario Pagano, che ha invitato la Lega alla riflessione e quella del segretario organizzativo, Martino, che ha invece annunciato la corsa in solitaria, non è passato inosservato il commento di Lorenzo Sospiri.

Ma anche in questo caso, potrebbe trattarsi di strategia politica. 

Proprio al post Facebook di Martino in cui si annunciava che “correremo da soli”, facendo seguito alla nota diffusa sabato sera, il capogruppo degli azzurri in Consiglio regionale ha commentato che “ovviamente questo vale per te”.

A dare l'idea di una decisione non condivisa nel partito contribuisce il fatto che Sospiri non solo è uno dei punti di riferimento, guidando il gruppo all'Emiciclo, ma uno dei presenti al vertice di coalizione del 28 luglio scorso, che aveva sancito la ritrovata pace tra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia.

Da quest'ultimo partito, intanto, è arrivato l'invito alla calma e se ne è fatto portavoce il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, lo scorso anno protagonista di una performance in cui pochi credevano che lo ha portato a vincere ribaltando il risultato del primo turno, che in una nota ha biasimato le fratture.





La presa di posizione degli azzurri, tuttavia, secondo gli addetti ai lavori è stata espressa da Martino ma è condivisa da Pagano: i due, infatti, agiscono sempre all'unisono e nella massima intesa. Sicché l'imprenditore pescarese che ha debuttato in politica con l'elezione alla Camera nel collegio provinciale dell'Aquila, deve aver sicuramente concordato la scelta annunciata, anche senza che il coordinatore, tradizionalmente più cauto e che in questi giorni ha ribadito di volersi godere le ferie, si esponesse in modo tanto netto.

Al voto insieme all'Abruzzo, o a distanza di poche settimane, vanno anche le Regioni Basilicata e Trentino Alto Adige, e da lì, secondo tutti gli osservatori, passerà il futuro dell'alleanza a tre, che fino ad oggi ha consentito di correre e governare insieme a livello locale.

Nel centrosinistra, intanto, si è in cerca dell'uomo, o meno realisticamente, della donna, che raccolga l'eredità lasciata da D'Alfonso, dimessosi nei giorni scorsi da presidente della Regione per la sopraggiunta incompatibilità con la carica di senatore del Partito democratico.

Convitato di pietra è il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, tirato per la giacchetta dai più, considerato unica chance per rimettere in pista una coalizione che ad oggi sembra fuori dai giochi, termina il suo mandato il 30 settembre, e grazie anche alla modifica dell'ultimora alla legge elettorale regionale, non avrà bisogno di dimettersi anticipatamente per potersi candidare alla Regione Abruzzo.

C’è poi il Movimento cinque stelle con il “caso Regionarie” e la consultazione che, soltanto in Abruzzo, è stata sospesa. Nessuna spiegazione se non un semplice “problemi tecnici”, apparso sulla piattaforma dei pentastellati.  In ogni caso, alle Regionarie sarebbe in pole position il consigliere regionale Sara Marcozzi, che può vantare anche contatti nazionali, tra cui è il suo compagno, il deputato bresciano del M5s di origini egiziane Giorgio Sorial, vice capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo economico. Né Marcozzi, né i consiglieri del M5s Domenico Pettinari Riccardo Mercante, contattati da questo giornale, hanno risposto al telefono.

Intanto il dibattito sulle elezioni regionali ha innescato la polemica interna alla maggioranza aquilana con il botta e risposta è stato il coordinatore comunale di Forza Italia L'Aquila, Stefano Morelli, che  ha scritto una nota per commentare l’intervento del sindaco del capoluogo, Pierluigi Biondi, che ieri ha accusato Fi di “una rincorsa alla sconfitta”, invitando le due forze politiche al dialogo e portavoce comunale dell'Aquila di Fratelli d’Italia, Michele Malafoglia, che lo ha definito “impreciso, distratto, poco lucido. In poche parole disastroso”, il tutto proprio in seguito alla nota di Antonio Martino.

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