SUGGESTIONE BONANNI: MA SU TWITTER NEGA, ''NON MI CANDIDO, TRANQUILLI''

ELEZIONI: PARACADUTATI PD, RIECCO GUTGELD? FDI SI RIPRENDE I POSTI; FI, NOME NUOVO TINARI

di Alberto Orsini

23 Gennaio 2018 21:09

Regione - Politica

L’AQUILA – Caccia aperta al “paracadutato” del centrosinistra e prime esclusioni eccellenti, con nomi a sorpresa, nel centrodestra, quando è entrato al rush finale il frettoloso e intricato processo di formazione delle liste in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo.

Bocche cucite, in seno ai vari livelli del Partito democratico, sui possibili nomi nazionali, uno o due secondo un diffuso rumor delle scorse ore, che verrebbero imposte ai primissimi posti delle liste abruzzesi, rompendo le uova nel paniere ai pezzi da 90 locali.

Tra le rare ipotesi circolate, quella di un tentativo di conferma del guru economico di Matteo Renzi, il deputato uscente Yoram Gutgeld che proprio 5 anni fa fu appunto “paracadutato” nel listone abruzzese dem del “Porcellum” al quinto posto, facendo fuori, a posteriori, nomi come Giovanni Lolli.

Non è da escludere questa carta, ma un tentativo di bis potrebbe provocare una sollevazione nella base, che è già con i nervi a fior di pelle.

Quanto al centrodestra, mentre scatta la corsa a trovare possibili candidate che possano riempire i buchi destinati dalle norme alle quote di genere, c’è il primo saluto eccellente al Parlamento: quello di Antonio Razzi, non convocato senza troppi complimenti alla firma della ricandidatura “di rito”, ma non per questo certa, degli uscenti. Peraltro, influenzato, neanche è potuto andare a protestare.

Interessante, infine, la conferma di un’ipotesi di ieri fatta da questo giornale, l’assenza di collegi per Fratelli d’Italia all’uninominale alla Camera: prospettiva che, però, con veementi e circostanziate proteste dei maggiorenti meloniani, è stata ribaltata e già fioccano i primi nomi.

IL LABIRINTO FEMMINILE

La componente femminile sarà determinante, anche perché per legge è prevista nelle proporzioni del 40% rispetto al totale dei candidati; con un distinguo, tuttavia: alla Camera si ragiona su base nazionale, al Senato su base regionale.

Insomma, per Montecitorio le coalizioni potranno anche non rispettare a perfezione il rapporto, potendo riequilibrarlo in regioni più rosa a patto che i conti tornino nel complesso; per palazzo Madama, invece, la proporzione dovrà essere esatta.





Forza Italia sfoglia la margherita alla ricerca (febbrile) di petali rosa: da fonti interne al partito aquilano, si è appreso che, tra le centinaia di profili di professionisti e imprenditori vagliati in prima persona da Berlusconi nei mesi scorsi, c’è anche quello di Laura Tinari.

La responsabile nazionale Politiche di genere Giovani imprenditori di Confindustria, che guarda caso in un evento di fine anno ha plaudito all’idea della “flat tax”, la tassa con unica aliquota che è un pallino della campagna elettorale berlusconiana. Potrebbe essere la sorpresa.

È tornato a circolare anche il nome dell’assessore comunale dell’Aquila al Bilancio, Annalisa Di Stefano, accreditata in ambito romano grazie al periodo trascorso come responsabile regionale della Fondazione Marisa Bellisari, e inoltre molto legata all’ex ministro Renato Brunetta.

FRATELLI D’ITALIA SI RIPRENDE IL COLLEGIO

Fratelli d’Italia si “riprende” il suo collegio uninominale abruzzese alla Camera dopo gli scacchieri anticipati ieri da AbruzzoWeb che sembravano escludere i meloniani dal panorama regionale.

In una fase sempre più fluida quando si avvicinano le scadenze decisive, sono bastate 24 ore, e una vibrata protesta dei vertici con telefonate anche “all’alto”, per ricambiare le carte in tavola.

Fdi scipperà un collegio alla Lega, in particolare quello di Pescara, che era stato ipotizzato potesse essere appannaggio dell’ex sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma.

Una battaglia ritenuta, peraltro, molto difficile, con la vittoria che sarebbe quasi con certezza attribuita al Movimento 5 stelle, il cui candidato peraltro è ancora ignoto. A giocarsela sarà il consigliere comunale ed ex presidente della Provincia Guerino Testa, oppure, qualora venisse richiesta una donna per salvaguardar gli equilibri di genere, una tra Alessandra Petri e Manola Musa.

FORZA ITALIA: VERTICE SINE DIE AD ARCORE; PAGANO A ROMA

Silvio Berlusconi ha riunito i fedelissimi ad Arcore e andrà avanti a oltranza sulla definizione delle liste, avendo l’ultima parola, come ovvio, su tutti i candidati e gli scenari che gli verranno proposti.

In tal senso, non è sbagliato attendersi sorprese, anche clamorose, con nomi a sorpresa calati dall’alto a scompaginare quelle che, fin qui, sono state le previsioni: da quanto appreso, potrebbe essere seguito solo il 30% delle indicazioni dei coordinatori regionali, con una rivoluzione, quindi, a quel punto totale.





Con l’ex premier ci sono il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, il cui nome gira come possibile candidato a palazzo Chigi, il braccio destro del Cav Gianni Letta, uno dei principali collaboratori cioè Sestino Giacomoni, un altro fedelissimo come Niccolò Ghedini, che è nel comitato di presidenza forzista.

I livelli regionali, invece, a partire dall’abruzzese Nazario Pagano, nel doppio ruolo di coordinatori e candidati in pectore, si trovano a Roma, a condurre le trattative e in attesa di febbrili notizie.

TRAMONTA LA SUGGESTIONE BONANNI?

Secondo fonti forziste romane sarebbe già tramontata, invece, la suggestione, circolata oggi, della candidatura dell’ex segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che, tra l’altro, pungolato dall’ex ministro Francesco Storace su Twitter, ha smentito.

“Storace stia tranquillo, il suo posto agognato non glielo prendo io che non mi candido. Che roba!”, ha cinguettato. Pretattica o reale disinteresse?

RAZZI NON RICANDIDATO, UFFICIALE

Intanto, una decisione è ufficiale: Forza Italia ha deciso di non ricandidare Antonio Razzi. Il senatore uscente, infatti, non è stato convocato oggi alla sede del partito, a piazza di San Lorenzo in Lucina, per firmare l'accettazione della candidatura, come chiesto, invece, a tutti gli uscenti.

“Ci sono centinaia che non fanno un c., io sono lì sempre al lavoro – si è lamentato Razzi alla radio alla Zanzara – Sono invidiosi perché ho preso troppa popolarità, Berlusconi non c’entra nulla. Ghedini era mio vicino di banco in aula, mi ha detto se non candido te non candido nessuno e invece…”.

E Razzi in una nota serale ha provato a “vedere il bluff”, ammesso che tale sia, dando la colpa alla stampa.

“Leggo da agenzie di stampa che Forza Italia intende non ripresentare la mia candidatura alle politiche del 4 di marzo – ha scritto – I miei rapporti di correttezza e lealtà con il partito e con il presidente Berlusconi sono tali da escludere una modalità di questo tipo in quanto non ho ricevuto nessuna comunicazione in questo senso”.

“Pertanto, dato il rapporto di fiducia reciproca sono tranquillo nel dichiarare, senza tema, che queste notizie non hanno fondamento sino a quando Forza Italia non ufficializzerà le proprie decisioni nella compilazione delle liste dei suoi candidati”, ha concluso.

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