ELEZIONI REGIONALI, ULTIMO ROUND: A BREVE IL VERDETTO DEL CONSIGLIO DI STATO SUI RICORSI

20 Ottobre 2019 11:38

Regione - Politica

L’AQUILA – Ci sarà bisogno di qualche settimana, o addirittura di un mese, per conoscere la sentenza del Consiglio di Stato che potrebbe riscrivere la composizione del consiglio regionale abruzzese. 

L’altro giorno si è tenuta l’udienza al termine della quale il giudice si è riservata la decisione. 

In gioco ci sono tutti i ricorsi che il Tar aveva già rigettato, a seguito delle elezioni regionali dello scorso 10 febbraio, che hanno visto il trionfo del centrodestra guidato da Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia (che ha ottenuto il 48 per cento dei voti).

Il centrosinistra, guidato da Giovanni Legnini si è fermato invece al 31,3% e il Movimento cinque stelle, con la candidata Sara Marcozzi, ha ottenuto il 20,2% delle preferenze.

Tornando ai ricorsi che ne sono seguiti, in primis c'è quello del centrosinistra, presentato da Luciano D'Amico candidato con la lista Legnini presidente, Donato Di Matteo, ex assessore regionale in lista con Abruzzo Insieme, Pierpaolo Pietrucci, ex consigliere regionale candidato con il Partito Democratico, non riconfermato a palzzo dell'emiciclo nonostante il considerevole bottino di voti, ben 4760, e Franco Caramanico, ex assessore regionale, nelle liste dei Progressisti per Legnini. 

Un ricorso, questo, con il quale si chiedeva una diversa ripartizione dei seggi rispetto a quanto accaduto effettivamente con i cinque al centrosinistra e i sette al Movimento Cinque Stelle, nonostante i rapporti di forza fossero risultati inverti all’esito delle urne. 





C’è poi il ricorso presentato da Emilio Iampieri, che ha preso 4.170 voti nella circoscrizione provinciale dell'Aquila, ex consigliere regionale di Forza Italia, che aveva ottenuto 4.173 voti nel collegio della provincia dell'Aquila, e Gianni Bellisario, sindaco di Perano (Chieti), candidato con Azione Politica nel chietino e che aveva strappato 1.753 preferenze. 

Anche loro hanno contestato la ripartizione dei seggi. 

In caso di accoglimento sarebbero a rischio le posizioni di Roberto Santangelo (2.645 voti con Azione Politica in provincia dell'Aquila) ed Emilio Iampieri. 

Un ricorso, questo, a cui è interessata anche Lucia Ottavi, candidata con Forza Italia, che aveva ottenuto 2.118 preferenze nel collegio dell'Aquila: subentrerebbe a Daniele D'Amario, primo dei non eletti in provincia di Chieti, entrato in Consiglio a sua volta per la surroga di Mauro Febbo, nominato in giunta.

Entrando nel dettaglio delle sentenze, estremamente tecniche, vista la materia del contendere, Iampieri e Bellisario, difesi dagli avvocati Domenico Russo e Massimiliano Mezzanotte, nel loro ricorso hanno sostenuto che l'Ufficio centrale regionale, “avrebbe erroneamente calcolato i resti per l’attribuzione dei voti di lista, in particolare per quelle liste che, come Forza Italia, nell’operazione di divisione, non avevano ottenuto una cifra a quoziente intero”.

Applicando, insomma, in modo scorretto quanto previsto dall'articolo 17 della legge regionale 9 del 2013.





Letteralmente, si legge nel ricorso, nel compiere l’operazione matematica l'ufficio “sarebbe incorso in erronea applicazione del disposto normativo, per aver utilizzato, non già i resti calcolati ai sensi della lettera 'a' del comma 6 dell'articolo 17, ovverosia, nell’esempio fatto in ricorso, la cifra di 0,842 per la Lega e di 0,662 per Forza Italia, bensì il totale numerico dei voti residui della Lega (pari a 14.851), cifra ottenuta sottraendo al totale dei voti conseguiti, quelli utilizzati per l’ottenimento del seggio assegnato a quoziente intero, ai sensi della lettera 'a', e di Forza Italia (pari a 11.674)”.

L'Ufficio elettorale avrebbe invece dovuto considerare come resti “la parte decimale del risultato della divisione, qualora dall’operazione si fosse ottenuto un risultato inferiore all’unità”.

Argomento respinto dal Tar, per il quale alla luce di un’interpretazione letterale della norma, “in aritmetica il 'resto' è la quantità di dividendo che è 'avanzata' dalla divisione, cioè quella quantità che non è stata possibile dividere per il divisore affinché il risultato rimanga nell'insieme dei numeri interi”. In conclusione, il ricorso deve essere complessivamente respinto, in quanto infondato.

Un altro ricorso è quello di Lorenzo Berardinetti, candidato con la lista Abruzzo in Comune a sostegno di Legnini.

Infine in ballo c’è il ricorso presentato da un gruppo di cittadini che chiedevano l'inammissibilità' della lista dell'Udc in campagna elettorale, per la questione legata alla raccolta delle firme.

Quest’ultimo riguarda da vicino Marianna Scoccia, eletta in Consiglio.

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