ELEZIONI TERAMO: CENTRODESTRA GIOCA…A MORRA, CENTROSINISTRA IN ORDINE SPARSO

di Filippo Tronca

19 Aprile 2018 15:54

Regione - Politica

TERAMO – Centrosinistra all'anno zero, stracci che volano nel centrodestra. Unici a gongolare quelli del Movimento 5 stelle, con un candidato sindaco già in corsa.

Una situazione caotica, da cupio dissolvi della seconda repubblica quella che si vive a Teramo, dove si tornerà votare il 10 giugno, per eleggere il successore del sindaco forzista Maurizio Brucchi, dimissionario a dicembre, disarcionato in primis dal fuoco amico dei suoi alleati. Da allora il Comune è commissariato, con importanti scelte rimandate a dopo il voto, perchè vanno ben oltre la normale amministrazione, che tanto “normale” però non può essere, visto che Teramo, innanzitutto, deve far fronte alla ricostruzione post-sismica a seguito degli eventi del 2016 e 2017, e l'economia vive un periodo di forte crisi, come ricordano anche le tante attività commerciali che abbassano per sempre le saracinesche, a Teramo città e frazioni. 

NEL CENTRODESTRA E' PARTITA… A MORRA

Partendo proprio dal centrodestra, non si ammorbidisce il niet della Lega, e in particolare del deputato e coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma, sulla candidatura a sindaco dell'ex assessore regionale e attuale presidente regionale di Fratelli d'Italia Giandonato Morra, sostenuto invece da Forza Italia e da Futuro In, la corrente che fa riferimento a Gatti.

Bellachioma ha lanciato come candidatura alterantiva quella dell'avvocato 72enne Lucio Del Paggio, ma ai più è apparsa più che altro una mossa tattica, e il motivo delle resistenze su Morra le ha ribadite il coordinatore provinciale legista Piero Fioretti: “Ci sono diverse situazioni in ballo che non riguardano solo Teramo e ma anche altri comuni”.

Tradotto dal politichese: il via libera a Teramo alla candiatura di Morra, dipende dalle contropartite per la Lega, a cominciare da quella più importante, in occasione delle future elezioni regionali, dove Bellachioma già rivendica la scelta del candidato presidente, e negli altri 31 comuni dove si vota a giugno, a cominciare da Silvi, unico comune, oltre a Teramo, con più di 15 mila abitanti dove si vota a giugno. In prospettiva la partita riguarda anche Chieti, e L'Aquila, dovesse cadere a causa dell'”anatra zoppa” il sindaco Pierluigi Biondi anche lui di Fratelli d'Italia.





La Lega  fa pesare sui tavoli di discussione, l'essere il primo partito del centrodestra a Teramo con l'11 ,5 per cento preso alle politiche del 4 marzo, mentre Forza Italia si è femata al 10,6 per cento. Al contrario i forzisti fanno osservare che a livello regionale, diversamernte che nel resto d'Italia, Fi resta il primo partito, davanti alla Lega. 

Particolarmente teso il rapporto tra leghisti e “gattiani”, anche a causa della possibile ricandidatura del sindaco Cristina Di Pietro, che fa parte della scuderia politica di Gatti, al Comune di Civitella del Tronto, dove tra l'altro Di Pietro guida una maggioranza appoggiata anche dal Pd. 

Forza Italia e Fdi tirano però dritti, e si attende solo la ratifica della candidatura di Morra dai tavoli nazionali, Lega o non Lega piacendo, e con buona pace dell'unità del centrodestra, che del resto vacilla anche a livello nazionale. 

NEL CENTROSINISTRA TANTI CANDIDATI, NESSUN CANDIDATO

Non va meglio nel centrosinistra, che vittima del male antico del “frazionismo”, rischia di gettare alle ortiche la possibilità di riconquistare il comune di Teramo dopo 15 anni di opposizione e cocenti sconfitte. Riscattandosi dalla mazzata delle elezioni politiche, dove la coalizione di centrosinistra a livello comunale non è andata oltre il 18,1 per cento, e il Pd è crollato al 14,4 per cento. 

Eppure questa volta il Pd era partito prima di tutti gli altri, per lanciare un candidato sindaco questa volta davvero competitivo e autorevole. E' fallito però il tentativo di trovare coesione intorno al presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, a seguire è andata a vuoto la smaccata corte al rettore dell'Università Luciano D'Amico

Per di più l’ex esponente Pd Gianni Cavallari, che ha lanciato per tempo la sua cadidatura, ha detto un secco no all'ipotesi di primarie, ottenendo anche l'appoggio del consigliere regionale del Nuovo centro destra Giorgio D'Ignazio, passato dal centrro destra al centrosinistra candidandosi con Civica Popolare alle elezioni del 4 marzo, per poi conquistare un posto da assessore nella giunta regionale.





L'altro candidato “civico” nel campo del centrosinistra Gianguido D'Alberto, ex capogruppo comunale del Partito democratico al Comune di Teramo, ha risposto picche all'invito di Cavallari di fare niente meno un passo indietro e garatirgli un appoggio. Si è invece detto disponibile alle primarie. Mandando però su tutte le furie il candidato sindaco “civico”, “senza se e senza ma”, Alberto Covelli, ex Nuovo centro destra, consigliere comunale della maggioranza uscente di Teramo soprattutto, sostenuto anche da Abruzzo Insieme, la nuova formazione varata dall'ex assessore regionale Andrea Gerosolimo, e che a Teramo ha come nuovo luogotenente l’ex vicesindaco Dodo Di Sabatino Martina, che è stato un fidato compagno di strada di Gatti,  prima del recente divorzio politico.

Il centrosinistra, insomma, a meno di 50 giorni dal voto ancora non trova un candidato sindaco unitario. E così ci si continua ad esercitare sul tradizonale totonomi. Ultime new entry quelle di Alessia Cognitti, consigliere di amministrazione della Ruzzo reti, e il presidente della Bim Moreno Fieni, segretario provinciale giovanile del Partito democratico e collaboratore politico in consiglio regionale del Pd.

M5S PER ORA CORRE DA SOLO…

Ad approfittare dei dissidi che dilaniano i diretti concorrenti è così il Movimento 5 stelle, che alle politiche a Teramo è diventato di gran lunga il primo partito, con il 37,4 per cento dei consensi, pari a oltre 11.200 voti.

Il candidato sindaco, deciso senza se e senza ma, è Cristiano Rocchetti, classe 1965, supervisore all’interno di una compagnia assicurativa e militante grillino dal 2011. La sua candidatura è stata ufficializzata il 12 aprile ed è già partita la campagna elettorale incentrata sui 10 punti, tra cui spiccano la riduzione della tassa sui rifiuti con l’applicazione della Tariffa puntuale, il potenziamento degli uffici tecnici della ricostruzione post sismica, il wi-fi nelle piazze e la consultazione della cittadinanza con referendum e sondaggi, in particolare per le grandi opere, la realizzazione del nuovo polo scolastico antisismico, l'impiego dei richiedenti asilo per lavori di pubblica utilità, e l'assegno civico, versione “comunale” del reddito di cittadinanza. 

 

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