ELEZIONI TERAMO: DI DALMAZIO, ”LA NOSTRA E’ UNA SCELTA DI COERENZA”

di Filippo Tronca

5 Giugno 2018 06:30

Teramo - Politica

TERAMO – “La nostra è una scelta di coerenza, una proposta civica che ha l'obiettivo di  restituire centralità  a Teramo, con la qualità della vita come suo fulcro”.  

Parola di Mauro Di Dalmazio, candidato sindaco di Al centro per Teramo e Azione politica alle elezioni politiche di Teranmo del 10 giugno prossimo.

Di Dalmazio, 48 anni avvocato, è stato ex assessore comunale ai tempi del sindaco Gianni Chiodi, ex assessore regionale al Turismo con la giunta del presidente Chiodi, ed ora consigliere regionale di opposizione di Abruzzo futuro. A Teramo correrà però da solo, dopo aver divorziato dal centrodestra teramano a seguito dell’ultima rissosa fase dell’ammistrazione di Maurzio Brucchi di Forza Italia, disarcionato a dicembre 2017 anche dai consiglieri che fanno capo a Di Dalmazio, della lista Al centro per Teramo. 

Di Dalmazio, assicura nell’intervista ad Abruzzoweb, conta di arrivare come minimo al balottaggio. Per nulla intimorito dai suoi avversari, che lo ricordiamo sono il candidato di Fratelli d’Italia Giandonato Morra, sostenuto oltre che da Fdi, dalla lista Oltre, Lega, Forza Italia, Futuro In, la lista del consigliere regionale Paolo Gatti, e il Popolo della famiglia,  Cristiano Rocchetti, candidato del Movimento 5 stelle,  Gianguido D’Alberto, candidato di una coalizione civica d’area “centrosinistra”, appoggiato dal Partito democratico, dalle liste civiche Teramo 3.0, Teramo vive e Insieme possiamo; l'ex consigliera comunale Paola Cardelli, in campo con Sinistra per Teramo, Alberto Covelli dei Popolari con Teramo, e l'ex dem Giovanni Cavallari, con cui fino all’ultimo il centrosinistra e D’Alberto hanno cercato un accordo per una candidatura unitaria.

Mauro Di Dalmazio, da dove è nata la decisione di correre da soli?





Da un percorso di coerenza nato tre anni fa, da quando denunciammo la degenerazione della maggioranza di centrodestra di Maurizio Brucchi,  dopo aver deciso, visto che le nostre proposte e critiche sono rimaste inascoltate, di abbandonare quella maggioranza, e i ruoli di governo. La coalizione di centrodestra ora si ripropone senza nessuna rivisitazione critica, con le stesse logiche, gli stessi soggetti politici, che fino a poco tempo fa si erano dilaniati in una guerra intestina. E' stato pertanto inevitabile fare una scelta di coerenza, con un progetto assolutamente civico, mettendo al centro Teramo e i teramani, come ragione prima e fine ultimo.

Parliamo dei vostri candidati

Corriamo con due liste, Al centro per Teramo, la nostra civica storica, e Azione politica, nuova formazione civica, che sta assumendo un importante dimensione anche in altre realtà. A candidarsi con noi tante professionalità ed energie, tante persone che hanno deciso di metterci la faccia, si sono messe in gioco, per il bene della nostra città.

Viste le tante liste in campo, si ipotizza anche a Teramo un secondo turno e il ballottaggio. Azzardiamo una previsione?

Al ballottaggio, in virtù dell’attenzione e del calore che avvertiamo intorno al nostro progetto, contiamo ovviamente di andarci noi. Se comunque non dovesse accadere, abbiamo detto con chiarezza, e lo ribadiamo, che il nostro è un progetto politico non negoziabile, non saremo cioè interessati ad accordi e accordicchi, ad intese e apparentamenti. Non con il centrodestra, per le  ovvie ragioni che ho già illustrato, ma neanche con il centrosinistra, che nulla ha di civico, essendo un progetto costruito intorno al Partito democratico. Né tantomeno con  il Movimento 5 stelle, che ha solo una visione distruttiva, e non un progetto reale per la città.

Qual è invece il vostro progetto di città?





È un progetto concreto capace di ridare a Teramo la forza e la centralità di area vasta che deve tornare ad avere. Teramo deve tornare ad essere una  città attrattiva, sotto il profilo economico, deve ritrovare slancio ed energia, stimolando una nuova cultura partecipativa intorno ad un progetto serio e rigoroso.
Tra i punti qualificanti del nostro programma c’è la No tax 4 young, ovvero l’azzeramento per quattro anni della fiscalità municipale per gli under 30  che decidono di avviare un attività economica. Vogliamo una città che si sviluppi nella sua unitarietà, recuperando e riqualificando i suoi vuoti urbani, capace di attrarre investimenti privati, da convogliare su logiche di programmazione verso obietti prefissati. Vogliamo una città che faccia della qualità della vita il suo fulcro. 

Teramo è stata emarginata dalle politiche regionali della maggioranza di Luciano D’Alfonso?

Teramo deve riprendere un ruolo di capoluogo di area vasta, che la renda competitiva con i grandi agglomerati che si vanno costituendo nel pescarese, che, è un dato di fatto, riceve molte attenzioni.

Come giudica lo stato dell’arte della ricostruzione post-sismica nel territorio teramano?

La ricostruzione deve cambiare passo, così non funziona, va potenziata la struttura, vanno semplificate le procedure. Al netto delle competenze residuali il Comune di Teramo può fare molto per questo, deve e può svolgere un azione molto forte nei confronti della Regione e del Governo mettendosi alla guida di altre comunità territoriali.

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