EMERGENZA RIFIUTI ROMA: ABRUZZO PROROGA ACCORDO, 180 TONNELLATE AL GIORNO

di Azzurra Caldi

15 Ottobre 2018 18:54

Regione - Cronaca

L'AQUILA – L'Abruzzo continuerà a far fronte all'emergenza rifiuti di Roma Capitale. E' quanto stabilito dalla delibera di Giunta dello scorso 9 ottobre che ha disposto la proroga dei termini di scadenza da oggi, 16 ottobre, al 31 dicembre, ulteriormente prorogabili in caso di necessità.

Fino a questa data l'Abruzzo continuerà a ricevere 180 tonnellate di rifiuti al giorno.

Prosegue quella definita “un’operazione di solidarietà” fortemente caldeggiata ad inizio 2018 dal governatore, oggi senatore Pd, Luciano D’Alfonso. Una richiesta ribadita dalla famosa lettera del sindaco Virginia Raggi che, dopo aver vagliato l'ipotesi Emilia Romagna, con un costo di smaltimento di 180 euro a tonnellata, aveva optato per il più vicino ed economico Abruzzo, con un costo di 135 euro a tonnellata.





Un patto che nelle casse abruzzesi ha portato oltre 13 milioni di euro se si considera che i rifiuti da importare furono 100mila tonnellate l'anno, destinate agli impianti di Aielli, Sulmona e Chieti. 

In quell'occasione, l'ex governatore aveva elencato una serie di condizioni, richiedendo rassicurazioni e chiarimenti: “il quantitativo dei rifiuti oggetto dell'emergenza, l'arco temporale in cui si dispiegherà, l'itinerario dei camion adibiti al trasporto e l'impatto sulla viabilità minore, una volta che i mezzi usciranno dall'autostrada; il quadro complessivo dello sforzo straordinario che intende attuare il Comune di Roma, per capire in quali termini verrà risolta l'emergenza”. 

La proroga si riferisce all'accordo tra Regione Abruzzo e Regione Lazio per il conferimento di rifiuti urbani indifferenziati nell'impianto consortile intercomunale pubblico di proprietà della Aciam Spa, in località “La Stanga” nel comune di Aielli (L'Aquila), è stato sottoscritto il 16 ottobre del 2014 ed è in scadenza proprio oggi. Da allora l'Abruzzo è intervenuto in diverse occasioni in soccorso del Lazio in generale e per far fronte della seria emergenza della Capitale in particolare.

“La Regione Abruzzo – si legge nella delibera – persegue politiche ambientali basate su principi di collaborazione e sussidarietà istituzionale tra gli Enti interessati, previa verifica della compatibilità e sostenibilità delle attività previste”, e ancora, “a seguito di istruttoria ritiene di aderire alla richiesta di ulteriore proroga avanzata dalla Regione Lazio al fine di superare le situazioni di criticità nella gestione dei rifiuti urbani ed assimilati già segnalate in passato che interessano Roma Capitale, anche al fine di allineare il presente accordo alla durata temporale dell'altro riguardante i tbm di Deco Spa e Cogesa Spa”.





Intanto a Roma regna ancora il caos: un caso diventato nazionale con l’intervento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. La scorsa settimana dopo l’incontro con il sindaco Raggi, si è definito semplicemente “pontiere” tra Comune e Regione, chiarendo di non avere ruolo e competenza sulle discariche. 

Nelle casse del Campidoglio sono giunti i soldi del bando regionale per gli impianti. “La Regione ha assegnato al Comune di Roma un contributo di 1,6 milioni di euro per i centri di compostaggio e di 3 milioni di euro per le isole ecologiche e la raccolta differenziata”, ha dichiarato l’assessore Massimiliano Valeriani. Sono un totale di 4,6 milioni di euro dedicati alla capitale nel complessivo bando di 50 milioni a disposizione per tutto il Lazio.

La somma servirà al nuovo piano industriale di Ama per la costruzione dei due impianti di compostaggio e la riqualificazione delle aree di proprietà della municipalizzata dove saranno inseriti nuovi macchinari ad alta tecnologia con nastri per la separazione della plastica e della carta. Parte della somma servirà per la raccolta differenziata, che con i nuovi chip sui sacchetti colorati “raggiungerà quasi 500mila abitanti a fine anno” ha dichiarato più volte Raggi e sarà “utile alla tariffa puntuale”. Ma il programma si dovrà attuare alla fine dell’invio dei sacchi ai 2,6 milioni di residenti romani, quindi non prima di tre anni.

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