DA NOVEMBRE LA PIATTAFORMA INFORMATICA MESSA A DISPOSIZIONE DAL MINISTERO, DOPO TANTO TEMPO PERSO CON IL PROGETTO DEDALUS; ASSESSORE VERI', ''ORA SPETTA ALLE ASL COMPLETARE PROCEDURE''

FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO: DOPO 15 ANNI ABRUZZO ANCORA AI PRIMI PASSI

18 Marzo 2019 06:00

Regione -

L'AQUILA  – Sono passati 15 anni da quando in Abruzzo è stato avviato l'epocale  progetto del fascicolo sanitario elettronico on line, sempre aggiornato e accessibile ovunque da medici e pazienti,  con enormi vantaggi in termini di qualità e tempestività delle cure e nel monitoraggio delle prestazioni.

Eppure ancora oggi la quasi totalità gli abruzzesi deve girare per ospedali e ambulatori con le care vecchie cartelline piene di documenti sotto il braccio.

Dall'autunno del 2018 ad ogni buon conto l'Abruzzo ha finalmente a disposizione una piattaforma informatica, messa a disposizione dal Ministero dell'Economia, attraverso la Sogei, il “contenitore” dove caricare i fascicoli sanitari di ciascun cittadino. Svolta che ha consentito di superare l'impasse causata dal tormentato progetto Dedalus, varato nel lontano 2006, con cui la Regione voleva dotarsi, senza riuscirci, di una propria piattaforma.

Ora non resta che recuperare il terreno perduto, che e’ molto: a dirlo sono i numeri dell' Agenzia per l'Italia Digitale, aggiornati al fine 2018, secondo i quali i cittadini che hanno il fascicolo attivo in rete, si aggirano in Abruzzo intorno all' 1% , in fondo alla classifica nazionale in buona  compagnia con molte altre regioni, quasi tutte meridionali, e tutte sotto al 3%. 

Ma pur sempre lontano anni luce dal 97 %  della Provincia autonoma di Trento, seguita da Friuli Venezia Giulia (75%), Toscana (62%), Lombardia (56%), Valle d'Aosta 55%, Veneto 21%, Emilia Romagna (14%).

Ad “incartare” l'Abruzzo, e’ il caso di dire, è stato l'aver puntato per la realizzazione della piattaforma informatica, il contenitore, sul progetto “Rete di medici di medicina generale” bandito dall’ente regionale dall'Arit, ora Aric, nel lontano ottobre 2005, ai tempi del presidente Ottaviano Del Turco.





Progetto assrgnato alla società Dedalus, che ha però negli anni subito una lunga serie di traversie, sia legali, a causa di un ricorso di una ditta esclusa dall'appalto da 5 milioni di euro, sia tecniche, a causa delle continue modifiche  degli standard e criteri imposte dal governo centrale.

Nell'ottobre 2014, l'ex presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso ha rievocato il fantasma Dedalus in una seduta del Consiglio regionale promettendo di meterializzarlo finalmente. Ma Dedalus fantasma era e fantasma è rimasto: collaudato nel 2017, è rimasta una scatola vuota anche perché aveva bisogno di rimaneggiamenti, per adeguarsi alle piu stringenti norme sulla  privacy dei pazienti e la sicurezza informatica, e più in generale per stare dietro alle continue innovazioni in un campo estremamente dinamico come quello dell'Information communication technology.

Nel luglio  2018, la Dedalus, sollecitata da D'Alfonso, e dall'assessore Silvio Paolucci, ha comunicato alla Regione un piano dei fabbisogni e la stima definitiva dei costi per completare la messa in funzione del fascicolo. Non si ha notizia degli esiti, e della quantificazione economica su cui si è ragionato.

Ad ogni buon conto  proprio nell'estate del 2018, la Regione ha deciso di tagliare la testa al toro,  e l'Abruzzo,  assieme a  Campania, Calabria e Sicilia è entrato in “regime di sussidiarietà”, ovvero si appoggerà per l’attivazione del fascicolo alla piattaforma pre-costituita e messa a disposizione dal Ministero dell'Economia, a partire da novembre scorso. 

Ora insomma non ci sono più scuse, non resta che riempire il contenitore di contenuti, ovvero dei profili sanitari dei pazienti, composto dai verbali del pronto soccorso, dossier farmaceutici, risultati delle varie analisi, referti medici, radiografie, consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti e così via.

E sarà questa una delle più grandi sfide che si troverà ad affrontare il nuovo assessore alla sanità Nicoletta Verì, che comunque ai tempi del centrodestra di Gianni Chiodi, come presidente della commissione Sanità in qualche modo si è già occupata, senza apprezzabili risultati, delle sorti del fascicolo sanitario elettronico.

Per recuperare il tempo perduto occorre ora che le quattro Asl, e le cliniche private, facciano dialogare i sistemi informatici con la piattaforma nazionale, e questo significa anche investire risorse economiche, cosa non facile visto che la sanità abruzzese è ancora sotto il controllo governativo e in piano di rientro. E lo stesso devono fare i medici di base.





In questi mesi è in atto un'azione di sprone e sensibilizzazione da parte del Dipartimento della Salute e il welfare. Ad aiutare è che già molti medici devono per legge utilizzare software compatibili con la piattaforma ministeriale per mettere on line le prescrizione dei farmaci, monitoriate dal governo centrale.

A complicare l’implementazione, ci sono però le stringenti regole a tutela della privacy dei pazienti, ora finalmente standardizzate, che sono stati uno dei fattori che hanno fatto perdere molto tempo, non solo in Abruzzo.

E ci sono infine problemi meramente organizzativi: la pratica in questi anni è stata affidata al Dipartimento della Salute e il welfare e all’Aric-ex Arit. Ed entrambe le strutture non hanno adeguato personale e sono oberate da molte incombenze, con continui cambi al vertice. Insomma, in alcuni casi non è stato  chiaro il “chi fa cosa”. Filippo Tronca

ASSESSORE VERI', “REGIONE HA FATTO LA SUA PARTE, ORA SPETTA ALLE ASL COMPLETARE PROCEDURE”

“La Regione ha posto in essere tutti i passi propedeutici per l'attivazione del fascicolo sanitario elettronico. Ora spetta alle Asl, per quanto di competenza, completare le procedure per l'entrata in funzione definitiva del sistema”.

Lo precisa l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì.

“L'infrastruttura informatica è disponibile dallo scorso novembre – spiega l'assessore – ed è gestita dal ministero e dalla Sogei. Sono le aziende sanitarie, però, a doversi occupare delle procedure di collegamento tra il sistema centrale e le diverse piattaforme di tutti gli erogatori di prestazioni sanitarie, che spesso non sono compatibili. Si tratta, in ogni caso, di un lavoro complesso e delicato, su cui il Dipartimento Salute e Welfare della Regione sta vigilando e che sta seguendo, perché siamo convinti che i ritardi accumulati sul fascicolo elettronico non siano più tollerabili”. Le procedure per l'attivazione del sistema rappresentano uno degli elementi di valutazione dell'operato dei direttori generali delle Asl. 

 

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