L'INCENDIO DEL 2017 PORTA CONSIGLIO: ALLO STUDIO MISURE PER RIDURRE RISCHI E IMPATTO AMBIENTALE DELL'EVENTO NEL CUORE DEL PARCO GRAN SASSO

FIERA OVINA A CAMPO IMPERATORE: NUMERO CHIUSO PER AUTO, VIA MERCATO E CONTROLLI

di Filippo Tronca

21 Giugno 2018 06:30

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Abolizione del grande mercato degli ambulanti, numero chiuso alle automobili con servizi di bus navette, controlli più rigorosi in chiave anticendio e rispetto del'ambiente, l’eventuale chiusura nella giornata dell’evento, delle storiche macellerie Mucciante e Giuliani.

Questa l’ipotesi a cui sta lavorando il tavolo tecnico in vista della prossima Rassegna degli ovini, che si svolgerà per la sua 18a edizione a Fonte Vetica, nel cuore del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga.

L’obiettivo è scontato: prendere questa volta le dovute contromisure, per evitare quello che è accaduto l’anno scorso, ovvero un afflusso senza controllo e senza regole di migliaia e migliaia di persone, che hanno attrezzato barbecue ovunque, con un esito forse prevedibile: un incendio che ha mandato in fumo 300 ettari, di cui 11 di pregiate faggete. Un rogo che si riuscito a domare solo dopo 15 giorni con l'impiego di due canadair e due elicotteri coadiuvati dalle squadre di terra, non presenti in loco al primo divampare delle fiamme. Cinque ragazzi, accusati di essere i responsabili dell’incendio sono stati rinviati a giudizio a maggio scorso, ma le feroci polemiche hanno investito anche gli organizzatori, in primis la Camera di Commercio dell’Aquila. Polemiche che ora sembrano aver sortito effetti positivi.





Lo schema della nuova ed opportuna governance di un grande evento che si svolge in un area protetta è stato proposto, ma non ancora approvato, in una serie di riunioni, l’ultima il 4 giugno scorso, a cui hanno preso parte rappresentanti della Regione, dei comuni di Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e Castelvecchio Calvisio, dell’ente Parco, della Coldiretti, della Confagricoltura e della Camera di Commercio.

Tutti d’accordo, da quanto si apprende, su un punto: l’afflusso di persone e sopratutto di automobili e camper che si è verifcato l’anno scorso non è sostenibile né gestibile, occorre dunque regolamentarlo, limitarlo nell’impatto.

Ed è anche prioritario riportare al suo vero spirito uno straordinario evento nato nel 1948, che ha come momento clou l’arrivo al tramonto del giorno prima delle greggi da ogni parte dell’altopiano, e la relativa rassegna espositiva dei capi di bestiame.

Via dunque, tanto per cominciare, il grande mercato lungo la strada provinciale, prevalentemente di chincaglierie e “cineserie”, che poco hanno a che fare con lo spirito dell’evento. A beneficio anche del mercato di prodotti artigianali e alimentari tipici e a filiera corta, che si svolge in prossimità degli stazzi e che in tal modo riacquisterebbe la centralità ed escusività che merita.





E poi come detto, viene ritenuto indispensabile un molto più rigoroso ed efficiente servizio d’ordine, e di prevenzione incendio, con autobotti e uomini della Forestale e della Protezione civile presenti in loco in numero adeguato.

Occorre anche, si è ragionato nel tavolo, una definizione più puntuale e fuzionale delle aree in cui si può campeggiare e parcheggiare i camper, ed anche la limitazione dell’accesso delle automobili, per evitare che le praterie  diventino immensi parcheggi. A tal fine si potrebbe offrire a valle un servizio di bus navette.

Più controversa, da quello che si è appreso, l’idea di tenere chiuse nel giorno della fiera anche le due macellerie di Fonte Vetica, famose per gli arrosticini che si possono acquistare e cucinare in loco. Non è dato a sapere se è oggetto di riflessione, in ogni caso, l'opportunità di limitare l’uso della plastica nel servire i cibi e bevande a favore di materiali biodegradabili e riciclabili. Accortezza che dovrebbe essere scontata, nel cuore di un Parco nazionale.

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