OTTO ANNI DOPO LA NASCITA L'ENTE HA FATTO POCO E PUBBLICIZZATO MENO ONLINE NON CI SONO BILANCI NE' DETTAGLI, IL RETTORE INVERARDI CAMBIERA'

FONDAZIONE UNIVAQ, UNA SCATOLA VUOTA IPOTESI COMMISSARIAMENTO PER DI ORIO

di Marianna Galeota

11 Luglio 2013 08:02

L'Aquila -

L’AQUILA – Otto anni dopo la nascita, la Fondazione dell’Università dell’Aquila è un’istituzione rimasta lontana dalla città e di cui si sa troppo poco.

Viene percepita come una scatola vuota o quasi, con poche iniziative fatte e poco pubblicizzate, indicazioni nebulose sulle attività in corso, bilancio e donazioni che non vengono pubblicate sul sito Internet.

E tutto questo, a dispetto di copiosi fondi pubblici incassati, sebbene la sua natura sia quella di soggetto di diritto privato.

Da quanto si apprende, questo ente gode di ingenti finanziamenti privati e pubblici e vedrebbe anche importanti emolumenti per i componenti dei tre organismi che lo compongono: consiglio d’amministrazione, comitato scientifico e collegio dei revisori dei conti.

I primi due sono guidati dal rettore uscente, Ferdinando Di Orio, in carica per l’ordinaria amministrazione fino al 1° ottobre per poi lasciare il posto al nuovo rettore Paola Inverardi.

Sfruttando il suo ruolo, Di Orio, negli anni scorsi si è autonominato alla guida della ‘sorella’ dell’Ateneo, gestendo da padre-padrone una istituzione che per quel poco che ha fatto, si è segnalata per iniziative di esclusivo interesse dello stesso ex senatore che l’ha considerata strumento per esercitare potere. A cominciare dalla nomina dei docenti, quasi tutti fedelissimi di Di Orio. 

Ora il rettore uscente, scarseggiando gli incarichi, punta alla conferma: ma l’aria che tira non è delle migliori perché, secondo quanto si è appreso il nuovo rettore, eletta anche con i voti dei più acerrimi rivali di Di Orio, vuole una inversione di tendenza netta. Con la Fondazione non più al servizio del suo ingombrante predecessore bensì dell’Università.

Una inversione da subito e allora ci potrebbe essere un commissariamento molto prima della fine del secondo mandato triennale di Di Orio, fissato per il 2014.

La conferma generica della disponibilità di tanti soldi, ma senza coordinate precise, viene dallo stesso sito Internet, www.fondazioneunivaq.it, nel quale si legge che “malgrado la sua breve storia, ha potuto aggregare risorse significative e operatori qualificati”.





Inoltre la Fondazione partecipa al 49% dell’intero pacchetto azionario di ‘Edizioni l’Una’, casa editrice dell’Ateneo.

Fino a oggi sono stati inutili i tentativi di AbruzzoWeb di ottenere informazioni ufficiali: la dottoressa Gianna Fattore, dipendente dell’ateneo aquilano distaccata alla Fondazione dove è l’unica persona operativa, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

Non resta che il sito Internet, peraltro vago. Come quando dice che la mission è di “promuovere ricerca e formazione, favorire il trasferimento dell’innovazione alle aziende e alle pubbliche amministrazioni, stimolare e sostenere nascita di nuove attività imprenditoriali, sostenere grandi progetti, anche in collaborazione con altre Università e centri di eccellenza”.

Qualcos’altro si trova nella sezione del sito “Cosa facciamo”, nella quale sono menzionati progetti di formazione e dottorati di ricerca finanziati negli anni 2007/2008 e alcuni progetti, pure questi molto poco dettagliati, in campo biomedico, energetico, tecnologico ambientale e aerospaziale.

Manca invece ogni tipo di voce sui piani pluriennali e annuali di attività che dovrebbero essere redatti, secondo statuto, dal Cda “sulla base delle linee guida definite dall’Università”.

Tra gli obiettivi, si legge ancora sul web, anche la “realizzazione di un incubatore di impresa che ospiterà 11 spinoff universitari e offrirà alle iniziative imprenditoriali nascenti l’opportunità di muovere i primi passi in una struttura attrezzata, con servizi e laboratori di immediata disponibilità”.

Ma anche di questo progetto, datato febbraio 2010, già dopo il terremoto dell’anno precedente, a oggi non si conoscono gli esiti. Nonostante il rettore uscente spesso lo abbia utilizzato come cavallo di battaglia.

Nessun cenno, infine, nemmeno ai bilanci degli ultimi anni o alle donazioni ricevute: resta sconosciuto il patrimonio che, sempre secondo statuto, “riceve beni mobili e immobili dai soci fondatori” e può essere “aumentato e alimentato con oblazioni, donazioni, legati ed erogazioni”.

LA ‘MAPPA’ DELLA FONDAZIONE

Ente strumentale dell’Ateneo, è nata nel 2005 grazie al contributo di importanti soci fondatori ed è presieduta da Di Orio.





Sempre stando al sito internet, tra i soci figurano, oltre all’Ateneo stesso, la Provincia e il Comune dell’Aquila, il Comune di Celano (L’Aquila), Confindustria del capoluogo e istituti di credito come Carispaq e Bcc di Roma.

A presiederne l’assemblea spicca il nome del presidente della Provincia, Antonio Del Corvo. Altri soci fondatori sono la Joint Engineering, la Fondazione Carispaq, la Manutencoop e la Gps del gruppo Tosinvest: a essi spetta il compito di designare i membri dell’assemblea dei soci.

Fanno parte del consiglio d’amministrazione, presieduto da Di Orio, la vice presidente della Provincia, Antonella Di Nino, copresidente, e i professori Pier Ugo Foscolo, Fabrizio Politi e Giulio Vesperini.

Di Orio guida pure il comitato scientifico composto dai professori Pierangelo Marcati, coordinatore, che però in una nota ha sottolineato di essersi dimesso il 2 dicembre 2012, Claudio Arbib, Maurizio Biondi, Silvia Bisti, Maria Grazia Cifone, Marco De Luca, Fabrizio Famà, Giorgio Felzani, Abramo Frigioni, Dante Galeota, Roberto Marotta, Francesco Parasiliti Collazzo, Nicola Rotondale e Paolo Urbani.

Il collegio dei revisori dei conti, il cui presidente è Alberto Sabatini, ha due componenti effettivi che sono Aniello Castiello e Francesco Tavarnelli, e due supplenti, Aldo Cottini e Maria Rosaria Pansini.

MARCATI PRECISA: “MI SONO DIMESSO DA CONSIGLIO SCIENTIFICO”

“Per un errore, presumo dovuto al sito Internet dell’Ente, sono stato elencato tra i membri del Consiglio Scientifico della Fondazione dell’Università. In realtà ho presentato le mie dimissioni il 2 dicembre 2012, dopo essermi reso conto che i miei impegni non mi consentivano di permanere nel ruolo”.

È quanto chiarisce il docente universitario Pierangelo Marcati.

“Infatti non ero riuscito a partecipare alle (mi risultano due) riunioni del Consiglio Scientifico convocate nel 2012”, spiega Marcati.

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