GASDOTTO SULMONA-FOLIGNO: PIETRUCCI (PD), ”GOVERNO DI ROMA DICA DI NO”

23 Ottobre 2017 16:44

Regione - Politica

L'AQUILA – “Non sarebbe accettabile qualsiasi via libera da parte del governo alla realizzazione del tracciato del metanodotto Sulmona – Foligno lungo l'Appennino, né l'assenso alla costruzione della centrale a compressione a Sulmona”. 





Lo dice, in una nota, il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci aggiungendo: “sono 19 i Comuni su cui insiste il tracciato e che nello stesso tempo fanno parte dei crateri sismici costituitisi dal 2009 a oggi. Non esiste nessuna esigenza di approvvigionamento energetico né economica tanto impellente tale da giustificare un rischio del genere, anche alla luce dei dissensi espressi ufficialmente e istituzionalmente dai Comuni interessati dal tracciato”. 

“Contro il metanodotto Snam e la centrale a compressione di Sulmona mi sono fatto promotore di tutti gli atti pubblici e istituzionali possibili: sono arrivato a scrivere al presidente della Repubblica, due volte al presidente del Consiglio (prima a Matteo Renzi e poi a Paolo Gentiloni), ho firmato una risoluzione approvata dal Consiglio regionale – è un passo della nota -. Nel corso della prossima seduta del Consiglio regionale si discuterà un'altra mia risoluzione che ho presentato mesi fa che propone l'opportunità di studiare un tracciato alternativo in mare. La Giunta regionale ha espresso ripetutamente il suo diniego al passaggio del metanodotto lungo la dorsale appenninica”. 





“Il governo e il Partito democratico – conclude Pietrucci – non possono continuare a fare finta di nulla, a nascondere la testa sotto la sabbia. Dovranno scegliere se privilegiare le ragioni della convenienza economica e dei grandi operatori energetici oppure, al contrario, fare una scelta di pura e semplice prudenza, che apra la possibilità di una valutazione di un tracciato alternativo, lontano dai territori ad alto rischio sismico, dalla aree interne di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che, oltre alla morte e alla distruzione degli ultimi anni, non possono e non devono sopportare la spada di Damocle di una infrastruttura che, l'ho detto più volte in passato, rischia di rivelarsi una vera e propria bomba a orologeria”. 

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