TRA 7 GIORNI DECISIVA ASSEMBLEA, ''MA NON SARO' PIU' PRESIDENTE A LUNGO''

GRAN SASSO ACQUA: DI BENEDETTO VERSO LA PROROGA ASPETTANDO LA RIFORMA MADIA

di Alberto Orsini

25 Giugno 2016 06:30

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – Proroga di almeno un anno agli attuali vertici di Gran Sasso Acqua, congelando la situazione per vedere “l’effetto che farà” l’applicazione della riforma del ministro Marianna Madia sulle società partecipate, e solo quando il quadro sarà chiaro procedere al rinnovo totale degli organi.

Questo lo scenario che si va profilando quando manca una settimana alla decisiva assemblea dei soci della società di gestione dell’acqua nel capoluogo e altri 35 Comuni, chiamati il prossimo 1° luglio a deciderne i destini.

A lasciar intuire una preferenza verso la proroga, pur senza confermarlo nel suo consueto “catenaccio” mediatico, è il presidente di Gsa, Americo Di Benedetto, da 10 anni in sella tra vice e presidenza, che in primis conferma una volontà già espressa mesi fa ai microfoni di AbruzzoWeb e, oltretutto, sancita dallo Statuto, ovvero quella di chiudere la sua esperienza.





“Non ho cambiato idea, confermo quello che ho detto sul fatto che non sarò il presidente per il prossimo mandato, ma ora bisogna capire qual è il bene dell’azienda. Non si può fare qualcosa che magari tra 6 mesi dovrà essere rifatto per l’applicazione della riforma”, assicura alla vigilia della partenza per Israele, dove visiterà Tel Aviv assieme a uno dei suoi più potenti sponsor politici, il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso.

Decade, perciò, l’ipotesi di una presidenza affidata all'attuale vice di Di Benedetto, Salvatore Santangelo, riconducibile al centrodestra eppure accreditato di essere sponsorizzato dal sindaco, Massimo Cialente.

“Come faccio a dirlo? Ancora non sappiamo se quest’azienda avrà in futuro ancora un Consiglio d’amministrazione o un presidente unico, è presto per i nomi”, rileva.

E neppure trova conferma la possibilità di una proroga che verrebbe proposta e votata dal Consiglio comunale aquilano. Per Di Benedetto “non c’entra niente il Consiglio, ricordo che noi siamo sottoposti al controllo analogo dell’Ente d’ambito. Il Comune capoluogo ha la maggioranza relativa, sì, ma solo delle quote”, assicura poi.





Sul suo futuro, che ritiene “meno importante di quello di una società fiore all’occhiello”, il presidente nega lo spiffero politico di un posto di direzione all’Ente regionale per il sistema idrico (Ersi) che ha riunito gli Ambiti territoriali ottimali (Ato), presieduto a oggi dalla peligna Daniela Valenza. “Lo apprendo da voi. Quello che faccio io poco conta, sia in Gsa sia in altre strutture. L’ipotesi Ersi sta nel mondo dei sogni – assicura – oggi mi preoccupo solo di riaprire le strade del centro dove passano i sottoservizi: non sono un buon samaritano, ma punto al bene delle persone”.

Allo stesso modo, per concludere, contesta anche la sua incandidabilità ventilata alle elezioni comunali del prossimo anno, dopo essere stato in lizza a lungo per un posto alle primarie del centrosinistra da candidato sindaco o giù di lì, ipotesi che per altro a tutt’oggi non si può escludere del tutto.

Di Benedetto incandidabile per la norma anticorruzione Severino, si è detto, ma l’interessato nega: “L’inconferibilità prevista dalla Severino dice che chi ha avuto un ruolo politico non può avere un ruolo tecnico da manager, viene richiesto 1 anno di cosiddetto raffreddamento – spiega – L’ineleggibilità prevista dal Testo unico degli enti locali (Tuel) è un’altra cosa, dispone che entro il termine per la presentazione della candidatura, ti devi dimettere se hai un ruolo”.

In soldoni, chiude, “non potrei fare il presidente di un’altra società come l’Asm e invece potrei candidarmi. Ma che cosa ne sappiamo di quello che accadrà?”.

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